“Quando Parigi spegne le luci…anche Avellino le accende per lei”

Dopo il tricolore francese ad illuminare il Teatro Gesualdo, non mancano in Città altre espressioni di solidarietà alla cittadina parigina, colpita il 13 Novembre scorso da un attacco terroristico

yFKXf23Avellino – Dopo il tricolore francese ad illuminare il Teatro Gesualdo, non mancano in Città altre espressioni di solidarietà alla cittadina parigina, colpita il 13 Novembre scorso da un attacco terroristico.

Lo striscione riporta le parole: “Quando Parigi spegne le luci, il mondo le accende per lei”. E’ una frase virale, quella che attira l’attenzione dei passanti lungo Corso Vittorio Emanuele sui cancelli del Convitto Nazionale. Il monito arriva da internet, dopo che le capitali più importanti hanno acceso di rosso bianco e blu i loro monumenti più significativi o i loro palazzi istituzionali. 

Una frase che ha fatto il giro del mondo, attraverso il web e quindi i social, i canali più immediati e popolati, generando subito un bacino di condivisioni notevole.

Quando cala il buio della ragione, si accende la luce della speranza. Speranza perchè nonostante il male, la vita si riproponga sempre più forte e dirompente di qualsiasi altra forza. L’amore, la pace non sono cose banali. Come ha detto ieri lo scrittore Alessandro Baricco, intervistato a Ballarò, “Ci vuole più coraggio a stare in pace, che a farsi la guerra”. In queste ore, soprattutto, è molto difficile per la comunità europea, anzi occidentale, riuscire a fare quel distinguo, che in altre occasioni è risultato naturale, oltre che doveroso. E’ una questione di cultura, dicono “gli esperti” e la nostra per ragioni storiche non potrebbe accettare di fare passi indietro. 

Ecco che tutto si mischia, nella logica del nero evento, che ingoia tutto. Si acuiscono le paure, si guarda con sospetto e sfiducia al diverso, si tende alla chiusura e alla limitazione delle proprie libertà. Tutto legittimo, salvo estremismi, che di per sè sono già sintomo di arretratezza, in una civiltà che per esistere ha bisogno che la sua cifra sia la moderazione. 

Le responsabilità nella costruzione di un mondo vivibile si distribuiscono. Ma non è questo lo spazio, nè il momento per estendere la riflessione. E’ solo un dato, che impone un ripensamento delle nostre politiche di accoglienza, ma anche un ripensamento della nostra società, che non è certo un esempio di giustizia sociale. Non si abbandonano le ipocrisie in un giorno, ma si possono accendere luci.

Non è la generazione Bataclan, che purtroppo evocherà sempre immagini trucide, piuttosto è la generazione “Lumièr”, di quelli che alla follia omicida stanno rispondendo con il respiro profondo dell’amore, faro di un’umanità che non rinuncia a se stessa.

di Francesca Contino

 

Source: www.irpinia24.it