13 Novembre 2015, nella lunga notte parigina “Dio è morto”

Kamikaze allo stadio ed esecutori al Teatro Bataclan portano sangue e terrore in Francia, facendo tremare tutto l'Occidente inerme e sofferente dinanzi a una carneficina brutale

tour-eiffel-spenta-600x300Parigi - Cala la notte anche sulle luci della Tour Eiffel. Dopo gli attacchi simultanei subiti dalla metropoli parigina, per mano dell’Isis, il numero dei morti continua a salire, pare siano 158 al momento le persone uccise. Kamikaze allo stadio ed esecutori al Teatro Bataclan portano sangue e terrore in Francia, facendo tremare tutto l’Occidente inerme e sofferente dinanzi a una carneficina brutale. 

Pare che dopo i fatti di Charlie Hebdo, i nuovi attacchi terroristici del Califfato dipendano dai raid francesi in Siria. “13 Novembre nuovo 11 Settembre” rivendica l’Isis attraverso il canale Dabiq e minaccia Roma, Londra e Washington di attentati. I Capi di Stato commentano sgomenti, offrono la loro solidarietà a Parigi, mentre Hollande pensa sia giunto il momento di chiudere le frontiere. 

Nella lunga notte parigina i francesi scappano, si barricano in casa, ma il loro senso di accoglienza non viene meno. #Porteouverte è l’hashtag che lanciano sui social, porte aperte a chi si trova nelle strade della mattanza, perchè possa rifugiarsi e mettersi in salvo. E ancora dalle finestre, i parigini gettano lenzuola, teli e tovaglie ai cadaveri che giacciono in strada. 

Fra gli ostaggi del Bataclan, qualcuno riesce a usare i social network e informa di ciò che sta accadendo: “Ci uccidono uno a uno”.  Chi scappa, chi muore, mentre sorge un giorno senza luce, un giorno di lutto e di paura. 

Sarebbero 8 i terroristi morti, mentre agli altri ancora in fuga danno la caccia le forze dell’ordine. Parigi si ferma: scuole, musei, supermarket chiusi. Il clima di allerta attanaglia la capitale francese e spegne la vita, non solo quella di chi è morto, ma anche la vita di coloro che restano, ora più che mai, temendo di uscire di casa. E’ il tempo di un orgoglio che si affievolisce di fronte all’impotenza di sgominare la cellula nera. Il terrorismo non è una nazione e questi terroristi non sono,banalmente, musulmani. 

“Allah è grande” urlano, in una guerra dove la religione è l’oppio dei popoli.  Si colpiscono i simboli della quotidianità, muoiono civili, ma non solo a Parigi. Il terrore uccide gli indifesi e dà vita a nuovi boia, che da tutte le platee rispondono “sangue”. Si dice che occhio per occhio il mondo diventi cieco e questa è la guerra dei non vedenti, in cui è meglio raccontarsi che sia un dio a partorire mostri.

“Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede in ciò che spesso han mascherato con la fede, nei miti eterni della patria o dell’ eroe, perchè è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura, una politica che è solo far carriera, il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto e un dio che è morto, nei campi di sterminio dio è morto, coi miti della razza dio è morto, con gli odi di partito dio è morto”, cantava Guccini e aveva ragione.

Stanotte Dio è morto con Parigi. 

di Francesca Contino

 

 

Source: www.irpinia24.it