“Contratto Fiume Sabato” – Beatrice (Gal): “Tutti devono prendersi le responsabilità del progetto”

"Costruire muri o argini lungo i fiumi – commenta il geologo Lafratta - non significa mettere in sicurezza le aree ma solo arginare leggermente i danni".

IMG_0890Contrada – Il “Contratto del Fiume Sabato” è stato il tema affrontato oggi, 6 Novembre presso l’auditorium dell’Istituto Comprensivo di Contrada. Molteplici sono stati gli interventi, primo tra tutti quello dell’assessore all’ambiente del Comune di Contrada, Nicola Capriolo: “Le ultime condizioni meteo hanno provocato notevoli disagi anche qui a Contrada. La cosa giusta da fare è ragionare su come risolvere queste problematiche e non aspettare che le cose peggiorino”.

Ha poi fatto un breve intervento il Sindaco di Contrada Filomena Del Gaizo:” A noi interessa molto la salvaguardia del territorio, perché l’argomento riguarda la nostra sopravvivenza, nonchè lo sviluppo del territorio e dell’ agricoltura. Ci auguriamo che il contratto di  Fiume porti a qualcosa di concreto e non solo parole perché  alla luce degli eventi disastrosi abbiamo bisogno di risanare il territorio”. 

A parlare della parte tecnica del progetto è stato invece il Dott.  Rocco Lafratta, geologo ambientale: “Seguo da molto il contratto di Fiume  e tutti noi non siamo qua per fare progetti ma per pianificare ciò che possiamo mettere in campo e lavorare insieme per migliorare le condizioni dei nostri fiumi, che non versano in buone condizioni in quanto senza acqua e talvolta aggrediti. Il risultato negli ultimi 50 anni è stato pessimo. Bisogna intervenire a monte del problema. E’ importante dire basta al consumo di suolo a partire dalle costruzioni sulla zona. Incominciamo a studiare e ad analizzare il territorio.

Costruire muri o argini – continua Lafratta – non significa mettere in sicurezza le aree ma solo arginare leggermente i danni. Oggi siamo abituati a vedere i fiumi senza acqua e si iniziano a sfruttare queste aree. Il contratto di fiume cerca di coniugare due direttive europee. Il progetto è partito con  GAL Partenio semplicemente perché qualcuno doveva pur partire. Il due ottobre si è firmato il protocollo d’ intesa, primo passaggio fondamentale per arrivare al primo punto in cui si è disposti a lavorare insieme.”

L’architetto Mario Pagliaro ha poi spostato la questione sul fiume stesso e sulla sua importanza: “Quello che dovrebbe essere chiaro è capire a cosa serve il fiume. Un tempo serviva alla produzione, ai mulini, alle tintorie, alle cartiere, alle concerie ecc. Oggi invece è utile paragonare il fiume ad un corridoio dove ogni stanza è una comunità: le cose che non ci servono vengono buttate in corridoio finché questo non si riempie. Il fiume è un soggetto giuridico, ha le sue proprietà, i suoi diritti”. 

A concludere è stato il  Presidente GAL Luca Beatrice: “Ribalto tutto ciò detto finora nella parte che rappresenta la sfida del contratto. Noi abbiamo iniziato cercando di capire se nei 27 comuni ci fosse stato interesse e si è passato poi a valle, dove quasi tutti i comuni hanno sottoscritto il protocollo.  Io non so se si riuscirà a fare qualcosa di importante o semplicemente qualcosa ma sono molto contento che abbia aderito l’ Fma , l’ Alto Calore  e 40 comuni tra cui Avellino e Benevento. Nello stesso tempo sono però molto preoccupato dalle aspettative che si sono create, soprattutto rispetto alla volontà di ogni singolo partecipante in quanto non sarà tutto facile.

Ad un certo – conclude il presidente GAL – punto si tratterà di fare delle scelte. Rispetto alle decisioni che verranno prese il contratto porterà assunzioni di responsabilità da parte delle amministrazioni locali e di tutti quanti ne hanno preso parte”.

Source: www.irpinia24.it