Carne rossa e cancro, chi ne fa le spese sono i piccoli commercianti

Irpinia24 ha intervistato un macellaio avellinese, che sottolineava proprio la dannosità di questa campagna e la sua eco mediatica, che rischiano di ledere il piccolo mercato, quello genuino

IMG-20151028-WA0085 (2)Avellino - Prosegue il dibattito sulle carni rosse e quelle lavorate, che secondo uno studio approfondito dell’Oms sono ormai da ritenersi cancerogene. Il parere autorevole in materia arriva, ma non oggi, dal Prof. Cesare Gridelli, oncologo operativo presso il San Giuseppe Moscati della nostra città e stimato in tutto il mondo. Sono anni che il Dottore ci racconta la pericolosità dell’eccessivo consumo di carni, che non riguarda prettamente il prodotto dunque, ma la quantità di volte a settimana che il consumatore lo mette in tavola.

Tuttavia, ciò che non viene detto a chiare lettere, ma che invece andrebbe colto con la stessa attenzione del rischio tumori, è che molto dipende anche dall’accoppiamento degli alimenti, materia prettamente nutrizionale. I nutrizionisti, infatti, non si esprimono con la stessa preoccupazione, non perchè vogliano smentire medici e organizzazioni sanitarie competenti, ma perchè il pericolo è una questione di disarmonia nella dieta. Un’alimentazione equilibrata e ben combinata riduce notevolmente ogni rischio per la salute, salvo che non si consumino alimenti contaminati e quindi tossici. A questo punto dovrebbe sorgere spontanea la valutazione, che non solo la carne rossa ( anche la bianca, e in particolare i polli che spesso sono ricchi di estrogeni), ma anche il grano, le verdure, il pesce, sono beni alimentari altrettanto nocivi. 

Cosa dovremmo mangiare allora? I nutrizionisti rispondono tutto. Attenzione solo alla commistione dei cibi, al quantitativo e alla loro cottura, che spesso è la vera nemica della salute. Del resto è quanto ha scritto anche l’oncologo Gridelli nel suo libro sul legame tra alimentazione e cancro. Il Prof. sostiene che la brace è assolutamente sconsigliabile, poichè fa liberare alla carne benzopirene e idrocarburi policiclici aromatici.

Ma nessuno degli argomenti presi in analisi è una novità, semmai il preambolo alla posizione assolutamente necessaria da prendere: il sostegno dei piccoli imprenditori e commercianti che trattano le carni. A farne le spese, purtroppo, sono sempre loro, che a differenza delle grandi catene, devono fare conti amari a fine mese, conti che decidono della loro sopravvivenza o della loro chiusura.

Irpinia24 ha intervistato un macellaio avellinese, che sottolineava proprio la dannosità di questa campagna e la sua eco mediatica, che rischiano di ledere il piccolo mercato, quello “genuino”.

“I nostri hamburger, per esempio, sono fatti al momento, per i nostri clienti, con carne macinata e un po’ di sale, nessun additivo, nulla che possa danneggiare la salute del consumatore – ha asserito il macellaio – Se il dibattito scemerà in questi giorni, potremmo non subire contraccolpi, ma se dovesse continuare probabilmente diminuiremo le vendite del 30%. E’ un fatto grave, perchè le nostre carni non possono essere paragonate a quelle che appartengono a grandi catene, che per giunta adoperano additivi per effetto di legge. Lo stesso discorso dovrebbe valere per i solfiti nei vini, ma la legge ne prescrive l’uso. Bisognerebbe avere il buon senso di non seminare il panico, ma di dare solo delle linee guida per l’alimentazione che preservino la nostra salute”.

 

Source: www.irpinia24.it