Abolire le gite scolastiche, c’è altra scelta?
La morte del 17enne Elia Barbetti ha aperto un'accesa discussione sull'abolizione delle gite scolastiche. Molte le opinioni contrastanti. Ma davvero non c'è soluzione?
E’ una nostra abitudine. In Italia usiamo provvedere dopo disastro già compiuto. Il più delle volte, il provvedimento rasenta l’assurdo. L’argomento in questione è la proposta avanzata da alcuni presidi di abolire le gite scolastiche a seguito della morte di Elia Barbetti, 17enne che pare avrebbe fumato dell’erba insieme ad altri suoi compagni di scuola. Secondo quanto emerso finora, sembrerebbe i ragazzi abbiano acquistato la droga a Milano, più precisamente nell’area Expo.
A seguito dell’assunzione di droga , lo studente è caduto dalla finestra della stanza d’albergo presso cui dormiva, esattamente dal quinto piano dell’edificio. Nulla è emerso dall’autopsia che lasci intendere possa essere stato qualcosa di diverso a causarne la morte; quasi certo che il ragazzo abbia fatto il fatale abbinamento droga-alcool che ha causato un malore. Il resto si conosce già. Altri test verranno svolti sulla salma del giovanissimo Elia ma per il risultati si dovrà ancora attendere.
Le dichiarazioni del Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Giorgio Rembado al quotidiano La Repubblica al riguardo non hanno lasciato spiragli di ottimismo: “Abolirei le gite, non hanno più la funzione di una volta. Con la semplificazione dei viaggi queste non sono più occasioni per gli studenti di conoscere posti nuovi, ora è possibile partire in autonomia e andare ovunque si voglia grazie ad agevolazioni nell’acquisto di biglietti e voli low cost”.
L’opinione pubblica, tra social e non, ha detto la propria in queste ultime ore in merito alla sua affermazione. I ragazzi, come prevedibile, non sono d’accordo in quanto la gita scolastica è per loro un’occasione per poter condividere un momento indimenticabile della propria vita a scuola. Eppure, altri non hanno del tutto rifiutato l’idea di abolire i viaggi di istruzione. In effetti, i tempi sono cambiati, quanto detto dal prof. Rembado non è sbagliato: i ragazzi oggi viaggiano con molta più facilità. Che fare allora? Tra le proposte avanzate, quella di sostituire le gite con progetti di scambio culturale che prevedano, ad esempio, un periodo di studio all’estero. Altri ancora, propongono scambi che prevedono l’impiego della stagione estiva in un luogo diverso, oppure un periodo di lavoro/studio che introduca alla pratica di quanto imparato a scuola. Insomma, le soluzioni sarebbero tante. Il Ministero prenderà in carico queste riflessioni? Non è da escludere. Una valida alternativa alle classiche gite scolastiche, ormai “stantie”, porterebbe la scuola a raggiungere un livello di emancipazione più elevato, pari agli standard di altri paesi europei già attivi su questo fronte.
Peccato si debba sempre aspettare la tragedia per mettersi in discussione.