Lucio Lazzaruolo presenta ” Pensieri Stupendi ”

Il musicista irpino, con il suo libro, vuol spiegare le vicende politiche del panorama italiano odierno

Lucio Lazzaruolo 2Avellino – Pensieri stupendi ti vede debuttare su carta stampata, dopo trent’anni di onorata attività musicale… Come è nata questa idea?

Davvero per caso. In pratica da quando ho cominciato a bazzicare Facebook. Ho “postato” qualche pensiero che già mi frullava in testa da un po’ e delle riflessioni sull’attualità, cercando di cogliere sempre il lato ironico e grottesco delle cose. Poi l’amica scrittrice Giovanna Iorio mi ha suggerito di sottoporre un po’ di questo materiale a una casa editrice romana, Edizioni Progetto Cultura, che si è subito mostrata interessata al mio lavoro. Ed è nato Pensieri stupendi.

 

Il tratto pittorico in copertina è inconfondibile, quello di Riccardo Mannelli, che i lettori di Cuore ricordano bene, ma anche i fan del Notturno Concertante…

Ha mostrato sensibilità e interesse nei confronti del nostro lavoro musicale e mi ha generosamente consentito di utilizzare anche alcuni suoi lavori per la copertina del libro.  Quando l’idea del libro si è concretizzata ho subito pensato a lui per la copertina. La cosa che mi piace di più di Mannelli è la capacità di cogliere l’essenza delle persone che ritrae, non solo di quelle famose. Alcuni suoi lavori, secondo me, sono meglio di un editoriale perché mostrano con disarmante evidenza l’Italia contemporanea. E spesso non è un bello spettacolo.

 

Nel 1993, quando Mannelli disegnò la copertina di Erewhon del Notturno Concertante, eravamo nel pieno di Tangentopoli. Ventidue anni dopo, come si può leggere tra le tue freddure, le cose non sono molto cambiate. O sono forse peggiorate?

In fondo noi italiani siamo sempre gli stessi. Un popolo dalle grandi qualità, ma anche con difetti notevoli. E siamo gente piena di contraddizioni. Adoriamo, ad esempio, il cosiddetto uomo forte al comando, ma solo, in realtà, se ci consente di fare meglio i nostri affari (leciti o meno che siano). Gli ultimi venti anni, temo, siano stati solo un antipasto per quello che ci aspetta. Credo che, alla fine, le freddure e le battute contenute nel mio libro siano una sorta di “sfogatoio” rispetto a una situazione che rimane grave, ma non seria. Una delle più emblematiche a questo riguardo è:

 

Renzi: “Nostalgia dell’Ulivo? Persi venti anni”.

Ci si poteva alleare subito con Berlusconi.

 

Il ritratto è inevitabilmente a tinte fosche: l’Italia merita solo questi “pensieri beffardi” o pensi ci sia anche del buono nel nostro Paese?

Ci sono un sacco di cose buone e di persone eccezionali, abbiamo una storia meravigliosamente ricca e affascinante, un patrimonio artistico che non ha eguali e persone che giornalmente fanno “eroicamente” il loro dovere (qualcuno ha detto che è un eroe chi fa il suo dovere quotidianamente…), troppo spesso sbeffeggiate dal potere. Detto questo, in un Paese di moderati con la bava alla bocca, ossequiosi del potente di turno, un piccolo sberleffo o qualche necessaria cattiveria non guastano, anzi…

 

Un riferimento costante dei tuoi pensieri va al ruolo dei media: quanto è coinvolta l’informazione nella decadenza della nostra nazione?

Beh, per governare il nostro Paese non sono necessari i Carabinieri, ma la manipolazione accurata dell’informazione, soprattutto quella televisiva. La riprova è che qualsiasi presidente del Consiglio occupa militarmente la Rai, magari dicendo di voler liberare quell’azienda dai partiti. Figuriamoci… Poi c’è da dire che abbiamo in Italia un’atavica inclinazione alla cortigianeria, aggravata dal fatto che non esistono i cosiddetti editori puri, ma palazzinari, tycoon o monopolisti interessati a intrattenere buoni rapporti col potere per riceverne benefici. E i giornalisti devono conformarsi se non sono già “conformati” da soli.

 

Non poteva mancare un gancio al mondo dello spettacolo, nello specifico quello musicale: secondo te quali sono le responsabilità del music business nell’imbarbarimento culturale italiano?

Il music business, che ormai temo sia ridotto maluccio in Italia, ha cercato soprattutto negli ultimi anni di cavalcare l’onda di chi ha successo, inventandosi improbabili cloni a getto continuo, distruggendo la personalità di musicisti bravissimi e ignorando tutto quello che aveva il minimo sentore di cultura e diversità dai canoni aziendalistici. Tutto questo in nome del dio denaro. Quel che dovrebbe far riflettere, anche riferendosi alle capacità manageriali di chi gestisce lo show biz italiano, è che in questo modo le vendite dei dischi sono crollate (e non solo a causa del download illegale) e che l’industria discografica ha spazi sempre davvero angusti.

 

I contributi quotidiani su Facebook ti hanno dato un immediato consenso, tanto che alcuni tuoi post sono stati usati da Spinoza e dal Fatto: qual è secondo te la reale importanza del social network?

È un modo per dire: “Ehi sono qui!”… con tutti i cazzeggi, gli esibizionismi, i cappuccino time, le cavolate che connotano i social network. Insomma è importante non prendere troppo sul serio Facebook, senza dedicarvi troppo tempo. Per me è stata comunque una piccola gratificazione sapere che c’è qualcuno che legge le mie battute e che qualche volta Il Fatto le pubblichi.

 

Dal web alla carta: il tuo lettore ideale è un “social addicted” o una figura di interessi e pratiche più ampie e “umane”?

Credo che sia una persona che si tiene informata sull’attualità e che non segue solo i media di regime (nel nostro Paese spesso media e regime sono sinonimi). Quindi il riferimento è sicuramente al secondo tipo di persona che hai indicato. Il tipo di persona a cui potrebbe piacere questa battuta contenuta in Pensieri stupendi: 

Dudú abbaia in diretta durante un collegamento con un club.

Sconcerto tra i presenti: sembrava un intervento insolitamente moderato della Santanchè.

 

 

 

Source: www.irpinia24.it