Fattoria Sociale: In Irpinia una solida realtà

Il primo esperimento è stato realizzato dall'Isca delle Donne, in collaborazione con il Gal Partenio. D'Amelio: "Cercheremo di destinare fondi del PSR all'agricoltura sociale. Questa è una sfida e per come stiamo lavorando la possiamo vincere". L'onorevole Paris: "La firma del protocollo è un ulteriore tassello, speriamo che tutto ciò non venga disperso"

20151016_114715Avellino – Le persone, la terra, il lavoro. Queste sono le parole chiave del progetto “Agricoltura Sociale come Opportunità di Sviluppo Rurale Sostenibile”, realizzato dall’Isca delle Donne, la fattoria sociale irpina. Un importante piano di lavoro portato avanti dalla Cooperativa Gea e promosso dal Gal Partenio per garantire il commercio solidale, la protezione dell’habitat e sopratutto l’inclusione della popolazione fragile. 

Un’ utopia che diventa realtà, dopo l’approvazione della legge che riconosce e regolarizza l’agricoltura sociale. A discuterne  Adelina Galdo, responsabile Progetto ,  Salvatore Esposito, presidente della Società Consortile Mediterraneo Sociale, Maurizio Reveruzzi, coordinatore Gal Partenio, Luca Beatrice, presidente Gal Partenio. Marco Berdardo Di Stefano, presidente Rete delle attorie Sociali. Gli onorevoli: Pasquale Giuditta, dirigente Ministero Politiche Agricole, Valentina Paris, responsabile Enti Locali del Pd, Giancarlo Giordano, vicepresidente VII Commissione “Cultura, scienza e istruzione”, Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania e Massimo Iorio, vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura.

Galdo: ” La fattoria sociale è nata nel 2009 grazie alla Caritas Diocesana e al Consorzio Mediterraneo Sociale. L’agricoltura, nonostante si ispiri alla tradizione è un settore innovativo. E’ uno strumento utile per l’inserimento sociale, attraverso un percorso personalizzato. La Campania è stata la prima regione a trasformare il welfare assistenziale in welfare comunitario. Questo aspetto va però migliorato. Il progetto è solo l’inizio di un percorso, un input da dare al territorio per attivarsi e ripetere questa esperienza“.

Esposito: “Non è stato facile, è stata una scommessa. Abbiamo messo insieme il bisogno dell’inclusione e un pezzo di terra da coltivare. Un passo importare da compiere è il censimento dei terreni demaniali in modo da metterli a disposizione dei giovani agricoltori sociali, attaverso un bando anche regionale“.

Di Stefano ha voluto chiarire innanzitutto che la Rete attorie Sociali non è un sindacato o un partito. E’ stata ondata nel 2005 per mettere insieme attraverso una rete delle persone che hanno lo stesso obiettivo e lo vogliono far conoscere alle istituzione per non essere lasciati soli.

20151016_122348Condivido che siamo in una nuova epoca –  ha affermato Di Stefano – dal punto di vista economico e di welfare. L’agricoltura porta i servizi vicino alle persone. Ieri è stata una gioia passare una giornata con Mediterraneo Sociale e visitare la fattoria che è gestita con professionalità, amore e competenza. Questa settimana è cruciale per il settore agricolo. Con l’attuazione di alcuni decreti sarà possibile dare una netta svolta“.

Il presidente del Consiglio regionale è stata la prima firmataria delle Fattorie Sociali e degli Orti Sociali. Secondo la D’Amelio bisogna costruire una rete per investire in risorse di questo tipo: “Gli immigrati potrebbero essere utilizzati in maniera produttiva, diventando così una risorsa straordinaria. Pensiamo a tutti quei comuni che hanno case disabitate e terreni abbandonati. Oltre alla legge sulle fattorie sociali, sono stata firmataria della legge che assegna ai giovani under 40 un terreno demaniale. Il censimento delle terre non è arrivato, ma ora acceleriamo. Su direttiva dell’Unione Europea stiamo riscrivendo il Psr, cercheremo di mettere al centro l’agricoltura sociale, in modo da destinare ad essa delle risorse. Questa è una sfida e per come stiamo lavorando la possiamo vincere“.

Giordano, invece, denuncia che i fondi a disposizione c’erano, ma sono stati spesi male: “Affidare queste realtà all’incertezza, alla buona volontà, non fa di loro un segmento dell’economia. Il punto non è avere più soldi, ma spenderli meglio. L’attuale sistema economica è incompatibile con il genere umano. Non mi creo l’illusione che la fattoria sociale risolvi il problema della crisi economica, ma che possa innescare un meccanismo che coinvolga anche le altre cooperative. Lì ci sono delle persone che hanno un sogno e noi politici dobbiamo realizzare“.

Giuditta: “Ringrazio il Gal Partenio e l’intero Consiglio di amministrazione. Con questa iniziativa ragioniamo in modo strategico. Non abbiamo mai trascurato il fattore sociale. Questo tavolo è un segnale importante“.20151016_123653

Paris ha evidenziato l’importante di dare dignità al lavoro autonomo e favorire l’auto – impresa : “Ognuno deve fare la propria parte. Dobbiamo recuperare lo Statuto dei Lavoratori Autonomi, per dare dignità a ogni cittadino attraverso il lavoro. L’Agenzia Nazionale del Demanio ha messo in piedi un’importante operazione: ha messo a disposizione dei sindaci i terreni di sua proprietà, in modo che i cittadini possono usufruire. Ecco partendo da questa informazione, possiamo andare avanti, fare delle verifiche. Con la Giunta Caldoro l’assessore all’Agricoltura ha operato a intermittenza. L’attuale presidente ha, invece, voluto mantenere a sé la delega, applicando la legge 56, cioè restituire la competenza alle province. Se questo dovesse avvenire il presidente del Gal può incidere su questo con la collaborazione dei presidenti degli altri Gal e accedere, quindi, a bandi regionali. Sono d’accordo che le risorse finanziare si devono spendere meglio, però questo è possibile se si prova a costruire una progettualità, non guardando al singolo. La firma del protocollo è un ulteriore tassello, speriamo che tutto ciò non venga disperso“.

Fiorio: “La legge ha riconosciuto politiche già in atto sul territorio.L’agricoltura è un patrimonio importante del nostro Paese, a dispetto di coloro che dicevano che questo settore andava abbandonato. L’agricoltura sociale è stato un aiuto per le regione che hanno legiferato e non, per evitare di trovarsi dinnanzi ad avventurieri, visto che ci sono in campo delle risorse. Non è un’avventura per pochi coraggiosi, ma una componente del welfare locale, perché è un mezzo per dare un’opportunità di lavoro a chi è in difficoltà“. 

Source: www.irpinia24.it