Cgil – Immigrati in Europa, Giugliano: “Da soli non si fa niente”

La nota di Mimmo Giugliano, Cgil, sulla crisi immigrati in Europa

CGILAvellino – “Mentre è in corso una delle più gravi crisi migratorie dopo la seconda guerra mondiale, l’ Unione Europea ha adottato a fatica una chiave di ripartizione per distribuire 120.000 rifugiati. Ma va sottolineata la necessità di armonizzare le modalità, ma anche di favorire l’ integrazione dei migranti. All’ inizio ed alla fine degli anni ’90, con la crisi in Bosnia e in Kosovo, l’ Europa aveva registrato un numero di richieste d’ asilo simile ad oggi.  Allora, però, avevamo constatato un riassorbimento rapido della crisi, il che aveva permesso il rientro di una parte delle persone che avevano cercato protezione.  Adesso, invece, siamo confrontati con una serie di crisi che sembrano essere di lunga durata, specialmente in Siria ed in Eritrea, ma anche altrove.
 
Quindi, va messo in piedi un sistema di protezione  che probabilmente si protrarrà  a  lungo, perché  sono crisi  profonde  che colpiscono i Paesi di origine  e  la maggior parte dei migranti. Dapprima, occorre lottare per far sì che nei Paesi di partenza i conflitti finiscano e per assicurare il rispetto dei diritti della persona. Naturalmente, esistono soluzioni più immediate. Bisogna proteggere i migranti dai naufragi ed organizzare operazioni di salvataggio, se necessario.
 
Un’ armonizzazione delle procedure per il riconoscimento dell’ asilo a livello dell’ UE  è  assolutamente necessaria, nel senso che la ripartizione della responsabilità di favorire protezione deve essere messa in atto tra gli Stati membri dell’ UE. La Commissione europea ha già fatto passi avanti negli ultimi anni.  Direttive e fondi di solidarietà ormai esistono. Ma ci vuole anche una volontà politica forte a livello di Stati membri.  E’ un principio che vale anche per l’ Italia. Una chiave di ripartizione  è  indispensabile,  soprattutto per i casi urgenti. Il sistema di Dublino deve essere rivisto  e/o  completato da un meccanismo di solidarietà. Tuttavia, la strada è lunga.  Non si troveranno soluzioni soddisfacenti nell’ immediato, ma bisogna mettere in piedi una coordinazione europea quanto prima.
 
Come bisogna agire per integrare i migranti, in questo la Svezia  è  un esempio.
 
Il metodo è di fornire immediatamente tutte le basi per favorire l’ integrazione”.
Source: www.irpinia24.it