InfoIrpinia visita Avellino, magra partecipazione dei giovani della Città
Ma questa è storia vecchia, il palesarsi di un costume tutto avellinese di bruciare le occasioni di dialogo e di cambiamento, per ritrovarsi a vivere con quelle vecchie ricette, che costantemente critica, ma che poi non abbandona mai.
Avellino – Continua il viaggio di InfoIrpinia, che come al solito si dimostra capace di inglobare entusiasmo e le migliori energie del territorio. Il ritrovo è alle 15, davanti alla Chiesa del Rosario, dove il Presidente dell’associazione, Francesco Celli, ha chiamato a raccolta i presenti e ha provveduto a una breve introduzione, prima delle visite guidate.
“Estate in Irpinia recupera una tappa che era stata prevista a Luglio, ma che poi è saltata – ha spiegato Celli – Avellino fa parte dell’Irpinia, e perciò, vogliamo ricollegare culturalmente il capoluogo alla sua provincia. Lo facciamo riscoprendo le bellezze di Avellino, una città che ha problematiche profonde, dove ci hanno fatto credere, spesso, che non ci fosse un futuro, ma nel nostro percorso estivo abbiam scoperto quanta ricchezza c’e in Irpinia. Oggi siamo a scoprire quanta ce n’è qui. vedendo beni dimenticati dagli avellinesi stessi, purtroppo. Per risvegliare l’orgoglio dobbiamo toccare con mano e conoscere, ed è cio che stiamo facendo e continueremo a fare. Del resto questa è una città antichissima, che fin dai primi albori ha avuto un ruolo importante, fungendo da terreno di battaglie comuni. Se siamo stati capaci nel corso dei secoli di riunirci e combattere, oggi più di ieri dobbiamo combattere dalla stessa parte.. Abbiamo il diritto di scrivere noi stessi il nostro futuro. I politici irpini non ascoltano, ma il territorio parla. Gli avellinesi sono stati saccheggiati, ricoperti di cantieri che impediscono serenità nella conduzione delle loro attività. E’ il momento di riprenderci i nostri spazi e riallacciare con le nostre radici e vocazioni. Dobbiamo lavorare tutti insieme giorno dopo giorno. Ieri siamo stati a Mirabella, oggi siamo ad Avellino perché il filo che lega naturalmente l’Irpinia non si spezzi”.
La visita è iniziata proprio dalla contemplazione del Rosario, per poi passare al Carcere Borbonico, a Piazza Libertà e al Centro Storico, ripercorrendo i momenti salienti della storia del Capoluogo, a ritroso dal ’900 alle origini.
Partecipazione avellinese modesta, considerando la portata dell’evento, che avrebbe offerto ai suoi cittadini, specialmente ai suoi giovani, la possibilità di conoscere o di riconoscere i suoi luoghi e la sua cultura. Ma questa, evidentemente, è storia vecchia, il palesarsi di un costume tutto avellinese di bruciare le occasioni di dialogo e di cambiamento, per ritrovarsi a vivere con quelle vecchie ricette, che costantemente critica, ma che poi non abbandona mai.
La pagina di oggi, però, è talmente bella, che è preferibile dar merito alla parte di Città che ha voluto esserci e alla comunità irpina, che si dimostra sempre legata alle sue radici e propositiva. Speriamo che intanto passi il concetto che, per quanto possa essere importante “fare qualcosa”, piuttosto che stare immobili, è assolutamente necessario capire cosa è fatto per amore della propria terra e cosa, invece, troppo spesso, viene escogitato per garantirsi un giro di ruota.
La passione vera è quella che accende le persone, non i riflettori.