Immigrati – Morcone: “Punteremo su strutture ad Avellino”

In arrivo altri profughi nella nostra provincia. Alfano sfida i prefetti: "Chi non ce la fa a sostenere l'emergenza può anche andarsene". Intanto gli italiani iniziano a essere stanchi di questa Italia speculatrice e falsamente solidale...

milano_immigrazione_1_profughi_stazione_centrale_fotogramma__8_Avellino – Mario Morcone, prefetto e capo del Dipartimento immigrazione del Viminale ha preannunciato l’arrivo di altri profughi sulle coste sicilianee calabresi, ma non solo. “In Campania sono da escludere le province di Napoli e Caserta. Punteremo su Benevento ed Avellino“.

Un continuo botta e risposta tra prefetti e Viminale. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano li ha sfidati: “Chi non ce la fa a sostenere l’emergenza immigrazione può anche andarsene“.

Purtroppo le regioni del Sud sono quelle che stanno risentendo maggiormente le conseguenze dei continui sbarchi. Le strutture sono ormai sature, dappertutto, anche ad Avellino. Almeno quelle utilizzabili. Ricordiamo la situazione dei profughi delle villette di Monteforte, costretti a vivere “ammassati”, in quanto lo spazio non è sufficiente. Gli stati europei  hanno passato “la patata bollente” all’Italia. L’Italia l’ha accettata perché il bottino è alquanto cospicuo, figuriamoci se si sarebbe tirata indietro. Ha spalancato, senza pensarci un attimo, la porta d’ingresso.  Intanto, si sono arricchite anche le cooperative, addette all’assistenza. Il Nord ha, scaltramente, tenuto l’accoglienza “sotto controllo”, il Meridione continua a subire. Non a caso, la Campania mantiene il quarto posto fra le regioni a maggior vocazione ospitate, dietro la Sicilia. Questa è la bella Italia solidale.

Attenzione però, non si tratta di razzismo. Si tratta esclusivamente di buon senso. Il problema non è solo italiano, maltese e greco, il problema è europeo e se vogliamo anche internazionale. Non a caso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha affermato: “Il fenomeno immigrazione va affrontato con saggezza e apertura, aiutare i paesi dove si originano e dove transitano i flussi è la risposta più intelligente“. Sicuramente non è una passeggiata, ma l’unione fa la forza. Non possiamo accogliere l’intera popolazione africana, non è questa la soluzione. In questo modo si alimenta solo  un clima di odio e di risentimento nei confronti di questa gente. Tra l’altro episodi di criminalità che li vedono protagonisti sono tanti, gli italiani sono stanchi. Una nazione che trasforma l’umano in capitale e non lavorativamente, non può considerarsi un esempio, se non cattivo.   

Le “potenze” europee hanno adottato, invece, una diversa strategia. Hanno seguito la linea del detto popolare “il gioco non vale la candela” e hanno preferito stare tranquilli e non aggiungere “un posto a tavola”. La possibilità di intervenire in quelle terre neanche viene presa in considerazione, visto che manca l’interesse politico – economico. Gli scafisti, indisturbati, continuano a servirsi della disperazione, torturare e uccidere. A novembre, probabilmente, si terrà un summit internazionale con la partecipazione di 58 capi di stati e di governo. Magari salterà fuori il vero spirito solidale. E non sentiremo più storie assurde, come lo scafista che ha buttato l’insulina alla bambina diabetica e spietatamente l’ha lasciata morire. E ora di dire basta. 

Daniela Cataldo 

Source: www.irpinia24.it