Sospeso De Luca, l’on. Scotto(Sel) ad Avellino: “Una tragedia politica per la Campania”
La sospensione del Presidente De Luca ha confermato le previsioni di Sel. Ad Avellino il capogruppo alla Camera l'on. Arturo Scotto
Avellino - Sel non aveva dubbi su quanto accaduto. Il neo eletto Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è stato sospeso in rispetto della legge Severino. Se entro il 12 Luglio non avverrà l’insediamento della nuova giunta regionale tutto salterà e la Campania sarà commissariata.
Questo pomeriggio, presso il Samantha della Porta di Avellino, Sel ha ospitato il capogruppo del partito alla Camera l’on. Arturo Scotto: “Era evidente dall’inizio che questa legislatura sarebbe stata segnata da un calvario di carte bollate, da processi e ricorsi. La responsabilità principale – dichiara l’onorevole – sta in capo a chi ha voluto mettere la testa sotto la sabbia, ossia il Pd e Matteo Renzi. Quanto sostenuto da noi in occasione delle primarie non era affatto un’espressione di antipatia nei confronti di De Luca, volevamo solo evitare evitare questo degrado in Campania. Per le condizioni in cui verte la Regione – ha aggiunto - ci sarebbe stato bisogno di un Governo regionale in carica sin da subito, stabile. Se pure De Luca vincesse la sospensiva della sospensione, arriveranno ulteriori rallentamenti a causa di nuovi processi da affrontare. Sarebbe più giusto tornare al voto”.
Entro il 12 Luglio, come già anticipato, il Consiglio Regionale dovrà necessariamente insediarsi. Scotto commenta: “E’ stato un atto poco serio quello della consigliera D’Amelio di non convocare il Consiglio Regionale in quanto il suo insediamento era necessario. A quanto pare – ha dichiarato l’onorevole – la vita di un’istituzione è subalterna all’esigenza di un partito e di una personalità in particolare. Vedremo a breve se entro il 12 Luglio l’appello di De Luca sarà ascoltato e ci sarà una sentenza. Nel caso questa non dovesse arrivare, si andrà al commissariamento. Una tragedia politica, questa, frutto dell’indecisione di Renzi e del Pd. I giuristi e gli storici – ha concluso – dovranno seriamente interrogarsi su come un partito, che governa il 90% di enti locali e regioni, abbia così scarsa considerazione della prima regione del Mezzogiorno”.