Casi di sospetta Legionellosi: il Moscati invita alla calma
Sono sei i pazienti che probabilmente sono stati colpiti dal batterio della Legionella. Il reparto di Malattie Infettive: "Non affollate il Pronto Soccorso. Il contagio non avviene da persona a persona"
Avellino – L’ospedale Moscati sta affrontando in questi giorni un’altra nuova emergenza: l’allarme legionella. Ormai è una vera e propria psicosi. Il pronto soccorso viene assalito giornalmente da numerosi pazienti che hanno il sospetto di essere stati contagiati.
Dal 25 maggio al 9 giugno sono stati sei i casi sospetti, tra cui un anziano deceduto all’ospedale di Nola. Si tratta di pazienti residenti a Sperone, un giovane 31enne di Villamaina ed un’altra persona di Montefredane.
Tutti aveva usufruito, nei giorni scorsi, delle terme di uno stabilimento irpino, sottoponendosi a cure inalatorie e ad aerosol. Il risultato degli analisi che confermerà se realmente siamo difronte a casi di legionellosi, arriverà entro la prossima settimana.
I sintomi più frequenti della malattia infettiva sono: polmonite, febbre, raffreddore, tosse, mal di testa, dolori muscolari, astenia, perdita d’appetito, occasionalmente diarrea e disturbi renali.
Come ha sottolineato l’Asl di Avellino il contagio non avviene da persona a persona, ma inalando acqua contaminata sottoforma di “aerosol” generati da rubinetti, docce ed impianti di umidificazione ecc. che si trovano in strutture pubbliche.
Per questo motivo il reparto Malattie Infettive del Moscati, guidato dal dottore Acone, ha lanciato un appello ai cittadini affinché non affollino inutilmente il pronto soccorso che è già messo in ginocchio da un po’ di tempo a causa dei tagli alla Sanità e diano la possibilità agli operatori sanitari di fare il proprio lavoro.