Montefusco(Sel): “La sconfitta è il segnale che la sinistra deve rinnovarsi”

Il segretario cittadino di Sel si è espresso sul voto in Campania e sul ruolo della sinistra alternativa

roberto_montefuscoAvellino – E’ stata una lunga chiacchierata quella con Roberto Montefusco, coordinatore cittadino di Sel, che dopo il voto dello scorso 31 Maggio, ha ritenuto doverose alcune considerazioni.

Innanzitutto c’è un’idea che va radicandosi di uno scontro che vede come concreti oppositori il Pd e il M5S che certamente non fa bene a quella sinistra d’alternativa, ma ‘residuale’. “Noi paghiamo lo scotto di scelte addietro, in cui la sinistra non ha saputo divincolarsi dall’abbraccio del Pd e ne ha fatto il suo esclusivo interlocutore. Chiaramente le responsabilità sono diverse e si distribuiscono non solo nel passato recente. La sinistra è avvertita ancora, in un certo qual modo, come quella forza sempre spaccata al suo interno, incapace di gestire il rapporto con i vari pezzi della sua cultura. E’ ovvio che in un contesto del genere, dove a degli errori certamente fatti, si sommano ‘memorie’ di una certa tradizione, il voto al centro -sinistra si sposti più facilmente sul Pd e il voto di rottura si orienti sul M5S”.

Proprio rispetto al M5S è venuto fuori uno spunto di riflessione, figlio di una volontà di sfida che dovrà affrontare la sinistra, ossia la capacità di riconvertire tanti ‘buoni precetti’ in un progetto politico ben identificato e definito. “Non nego che il M5S porti al centro delle istanze importanti e condivisibili, ma pur vero è che non ci si può rassegnare al superamento di una destra e di una sinistra e tanto meno dire alla gente di farlo. Mi preoccupano tutte le energie che confluiscono in quel movimento e nel loro voto. Sui temi dell’immigrazione, dell’euro, la loro posizione non può essere la nostra, senza contare la grossa fetta di questioni sociali e civili sulle quali non è chiaro, o non pervenuto, il loro orientamento. Non mi piace questa rappresentazione di una società letta unicamente come la contrapposizione di onesti e disonesti, di bene e male.

C’è altro, c’è sicuramente un problema di onestà, ma questo non vuol dire che i grillini possano arrogarsi il diritto di stabilire i ruoli. Dopo possiamo e potremo, ormai è assodato, dire che il nostro occhio dovrà spostarsi in parte anche su di loro. Ma non passi il concetto che si sono solo loro e poi il nulla. Ecco questo è il momento in cui la sinistra d’alternativa può aprire una nuova stagione, prendendo vitalità da quelle spinte dal basso che stanno maturando come quella della coalizione sociale di Landini e Possibile di Pippo Civati, esperienze che rimettono in gioco gli attori naturali della nostra cultura”.

Su quanto è avvenuto in Campania l’amarezza è tanta. “Qui credevamo di fare bene in nome di un distacco dal Pd e soprattutto dal Pd di Vincenzo De Luca, ma nonostante ciò non si è superato neanche lo sbarramento. Non ce lo aspettavamo. Credo che tutti i motivi poco fa esplorati abbiano fatto da protagonisti anche in Campania, con la differenza che forse qui ha inciso anche una cultura conservatrice e delle scelte operate evidentemente erronee. Anche se abbiamo corso tutti insieme, sel, comunisti ecc., non è credibile ciò che vogliamo rappresentare. Credo proprio che qui come nel resto d’Italia si avverta forte una crisi, frutto di una distanza tra la rappresentanza e la rappresentazione.

Questa sconfitta, però, non è una battuta d’arresto, ma piuttosto l’inizio di un percorso verso la ricostituzione di un soggetto politico che ha qualcosa di autentico da portare in campo. In questo senso il ricambio generazionale, non superficialmente anagrafico, è un’altra esigenza emersa e a cui bisognerà dare spazio”.

Proprio oggi che ricorre l’anniversario di Berlinguer parlare di cambiamento e rinnovamento può avere senso solo riavvicinandosi a quell’accezione dei termini del segretario sassarese del Pci.

 

di Francesca Contino

 

Source: www.irpinia24.it