Ambito A04 – La Verde ad un’Assistente Sociale: “Lei non è ben accetta, vada fuori”

Il Vicesindaco perde le staffe, D’Elia: “Comportamento inaccettabile”

Foto Raffaele 1_1OKAvellino – “Siamo all’assurdo, si è davvero toccato il fondo”. Così Raffaele D’Elia, Commissario Liquidatore del Consorzio Pubblico di Servizi Sociali Ambito A4, già Direttore del Consorzio stesso, nel commentare l’accaduto di qualche giorno fa. “In tutto questo tempo – prosegue – mi sono sempre e solo limitato ad un ruolo tecnico, cercando di portare il mio contributo per risolvere l’impasse in cui è precipitato il sistema, ma dopo gli ultimi avvenimenti non posso più tacere”.

Nei giorni scorsi – questi i fatti – un’Assistente Sociale, ex Operatrice del Consorzio A4, oggi Case Manager del Progetto Home Care Premium 2014, è stata letteralmente sbattuta fuori dal Municipio di Avellino dal Vicesindaco Stefano La Verde. “Non c’è nessun progetto!”. Queste le parole di La Verde che prosegue: “E’ grazie ai suoi Sindaci se qui non è ben accetta. Vada fuori”. Una spiacevole esperienza per l’Assistente Sociale che, dovendo procedere all’implementazione del progetto attraverso delle prestazioni integrative a favore dei beneficiari residenti nel Comune di Avellino, aveva programmato un incontro conoscitivo tra gli operatori domiciliari, i beneficiari ed i loro familiari presso la sede municipale, già Sportello Sociale del progetto HCP 2014. L’Assistente Sociale, sopraggiunta al secondo piano della sede municipale, Settore Servizi Sociali, dove nel corridoio erano già presenti alcuni dei beneficiari contattati, era in attesa di una stanza per far accomodare gli stessi. Il Vicesindaco Stefano La Verde, sopraggiunto in loco, dopo aver appreso dall’Assistente Sociale il motivo della sua presenza, con toni poco garbati ha invitato la stessa ad accomodarsi fuori ed a ricevere gli utenti in diverso luogo. Vani sono stati i tentativi dell’Assistente Sociale di far comprendere che la sua presenza era dettata dalla necessità di erogare dei Servizi a utenti della città di Avellino. E pensare che, ad oggi, l’unico servizio erogato sul territorio dell’Ambito A04 è HCP 2014, gestito dal Consorzio A4, a favore di 120 nuclei familiari, su delega del Coordinamento Istituzionale.

“Credo che sia arrivato il momento – dice ancora D’Elia – di prendere definitivamente atto dell’impossibilità, dei Comuni facenti parte dell’ex Ambito A4, di proseguire sulla strada della cooperazione con la Città di Avellino: sono circa due anni che i Servizi all’utenza sono fermi grazie all’improbabile gestione portata avanti dal Comune di Avellino. Si è tollerato fin troppo, gli utenti hanno delle necessità che non possono dipendere dagli umori politici dei rappresentanti comunali di Avellino. Più volte, anche grazie all’intervento del Sindaco di Cervinara Filuccio Tangredi, Vicepresidente del nuovo Ambito A04, i 15 Comuni hanno tentato di avviare una mediazione con la Città di Avellino: i risultati sono stati pressoché nulli. C’è una incapacità di fondo che non può essere sanata ed una chiara volontà di non voler cooperare che può essere risolta solo dalla Regione ridisegnando l’Ambito A04. L’assurdità – prosegue – è che c’era un sistema che funzionava, che garantiva dei Servizi ed un’occupazione a molti. Il Consorzio A4 era l’orgoglio dei Comuni dell’ex Ambito A4. Oggi, dopo l’accorpamento con la Città di Avellino, tutto è andato perduto. Questo è inammissibile. Gli organi regionali, i sindacati e le istituzioni a più livelli dovrebbero oramai aver chiaro che la questione si risolve solo separando Avellino dal resto dei Comuni”.

A tal proposito – è bene ricordarlo – poco tempo fa un’altra questione aveva coinvolto il Comune di Avellino: all’epoca, da parte della Cooperativa Sociale “Solidalia” di Benevento, l’invito fu quello di procedere all’annullamento degli atti di gara relativi al “bando per l’affidamento dei servizi” di cui al Piano Sociale di Zona. Nella missiva, inoltrata per conoscenza a tutti i Comuni parte dell’Ambito Territoriale Sociale A04, alla Regione Campania, a tutte le sigle sindacali, alla Prefettura di Avellino e all’Autorità Nazionale Anticorruzione, la Cooperativa scriveva: “Dagli atti di gara – questi alcuni stralci – si evince una base d’asta assolutamente incompatibile con il rispetto del costo del lavoro e del costo relativo alla sicurezza, oltre ad evidenti ed insanabili contraddizioni”. In breve – questo era messo in evidenza – a fronte di circa 600 mila Euro per 2 anni, le spese da sostenere sarebbero state di circa 1 milione di Euro, non contando che, con le cifre proposte, al massimo si poteva garantire al personale un compenso non superiore ai 300 Euro mensili.  “Applicando al monte ore – si leggeva, infatti – così come determinato nei documenti, il costo orario del personale adibito al servizio, risulta con ogni evidenza l’insufficienza dell’importo posto a base di gara”.

Il bando – questo il punto – doveva servire a garantire il reinserimento dei 22 ex Operatori del Consorzio A4, lievitati misteriosamente, nel bando proposto, a 45 unità. “E’ il caso di sottolineare – dissero all’epoca i rappresentanti di “Solidalia” – come il costo non tiene conto di due ulteriori figure professionali, non contemplate nella precitata documentazione e richiesti, invece, dal capitolato speciale d’appalto, determinando così ulteriore aggravio. Se a ciò si aggiunge che il costo del personale deriva dall’applicazione di contratti di collaborazione coordinata, mentre il capitolato speciale d’appalto, in palese e insanabile contraddittorietà, obbliga ad applicare solo contratti di lavoro dipendente, emerge l’assoluta incongruità dell’importo a base d’asta”.

Insomma, una situazione davvero al limite per il Comune di Avellino, capofila del Piano Sociale di Zona: stando ai fatti, non solo il reinserimento degli ex Operatori e l’erogazione dei Servizi Sociali a tutti i Comuni dell’Ambito continua ad essere a rischio, ma, soprattutto, pare compromesso il rapporto di civile convivenza tra tutti gli Enti e tra le persone coinvolte. “Il mio appello – conclude Raffaele D’Elia – rivolto a tutti i rappresentanti istituzionali, è quello di fare ogni sforzo affinché sia immediatamente trovata una soluzione allo stato di cose: la situazione è grave, è a rischio non solo il buon nome del welfare, ma più di ogni altra cosa, il benessere dei cittadini-utenti, vere vittime di scelte scellerate ed illogiche. La Politica – chiosa – dovrebbe favorire il cittadino, non imbrigliarlo in meccanismi deleteri”.