Sinistra a lavoro, Carmen Ricci: “Finto bipolarismo, qui regna la cultura centrista” – L’intervista
In un momento in cui il centro – sinistra vive a tutti i livelli una crisi profonda, in un quadro di ridefinizione di ruoli e valori, chi ha le idee chiare di ciò che vuole rappresentare è certamente la coalizione di Sinistra a lavoro per la Campania
Ultimo giorno di campagna elettorale e poi calerà il silenzio prima delle elezioni di domenica 31 Maggio. In un momento in cui il centro – sinistra vive a tutti i livelli una crisi profonda, in un quadro di ridefinizione di ruoli e valori, chi ha le idee chiare di ciò che vuole rappresentare è certamente la coalizione di Sinistra a lavoro per la Campania, che in regione ha declinato con manifesto disgusto la proposta di Vincenzo De Luca, come espressione di una coalizione di centro-sinistra e ha scelto come candidato Salvatore Vozza.
La parola a Carmen Ricci, candidata irpina di Sinistra a lavoro.
Cosa vuol dire secondo lei essere di sinistra in una Provincia come la nostra, governata essenzialmente dai poteri forti?
“Non è facile essere di sinistra e non lo è anche a livello nazionale. Abbiamo un passato alle spalle che condiziona pesantemente le opinioni delle persone, degli elettori che ricordano delle vicende e le attribuiscono arbitrariamente a chi è di sinistra. Non si può immaginare che la sinistra sia il Pd e basta, anche perché quella è una sinistra inesistente. Il loro è un partito a vocazione centrista, e lo si avverte soprattutto in questa Provincia. Qui il centrismo, nonostante il tramonto della prima Repubblica, è ancora fortissimo e appartenere alla sinistra equivale a esporsi a critiche negative. Le forze di centro continuano ad agire, hanno sempre agito. In apparenza c’è un sistema bipolare, ma in realtà da ambo i grandi schieramenti siamo di fronte a una logica centrista. Andando in giro tra la gente, in questa fase, però, ho potuto cogliere degli elementi di cambiamento. Tante persone, anche se non sono della nostra stessa parte politica, hanno le nostre medesime istanze ed esigenze. C’è una stanchezza oggettiva e condivisa che mi fa ben sperare”.
Come commenta la vicenda dell’operaio dell’Irisbus multato a Lioni per propaganda politica?
“Con una delegazione di sinistra questa mattina abbiamo incontrato il Prefetto che, preso atto delle nostre lamentele, ci ha indirizzati a rivolgerci al questore. L’episodio è molto grave. Personalmente ho visto la fotocopia del verbale in cui viene contestato in virgolette al multato di aver tenuto un comizio. Una grande menzogna, senza contare che legalmente è un atto che non sussiste perché si fa riferimento a una legge abrogata, poi sostituita da un’altra. È vergognoso che una persona che va a volantinare, come fanno tutti, subisca un provvedimento così duro come la multa e l’eventualità che per un anno non possa andare a Lioni. E’ qui che si intravede la mentalità che il Paese molto probabilmente sia un feudo di qualcuno. Chi fa una propaganda diversa viene punito”.
Arturo Scotto ha detto che con la vittoria di Podemos in Spagna è chiaro ormai che dalla crisi si esce da sinistra. E’ d’accordo e perché?
“Sono d’accordo perché la crisi, per quanto sia qualcosa di molto complesso, è legata anche ad un modo di gestire l’economia e i rapporti fra gli Stati. Finora si è applicato il criterio legato alle finanze e non alle persone. Prima della Spagna l’ha dimostrato la Grecia del resto. Nelle altre culture prevalgono interessi superiori, di tipo economico. E’ prerogativa della sinistra e dei suoi governi invece riportare al centro le persone e, soprattutto, le fasce più disagiate”.
Nell’ordine delle priorità del futuro governo regionale dovrà esserci il lavoro, cosa le sembra che la sua coalizione dica di più convincente e quali saranno in caso di elezione i vostri interventi?
Il lavro è un vero e proprio allarme. Innanzitutto ci occuperemo delle vertenze in corso come quella Whirpool per aiutare gli operai. Per il resto noi abbiamo nel nostro programma il sostegno all’imprenditoria giovanile e poi anche il contrasto al lavoro nero, meno toccato dagli altri come tema, ma che in Campania è una realtà da contrastare. Bisognerà controllare i criteri con cui le aziende selezionano e assumono e far funzionare meglio anche i centri per l’impiego. Tra le nostre proposte c’è anche quella del reddito minimo, per il quale ci battiamo e ci batteremo in attesa di una legge nazionale. In realtà c’era anche una legge regionale del 2004 in materia che andrebbe riconsiderata. Solo con questi interventi si può aprire un circolo virtuoso. Queste sono le priorità, ma chiaramente c’è anche l’esigenza di un flusso turistico, specie nelle aree interne, come in altre regioni dell’Italia centrale, bisogna creare un indotto che punti sulle nostre eccellenze enogastronomiche e sulla bellezza dei nostri parchi”.
Lei è una docente, qualche battuta veloce sulla proposta scolastica del governo nazionale.
“Per me è fantascienza, nel senso che voglio convincermi che sia molto più che remota la possibilità di una scuola pensata su misura per i presidi. Oltretutto oltre che non condivisibile, è una riforma molto vaga. Il movimento che si sta creando attorno al rifiuto di un sistema scolastico del genere mi porta a credere che questa battaglia non ci vedrà sconfitti”.
Si è conclusa così l’intervista a Carmen Ricci, che in ultimo ha voluto fare un appello al partito dell’astensionismo: “Voglio dire che capisco la rabbia di tanti elettori ma chi non va a votare perché pensa di esprimere così la sua protesta, invece non fa che favorire quelle coalizioni, che saranno votate dalle loro clientele e andranno comunque al potere. Sarà indifferente per loro la percentuale con cui lo faranno e se sarà dunque una vittoria bulgara. Bisogna votare perché l’alternativa c’è”.
di Francesca Contino