Regionali – L’Udc chiude la campagna elettorale
Anche Ciriaco De Mita è intervenuto per l'occasione
Avellino - ”Un progetto per l’Irpinia”: è così che l’Udc sceglie di chiudere la sua campagna elettorale per le regionali del 31 maggio in Irpinia. Ospite d’eccellenza Ciriaco De Mita, intervenuto per rafforzare il valore dei candidati del partito al prossimo appuntamento alle urne e, in particolare, per dare manforte alla candidatura di Maurizio Petracca. E proprio quest’ultimo realizza uno dei due interventi più importanti dell’incontro con l’elettorato affermando: «Mi propongo come candidato che rappresenterà le istanze del territorio in Regione Campania». Petracca afferma che «il lavoro è il problema fondamentale perché c’è una crisi evidente» ma precisa che «al contrario di altri, io non sono in grado di prendere in giro la gente, di dire che stanno aprendo mille fabbriche quando coi miei occhi ne vedo chiudere altrettante: sono menzogne scorrette».
E proprio il lavoro è uno dei punti forti dell’accordo siglato con il candidato del centrosinistra Vincenzo De Luca, così come lo è la questione dei fondi europei, al quale Petracca si ricollega parlando delle sue esperienze passate nelle istituzioni avellinesi: «All’epoca c’erano i soldi ma non le idee e noi le mettemmo insieme. Oggi i soldi ci sono comunque ma non li hanno saputi spendere» e proprio per questo la proposta che viene fatta è di far partecipare direttamente i comuni nella gestione dei fondi, per cancellare «questi anni di napolicentrismo». Petracca ritiene però di aver assistito ad una campagna elettorale «deprimente» perché «ci hanno accusato di trasformismo ma i trasformisti sono coloro che, eletti nel nostro partito, per sete di potere sono andati oggi da un’altra parte. Noi siamo un piccolo partito di persone per bene». Per Petracca, invece, «la campagna elettorale è un momento di confronto di territorio» e, dal suo punto di vista, «è stata un’esperienza entusiasmante. Mi auguro che il risultato sia lo specchio di ciò che ho seminato […]. Il rapporto diretto con le persone mi ha gratificato molto», ma egli stesso precisa che «comunque andrà a finire sarà un successo».
Degno di nota l’intervento dell’attuale Sindaco di Nusco, Ciriaco De Mita, per il quale «la chiusura della campagna elettorale è sempre stata occasione di riflessione. Oggi, io ho difficoltà ad organizzare un pensiero logico, però. Raccogliete i giornali degli ultimi giorni e cercate se c’è un’idea all’interno delle campagne elettorali». È subito chiaro come De Mita voglia impostare il discorso sul confronto con il passato quando rievoca la sua prima candidatura: «La partecipazione di quello che erano a favore e anche di quelli che non lo erano fu molto amplia. L’alleanza coi socialisti del ’58 era complicatissima rispetto alle posizioni dell’opinione pubblica generale ma la gente partecipò, capì e scelse – afferma De Mita, che prosegue – In questi giorni ho fatto grande fatica a capire perché si vota. La questione principale non è affrontata da nessuno». Coi suoi tipici discorsi allusivi e diretti allo stesso tempo, De Mita porta la sala a riflettere sullo stato della politica attuale: «Sentire parlare di cose senza senso è l’inizio del rincoglionimento collettivo.
La situazione politica generale del Paese è ciò che produce l’astensione». E ciò, a parere dell’ex Primo Ministro è un segnale molto grave, perché «Anziché realizzare l’ipotetico bipolarismo stiamo andando verso il partito unico, termine infelice e segnale che siamo in direzione inversa rispetto alle pratiche democratiche». Ma De Mita non risparmia qualche frecciatina a Caldoro: «c’è chi dice che io stia andando da Nusco a Napoli per prendere il potere ma io proprio a Nusco avevo spiegato che andava cambiato l’ordinamento regionale. Caldoro è stato più attento all’intrigo che al grande disegno» e in merito al cambio di alleanza, De Mita afferma: «Non abbiamo deciso all’ultimo minuti ma due giorni prima. Avevamo posto a Caldoro un quesito importante ma lui, incapace di decidere, ci stava praticamente impedendo di fare le liste […]. Noi candidiamo le nostre idee. Rinnovare la Regione è una questione fondamentale». È poi lo stesso De Mita ad affermare che «c’è gente infastidita dalla mia lunga presenza nell’attività politica da anni la mia attività è riflettere, parlare» e, poi, parafrasando Machado, aggiunge «quando morirò, ricordatevi che sono stato democratico cristiano – la sala applaude, quindi continua – Non è una cultura finita: sono finiti i democristiani trasformisti».