Varricchio: “politica? Meglio la sociolitica…”
“Sostengo la sociolitica perché la politica il più delle volte perde il contatto con la realtà quotidiana. Ogni persona dia il proprio contributo per migliorare le cose, ritrovando gli stimoli positivi che comunque la vita offre. Il cittadino che non si è schierato in un partito per fare l’amministratore comunale, si candidi comunque ad offrire il suo apporto alla città: oggi è la nostra responsabilità!”
Avellino – L’educatore professionale irpino Francesco Varricchio, esperto di life long learning (cioè, apprendimento lungo tutto il corso della vita), spiega la sua visione socio-politica, sostenendo la centralità della comprensione dei processi culturali, e motivando quella che lui ha definito educaideazione.
“Il termine politica viene spesso svalorizzato da chi ha perso il senso dei veri bisogni della πόλις (città), perciò sento di promuovere la sociolitica, concetto relativo alla societas (società); nel mondo già c’è stato chi ne ha parlato… io la intendo in questi termini: prima la persona, poi il mercato! Ho coniato il concetto di educa-ide-azione per affermare che educazione, progettualità e realizzabilità non possono essere separate. Il pensiero sociale di un giovane che spera nel futuro senza arrendersi alla crisi? Resistere, per essere un riferimento credibile nel proprio Comune: impegniamoci a diventare insieme costruttori di bene, condividendo una cultura comune e assicurando una presenza comunitaria solidale”.
In prossimità dello scorso Giovedì Santo, è nato un laboratorio di servizio educativo, promosso dall’associazione Pro Vita Sostenibile: “Il Comitato Buoni Cristiani Onesti Cittadini (C.B.C.O.C.) è nato per essere portavoce di idee realizzabili. Il cambiamento si può costruire solo insieme, tenendo unite le varie competenze professionali, e decidendo in Assemblea le varie proposte dei partecipanti da far valere all’esterno. La missione di Don Bosco (ricorre nel 2015 il bicentenario dalla sua nascita) fu questa: formare buoni cristiani e onesti cittadini, cominciando dai più giovani fino agli adulti perché la formazione dura per tutta la vita. Mentre, però, si può essere onesti cittadini senza essere buoni cristiani (anzi, senza esserlo affatto), non è possibile il contrario”.
“Io ritengo importante puntare sull’educazione civica, con spazio pre-politici che possano elaborare idee e proposte realizzabili da far attuare agli amministratori. Nel novembre 2011, l’economista cattolico Stefano Zamagni dichiarò: ‘ho imparato a essere consapevole della situazione e nessuna mia scelta è stata mai dettata da interessi di parte o personali. Bisogna valutare volta per volta qual è il modo migliore per essere utili al bene comune’. Nella classe dirigente occorrono persone serie, affidabili e competenti poiché, quando non mancano queste tre qualità, si diventa la persona giusta, al posto giusto e al momento giusto. Dunque spesso il problema dei governi è di deficit culturale: non vedono l’economia civile. Proprio per questo, io sto portando avanti questo APPELLO AI CRISTIANI, CITTADINI DEL MONDO: https://comitatobuonicristianionesticittadini.wordpress.com/appello/”.
Siccome i Forum di Todi sono stati segno di un evidente fallimento nell’organizzare la presenza dei cattolici in politica, come rispondere alla domanda di carità della società? “Scelgo di mettermi in gioco e di uscire allo scoperto non per vantarmi, ma per esortare prima altri cristiani praticanti e poi anche le persone di buona volontà ad impegnarsi seriamente per concretizzare qualche idea sia nell’ambito sociale sia politico, senza mai trascurare il benessere generale dei componenti delle nostre comunità territoriali”.
Sulla situazione del capoluogo: “dalla crisi possiamo uscire. Perciò, Avellino vivi sempre! , perché a nessuno è negata famiglia, amicizia e salvezza. Non mancano, infatti, comunità accoglienti e buoni focolai costruttori di bene. Passeggiando per le strade della città mi sono chiesto in che misura può rispondere un cittadino al benessere dell’ambiente in cui vive. In effetti nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, allo sviluppo e al raggiungimento del bene comune della società di cui è membro. Personalmente guardo i cantieri aperti (a piazza Libertà, a Corso Europa, a piazza Castello, etc.) come una metafora della condizione esistenziale: l’importante è che si sblocchino! Mi piacque da subito il rimodernamento di piazza Kennedy, ma trovare materassi in terra ha un valore allarmante: di chi sono? Immigrati? Il globale entra nel locale, persone come noi che cominciano a far parte assidua della nostra città. Bisogna dialogare anche con gli stranieri che questuano in molti angoli della città trovando il modo di assicurare pari dignità all’Europa e agli altri continenti”.
Sul lavoro: “Faccio mio il messaggio per il Primo Maggio dei vescovi italiani che quest’anno, ricordando che senza lavoro non c’è famiglia e non c’è dignità umana, segnalano questo sito internet: http://www.prestitodellasperanza.it/ , intendendo sostenere, a persone e microimprese in condizioni di vulnerabilità economica, l’accesso al credito a condizione agevolate. Nel garantire il Prestito, la CEI intende perseguire l’inclusione sociale e lavorativa della persona, facendo leva sulla responsabilità personale e sulla libera iniziativa, in grado di favorire una ripresa economica e la creazione di lavoro”.
Sul suo attivismo nel sociale: “Dopo l’avvio ad Avellino della campagna nazionale sui rischi del gioco d’azzardo Mettiamoci in gioco, è in corso la rete irpina di istituzioni, associazioni, e cittadini contro l’azzardopatia. Inoltre, fino al 19 maggio è possibile visitare la mostra Arte da gioco (cfr.http://www.giovani.unisa.it/news/index/idStructure/2405/id/16419 ) ideata insieme a Generoso Vella già nel 2013. Con il Forum dei giovani di Avellino, ho moderato la visione di alcuni filmati a Villa Amendola: si è aperto, così, un dibattito su famiglia, affettività, maturità e progetto di vita: affidarsi solo alla fortuna è un modo pericoloso che può aprire la strada al gioco d’azzardo patologico. Bisogna far sviluppare, perciò, una cultura ludica basata più sull’abilità e responsabilità personale: compito di tutti è opporsi al gioco non sottoposto a tutele, evitando il gioco compulsivo e illegale, favorendo una positiva cultura del tempo libero”.
“Sono impegnato, con altre persone, nella sfida di avere almeno un coordinatore sociale per parrocchia, che possa monitorare il suo quartiere. Troviamo un accordo, perché le collaborazioni valgono di più della lotta che non porta a soluzioni… Facciamo la scelta più utile all’interesse generale della società civile… Invito, perciò, ad incontrarci (almeno una volta al mese) per discutere meglio un serio programma di impegno apartitico e prepolitico, un gruppo capace di formarsi/formare sull’educazione civica e sulla Dottrina Sociale della Chiesa. A tutti i miei amici e collaboratori, intanto, dico: restiamo in contatto! Ho ideato questo blog https://varricchioeducaideazionatore.wordpress.com/ sul quale ci sono i riferimenti per contattarmi”.