Regionali – La “Rivoluzione della Dignità” di De Luca

La ricetta dell'ex sindaco per non essere più ultimi

delucaAvellino – «Abbiamo alle spalle 5 anni persi, 5 anni di nulla». È con questa frase pronunciata in tono apodittico che Vincenzo De Luca inaugura la sua campagna elettorale ad Avellino, capoluogo di una provincia cui l’attuale Governatore della Campania, Stefano Caldoro, «dovrebbe chiedere scusa» per le politiche perseguite dalla Regione nei suoi confronti, specialmente in termini di sanità e di spreco dei fondi europei. Il concetto intorno al quale ruota il discorso di De Luca è la «rivoluzione della dignità», che per l’ex sindaco di Salerno significa in primo luogo «liberare le istituzioni dalle incrostazioni criminali» ma anche affrontare «le tante questioni aperte in Campania, specie quelle con la quale la malavita fa affari, a partire dai rifiuti. Questione che sembra irrisolvibile e che noi risolveremo perché spezzeremo il circolo di affari che c’è dietro, restituendo alla regione la dignità».

E la dignità di cui parla De Luca poggia principalmente su lavoro e sanità. Facendo riferimento al tour intrapreso in Irpinia, il candidato alla presidenza della regione scelto dal centrosinistra ha sostenuto di aver ammirato «territori splendidi ma in cui lo spopolamento è un grave problema. I ragazzi e le ragazze sentono di non poter vivere lì dove sono le loro radici» e a tal proposito ha ribadito la proposta elaborata dal suo staff per la creazione di 20mila posti di lavoro, senza risparmiare qualche critica alla stampa per l’ironia che è stata fatta su tale promessa. De Luca lega inestricabilmente lavoro e sanità: «Basterebbero 1000 posti letto per residenze sanitarie per creare 3000 posti di lavoro senza intaccare la spesa pubblica. Basterebbe aumentare il numero delle farmacie sul territorio per crearne altre centinaia» ma anche «valorizzando l’economia termale o impegnando i giovani nei siti di interesse turistico» e cercando di «facilitare chi vuole investire in fabbriche» perché, in questi casi, gli imprenditori devono poterlo fare «in 6 mesi non in 20 anni».

Ma secondo De Luca la campagna elettorale cui dovremo assistere nelle prossime tre settimane sarà «curiosa», in quanto «dopo 5 anni di letargo, assisteremo ad amministratori regionali che proporranno bandi per l’utilizzazione dei fondi a tutto spiano» e in cui «proprio chi ha chiuso gli ospedali farà una battaglia per riaprirli». In tale ottica, egli ha ricordato come sia stato proprio Caldoro a decretare la chiusura dell’ospedale di Bisaccia e il dimezzamento di quello di Sant’Angelo dei Lombardi, richiamando alla mente anche le proteste di un folto gruppo amministratori locali guidato dal vescovo di Avellino «che Caldoro non volle neanche ricevere». Per l’Onorevole De Luca, quanto è stato fatto negli scorsi mesi è già «un piccolo miracolo», perché si è riuscito a ricostruire «l’entusiasmo in una regione dove si respirava disincanto».

Per quanto riguarda l’inattesa alleanza con l’Udc e le pesanti affermazioni che l’ex sindaco di Salerno aveva rivolto a De Mita e ai suoi in passato, De Luca afferma: «Non rimpiango il passato perché allora eravamo in trincee diverse. Sono storia. L’accordo è con l’Udc e non con De Mita», così come afferma di aver richiamato all’ordine il candidato Carlo Aveta per le sue dichiarazioni omofobe.

Invece, a chi gli fa presente che Roberto Saviano ha affermato che nelle liste presentate dal Pd in Campania «c’è Gomorra», De Luca risponde che tale commento «è fuori luogo» e considera «privo di senso» affermare che Renzi non combatta la mafia, viste le scelte effettuate dal Governo su alcune personalità del mondo della magistratura, che vanno proprio in questa direzione, come la nomina di Raffaele Cantone per combattere la corruzione. Per De Luca «la sostanza sono i problemi dei cittadini: sanità, trasporti, lavoro, i problemi dei disabili». Specie sull’ultimo punto, il principale sfidante di Caldoro afferma che negli ultimi anni il «fondo per le politiche sociali è stato azzerato costringendo le famiglie dei disabili a vivere in una tragedia», tanto da condurre De Luca a prendere un impegno su tale questione: «devolvere i soldi destinati ai 400 consulenti assunti dalla Regione nel fondo delle politiche sociali sarà il mio primo atto dopo l’elezione», allo stesso modo in cui si è impegnato a risolvere il problema dell’ex Isochimica.

La gestione della sanità campana da parte della Regione guidata da Caldoro è un altro punto su cui batte costantemente De Luca, il cui tentato risanamento è stato disastroso, perché si è basato solo su pensionamenti del personale e su tagli fatti «sulla carne viva delle persone». Esempio del «disastro Caldoro» è l’Ospedale del Mare, «inaugurato senza un piano sanitario approvato» e per il quale «saranno necessari 2 anni solo per collocarvi il personale» e poiché l’Ospedale è sito vicino ad un campo rom, De Luca sostiene che, se resterà chiuso per 2 anni, «se lo mangeranno». Non è mancato, poi, anche un richiamo ai tempi di attesa biblici per chi ha bisogno di ricorrere alle cure fornite dalla sanità pubblica e un invito ad imparare a spendere i fondi europei.

Difatti, per De Luca, nonostante questo «disastro amministrativo», sentiremo Caldoro e i suoi fare proposte proprio «sui risultati conseguiti sulla sanità e sui fondi europei». Eppure «al di là di ciò che dice il Presidente Pinocchio, rimaniamo gli ultimi». Vincenzo De Luca si propone, infatti, come candidato ideale per «trascinare la Campania dalla preistoria alla modernità». 

Source: www.irpinia24.it