Intervista agli autori di Mò-Vi-Mento “Lira di Achille”
Nell’era dello streaming, di I tunes, E-mule, al giorno d’oggi in cui i pirati non viaggiano più in mare ma cavalcano l’onda dei flussi informatici, le care vecchie sale cinematografiche rischiano di diventare un luogo di aggregazione alquanto vintage.
Roma – Non è facile al giorno d’oggi stupire lo spettatore con un film che non sia la solita commedia vista e rivista. Quali sono gli ingredienti segreti per far ridere senza cadere nel banale? Lo spiegano gli autori del film prodotto da Stefania Capobianco della FG Pictures, Mò-Vi-Mento “Lira di Achille”:
Francesco Scotto, Lorenzo De Luca e Francesco Gagliardi.
Nell’era dello streaming, di I tunes, E-mule, al giorno d’oggi in cui i pirati non viaggiano più in mare ma cavalcano l’onda dei flussi informatici, le care vecchie sale cinematografiche rischiano di diventare un luogo di aggregazione alquanto vintage. Per fortuna però, il fascino della sala cinematografica è ancora un richiamo troppo forte per gli spettatori che vivono il cinema come un’esperienza inimitabile ma soprattutto come un momento per staccare dalla routine quotidiana e, si spera, farsi grasse risate. Questo è l’obiettivo di Mò-Vi-Mento Lira di Achille, prossimo film di Francesco Gagliardi. Ce ne parlano gli autori.
Francesco Scotto, drammaturgo e sceneggiatore: come nasce la tua passione per la scrittura?
Da bambino ho iniziato a far scorrere da una penna le idee che prendevano forma dentro la mia testa e, senza che me ne accorgessi, sono arrivato ad oggi continuando a farlo con naturalezza e desiderio sempre vivo. Scrivere è per me una necessità e le soddisfazioni professionali che ho avuto nel corso della mia vita mi hanno spinto a farlo diventare un bellissimo lavoro.
Autore del soggetto e co-autore della sceneggiatura Mò-Vi-Mento “Lira di Achille”: qual è secondo te l’elemento vincente di questa commedia?
Sicuramente l’ironia e l’originalità con cui vengono affrontati temi assolutamente attuali. Parliamo di soldi, di politica e naturalmente di amore, puntiamo a far ridere senza cadere nella volgarità. L’idea di questa storia mi è balenata in testa qualche anno fa ed era troppo irresistibile per non trasformarla in un soggetto cinematografico. Così è nata la fase embrionale di Mò-Vi-Mento “Lira di Achille” divenuto oggi, dopo un lavoro di squadra, una commedia frizzante che ti strappa risate e sorrisi.
Passiamo ora a Lorenzo De Luca, poliedrico scrittore e sceneggiatore. Quando hai iniziato a muovere i primi passi come sceneggiatore cinematografico?
Il cinema è una malattia che si contrae da bambini. Io l’ho contratta con i cosiddetti b-movies. Galeotta fu una lettera che scrissi al regista Castellari quando mi misi in testa che il cinema doveva essere la mia vita. Lui non la ignorò e mi guidò sulla strada della settima arte. Da allora ho lavorato in svariate pellicole, insieme al maestro Castellari, a Ruggero Deodato, Bruno Mattei, Neri Parenti…
Arriviamo al prossimo film di Francesco Gagliardi: qual è stato il tuo approccio con la scrittura di Mò-Vi-Mento “Lira di Achille”?
Mentre scrivo ho solo un dovere da rispettare: divertirmi. Solo così posso sperare che si divertirà anche lo spettatore. Riunioni, discussioni, risate, io scrivo, lui supervisiona, poi scrive anche lui, poi io lo censuro, poi lui censura me… e così da quello che ad occhi esterni sembrerebbe una rimpatriata tra amici di vecchia data, nascono gag, battute, intrecci di personaggi che, se caratterizzati bene, alla fine ci dicono loro stessi come sarà il loro epilogo. Tutto sta nel saperli ascoltare.
Francesco Gagliardi: la tua, più che una passione è una vera e propria devozione per la settima arte. Qual è stata la spinta che ti ha portato dove sei oggi?
È nato tutto da un collettivo teatrale. Ero ancora un bambino quando le commedie di Eduardo De Filippo hanno lasciato un’impronta indelebile nella mia vita. Prima attore poi regista teatrale, fino al 2008, quando ho costituito la società di produzione cinematografica FG Pictures Srl e oggi, in veste di co-autore e regista di Mò-Vi-Mento “Lira di Achille”. È stato un percorso fatto di sacrifici e costanza, una strada che ho intrapreso con tanta passione, con la voglia di lasciare il mio personale segno artistico attraverso un mezzo così potente e sublime come il cinema.
Co-autore e regista di questa commedia. Mò-Vi-Mento “Lira di Achille”, già il titolo è tutto un programma. Raccontaci questa avventura artistica.
Nel titolo è racchiuso tutto il film: Mò-Vi-Mento nel duplice senso di movimento politico che auspica il ritorno della lira in Italia e nell’accezione di “ora vi dico una bugia”, perché tutti i personaggi mentono: c’è chi mente per arrivismo, chi per amore e chi per strategia. E tra una menzogna e l’altra, lo spettatore, senza accorgersene, si affezionerà a questi personaggi, come fossero amici che ti fanno fare gran belle risate. Mi piace prendere il pubblico alla sprovvista, l’importante è non cadere nella risata banale e non dimenticare che far ridere è una cosa serissima.