Regionali – De Mita spiega la “scelta non facile” dell’Udc

"Una decisione per difendere la nostra dignità di forza politica autonoma"

Giuseppe De Mita 2015

Avellino - È la figura di Giuseppe De Mita a dominare la conferenza stampa indetta dalla circoscrizione avellinese dell’Unione di Centro. Presenti anche i candidati alla carica di consigliere regionale Maurizio Petracca, Raffaele Lanni, Maria Rosaria Lepre e Carmela Roberto, la cui presentazione all’elettorato tramite i media è uno degli scopi che hanno spinto ad organizzare questo incontro. Tuttavia, appare chiaro sin da subito che l’esigenza principale è, in realtà, un’altra, come chiarisce una delle prime affermazioni di Giuseppe De Mita: «Quest’occasione ci è utile e, per certi versi, necessaria, perché abbiamo avvertito l’esigenza non di giustificare ma di spiegare una scelta non facile: quella di interrompere un percorso che era stato avviato con Caldoro».

De Mita crede che i candidati presentati dall’Udc siano di qualità nonché persone significative da proporre all’elettorato ma ritiene anche «necessario dare subito una spiegazione, perché si potessero valutare le ragioni a fondamento della nostra scelta […]. Sono accaduti tanti fatti nelle ultime settimane ma vorrei ridurmi all’essenziale. La ragione vera si sintetizza in una sola frase: per difendere la nostra dignità di forza politica autonoma». De Mita dichiara senza mezzi termini che la scelta ha trovato fondamento in ragioni che vanno al di là del nome da sostenere: «Non ci siamo trovati a dover scegliere Caldoro o De Luca ma su se tutelare o meno la nostra dignità e abbiamo dovuto essere drastici. Si può mediare su un assessore ma non si può mediare su un principio».

Naturalmente, De Mita è cosciente di ciò che l’elettorato ha potuto pensare di fronte ad una decisione così repentina e inaspettata: è lui stesso ad ammettere che Udc e Nuovo Centro Destra hanno deciso non meno di due settimane fa di dividere il cammino comune che era giunto all’apice con le scorse elezioni europee, in cui i due partiti si erano presentati insieme «nel tentativo di costruire una progressiva convergenza», che, però, agli occhi dell’elettorato, e non solo, «è risultata un pasticcio», a parere di De Mita. Tale sinergia era stata suggellata da un accordo programmatico stilato 5 anni fa la cui dimensione politica è perduta col tempo: «È stata una soluzione concordata, non una ripicca ed è stata accompagnata con l’uscita dal partito del nostro rappresentante in giunta per una ragione meramente politica. Il Ncd ci indica come il vecchio e candidandoci insieme ci saremmo trovati a fare il ruolo di un listino rappresentativo».

Dalle parole dell’ex vicepresidente della Regione Campania, giunto a tale ruolo proprio grazie alla vittoria di Stefano Caldoro alle elezioni regionali del 2010, si evince che la frattura apertasi con le sue dimissioni dalla Giunta regionale il 27 settembre 2011 non ha cessato di ampliarsi negli anni ed è giunta, infine, a consacrare una rottura totale con Caldoro. Proprio a proposito dell’attuale Presidente della Regione Campania, De Mita ha ricordato che egli «aveva affermato che si sarebbe ricandidato solo se la coalizione sarebbe stata unita» e che egli stesso «ha riconosciuto che la questione che proponevamo non era un pretesto per rompere il rapporto che si era creato ma non ha saputo affrontarla e ciò non è secondario». Difatti, De Mita sostiene che l’Udc aveva chiesto a Caldoro porsi come «punto di unità della coalizione per l’affievolimento della dimensione politica e non abbiamo voluto rassegnarci ad uno spazio politico senza prospettiva».

Ed è proprio questo il tratto che ha rivelato l’insanabilità delle divergenze apertesi con l’Ncd: «Un partito, piccolo o grande che sia, vive del suo progetto di cambiamento della realtà e non può accettare che gli alleati lo considerino solo un po’ di voti che si aggiungono [...]. Abbiamo quindi contattato De Luca, con cui non c’è un accordo ma la condivisione di un metodo per affrontare e discutere i problemi che ci si troverà davanti, magari pubblicamente». Agli elettori, De Mita chiede: «Giudicateci nel bene e nel male per come abbiamo affrontato una questione vitale che avevamo davanti. Che cosa è più facile spiegare alla pubblica opinione? La resa di un partito o la sua voglia di riscatto? Noi intendiamo tutelare la nostra autonomia non per narcisismo ma per necessità. Non ci si può accusare di codardia […]. Non abbiamo ministri né assessori per cui non pieghiamo la nostra scelta al mantenimento di una poltrona».

Incalzato dai giornalisti presenti in sala sull’incognita che rappresenta l’ex nemico Vincenzo De Luca a fronte di un ex alleato ben noto e conosciuto, De Mita risponde che « Il Pd è una realtà complessa e va sfidato sul piano della dialettica non su quello dell’acquiescenza. Questo è l’errore che stiamo facendo a Roma. Solo così si può parlare ai campani senza trattare semplicemente di atti di risanamento dei conti». Difatti, il grosso problema delle regionali degli ultimi anni è che «I partiti nazionali a livello regionale si sono ridotti a livello di marchio, di franchising ma questa non è la politica. Noi abbiamo meno candidati ma più idee», chiosa decisamente l’Onorevole De Mita alla conclusione dell’incontro.

 

Source: www.irpinia24.it