Il direttivo PD attraverso gli interventi dei delegati

Luci e ombre di un partito che oggi ha scritto una triste pagina della sua storia

pddirettivoAvellino – Si è tenuto questo pomeriggio all’ex asilo Patria e Lavoro di Avellino, non senza momenti di tensione, il direttivo del Partito Democratico. Ha aperto i lavori Roberta Santaniello, Presidente provinciale del partito, che sottolinea l’importanza dell’assemblea che sta per svolgersi: “è un’assemblea che arriva a poco più di un mese di distanza dalle elezioni del 31 maggio, dopo un percorso di definizione del partito travagliato all’interno della nostra provincia attuatosi direttamente sul territorio. Infatti, la Segreteria provinciale ha organizzato un tour di 5 tappe, conclusosi ad Avellino, in cui ha cercato di affrontare tutte le vertenze che la nostra provincia ci pone all’attenzione e in cui abbiamo riscontrato che chi c’è dall’altra parte chiede di essere ascoltato”.

Con l’augurio che i lavori possano svolgersi serenamente la Santaniello lascia la parola al Segretario provinciale, Carmine De Blasio che ricorda i motivi dell’impegno del partito: “abbiamo voluto impegnare queste settimane in modo che non passasse soltanto all’esterno la discussione sui papabili candidati. Naturalmente, c’è anche questa necessità ma abbiamo soprattutto voluto offrire la condizione di un dibattito sui nostri territori perché il partito potesse dire agli elettori democratici, agli altri elettori e a tutti i cittadini che prima dei nomi, prima delle candidature, vengono gli impegni sulle questioni programmatiche per le quali chiediamo il consenso ai nostri elettori”.

E proprio a proposito delle candidature De Blasio specifica: “non ci sono cognomi di candidati che sbancano, non ci sono strategie elettorali, non ci sono malizie propagandistiche che da sole sono in grado di generare consenso perché i cittadini vogliono essere convinti, vogliono essere persuasi sulle cose che noi diciamo di voler fare”.

Ci tiene poi a precisare che “noi qui non abbiamo facoltà di approvare liste elettorali, noi qui siamo chiamati solo a valutare e a proporre. E di fronte alla necessità di avanzare una proposta sorge una domanda cruciale, e cioè, è possibile una proposta che tenga dentro tutti, è possibile evitare scontenti, è possibile evitare delusi, malcontenti, è possibile una proposta che evita la scia delle polemiche, degli attacchi, la scia degli attacchi soprattutto verso il Segretario provinciale? È possibile? Io vi dico, e ve lo dico guardandovi negli occhi, perché lo sapete meglio di me, che questo in natura non è possibile”.

“Per cui in questi giorni abbiamo cercato di capire – continua – come costruire una possibilità, una ipotesi, partendo, non lo devo nascondere, dalla maggioranza congressuale ma cercando di incontrare l’approvazione anche delle minoranze, cercando di tenere quanto più insieme il partito. E quindi siamo giunti ad un’ipotesi che è quella che vede impegnanti due nomi maschili provenienti dalla maggioranza e cioè De Luca e Palmieri, la proposta che riguarda l’Onorevole D’Amelio e Santaniello, come figura di garanzia in assenza di una proposta della minoranza”.

Tuttavia, De Blasio si dice aperto al dialogo qualora pervenissero proposte differenti anche per l’intera rosa di candidati, rispettando due quote maschili e due femminili.

Ed è con Vito Farese che si aprono gli interventi dei delegati, il quale elogia la scelta di discussione democratica per la proposta dei candidati ricordando che l’avversario è fuori dal partito e non al suo interno. L’auspicio di Farese è quello di uscire dall’assemblea con la lista vincente per il 31 maggio.

arricaleLa parola passa poi a Michela Arricale del circolo Foa di Avellino, la quale si fa portavoce di una proposta diversa da quella messa in campo da De Blasio poiché in disaccordo sul metodo di scelta. “Il segretario – spiega – ci ha proposto tre nomi, una lista già bloccata, tutta intera, prendere o lasciare. Il segretario e la sua maggioranza del 53% vogliono scegliere in pratica il 75% dei candidati e questo senza aver compiuto alcuna istruttoria preventiva”.

Non mi sembra sano, non mi sembra democratico e non mi sembra affatto rappresentativo della pluralità che pur questo partito esprime – incalza la Arricale – e quindi noi rigettiamo questa proposta perché noi vorremmo creare e discutere di un metodo alternativo, un metodo che ci renda partecipi della scelta”.

“Io non vi dico mettiamo Tizio piuttosto che Caio, io personalmente, e tutti i miei, vogliamo Francesco Todisco, ma non vi impongo la mia scelta. Io propongo – conclude – un metodo, un metodo che sia rappresentativo di questa assemblea e cioè che ogni delegato esprima una propria preferenza, una preferenza individuale che sia svincolata dalle indicazioni che ha offerto il Segretario”.

chieffoCon l’intervento di Vanni Chieffo si percepisce l’amaro che resta in bocca, a fronte di questa gestione, a chi il partito l’ha fatto e l’ha vissuto: “due riflessioni mi vengono spontanee quando il Segretario dice che è nella natura delle cose una scelta del genere, una è che a mio parere, invece, questo è contro natura, è contro la natura di un partito serio e che dovrebbe essere radicato sul territorio; in seconda battuta il Segretario ha sostenuto che è impensabile costruire le liste solo ed esclusivamente sugli interessi di qualcuno ma è proprio quello che è stato fatto, la lista è stata costruita sugli interessi di chi è padrone del partito, di chi immagina di gestire questo partito”. Concludendo il suo intervento, Chieffo rassegna le dimissioni dall’esecutivo e precisa che in caso di votazione, il suo voto sarà contrario e se si dovesse lasciare l’aula sarà tra quelli che la lasciano.

È poi la volta di Michele Vignola che si esprime a favore della proposta di De Blasio, sostenendo la necessità di creare una lista più competitiva possibile, imboccando così il nuovo sentiero politico del marketing elettorale.

Per l’alternanza delle parti, la parola passa a Mazzone che sottolinea ancora una volta che nessun delegato ha partecipato alla proposta dei candidati e chiede al Segretario di fare un passo indietro sulla modalità di presentazione delle liste affinché possa essere garantita la pluralità della rappresentanza e non ci si stabilizzi su un rinnovamento di facciata.

repoleNell’intervento della Repole, rappresentante della maggioranza, è chiara, come lei stessa sottolinea, la difficoltà di prendere parte all’assemblea cercando di restare coerenti. “Se fossi stata al posto di Carmine De Blasio avrei proposto una lista aperta e lo invito a cercare un criterio che possa ricomprendere tutte le sensibilità politiche. Se non ci riusciamo io, come facente parte della maggioranza, farò il mio dovere ma con grande amarezza”.

parisCon Valentina Paris si chiudono gli interventi ma si entra anche nel vivo dell’assemblea poiché viene rivolto un invito diretto a De Blasio “chiedo al Segretario che prima di arrivare a qualunque decisione di voto sulla sua proposta si metta anche ai voti la proposta di Michela Arricale e che, ovviamente, prima di una votazione si verifichi, soprattutto se decidiamo di essere un’assemblea proponente che vota, il numero legale e quindi anche l’efficacia di questo voto”.

deblasioGuardate che io a fare lo scemo del villaggio non ci sto” così esordisce De Blasio a conclusione degli interventi. “E alla messa in scena nemmeno ci sto – continua – è tempo che ognuna si assuma le proprie responsabilità perché il problema del partito è l’ipocrisia. Io non mi antepongo al partito”.

“C’era una proposta – continua – e io non l’ho sognata stanotte e lo sanno tutti che non l’ho inventata perché se è così sciogliamo l’assemblea e i quattro nomi li decido io se la colpa deve essere di De Blasio”.

“Io ho fatto una proposta che rappresenta una posizione. Io non devo essere candidato, il problema è del partito democratico quindi distribuiamoci le responsabilità. La proposta che io ho avanzato – conclude – è  il risultato di quello che voi mi avete detto”.

carmineschettinoÈ la volta poi del giovane Carmine Schettino che prende la parola per offrire una strada alternativa alle proposte avanzate nel corso dell’assemblea: “noi chiediamo la possibilità sostanziale di scegliere in libertà il nome del candidato che dovrà rappresentare il 45% di quest’assemblea e quindi del partito. La lista, secondo noi, deve essere costituita così: le minoranze presenteranno il proprio nome e attorno ad esso la maggioranza costituirà le alternative”.

votazionidirettivoDopo l’ultimo intervento si passa alla votazione delle mozioni proposte dalla Arricale e da Schettino. È Roberta Santaniello a chiedere l’alzata di mano, mostrando la delega, per esprimere il proprio favore alla proposta della Arricale ma è con la conta che iniziano i primi diverbi. Dalla sala più voci sono concordi nel dire che non è quello il numero ma si procede con la votazione per la mozione di Schettino. Tuttavia le polemiche incalzano e si vota nuovamente per la mozione della Arricale che prende parte alla conta, uscendone con soli 16 voti a favore.

È il turno della votazione per Schettino che chiede l’appello nominale ma, ancora una volta, si procede per alzata di mano così come detto inizialmente. Dalla conta risultano solo 10 voti a favore.

Si chiede la votazione della lista De Blasio che prevede De Luca, Palmieri, D’Amelio e Santaniello ma prima che questa possa avere inizio gli animi si surriscaldano. Dall’assemblea si chiede ancora l’appello nominale e a questo punto De Blasio specifica che “l’assemblea non è chiamata ad approvare le liste ma è chiamata ad approvare una proposta per cui le normative regolamentali non hanno ragione di essere applicate”.

direttivo_todiscoI delegati non ci stanno e Todisco chiede che venga verificato il numero legale per appello. Volano insulti e accuse, all’interno dell’assemblea regna il caos: si inneggia all’appello nominale per la verifica del numero legale, la proposta di De Blasio non può essere votata e approvata se il numero manca. Sono minuti concitati e si ristabilisce un minimo di ordine solo quando la Santaniello legge la richiesta di messa a verbale della candidatura di Todisco, come espressione di voto delle minoranze, con 25 firme.

disordini_direttivoI disordini tornano a bloccare l’assemblea, tanto che se ne ipotizza lo scioglimento, ed è solo dopo l’intervento di Famiglietti e Paris e la lettura del regolamento che si procede all’appello nominale per la verifica del numero legale contestualmente alla votazione della proposta del Segretario.

Alla fine della conta De Blasio dichiara “la proposta è stata approvata, 46 favorevoli e 1 astenuto”.

todisco_intervistaLe minoranze parlano di forzatura e a farsene portavoce è Todisco: “ a questo punto, visto che la proposta del Segretario provinciale è stata di fatto bocciata perché non è riuscito a raggiungere né la maggioranza necessaria a norma di statuto, che è quella del 60%, né la maggioranza prevista quantomeno dal buonsenso e cioè del 50% più 1, credo che gli organismi regionali e nazionali debbano intervenire e definire la lista che il Partito Democratico vorrà presentare in provincia di Avellino. Mi spiace che sia stato dato questo spettacolo, spettacolo che si sarebbe potuto evitare se si fosse stato dato ascolto al buonsenso prevedendo una lista che ricomprendesse al proprio interno tutta la complessità del partito”. E riguardo alla sua candidatura: “Su 4 nomi sono stati raggiunti 46 voti, su un solo nome 25. Beh, se la democrazia ha un senso credo che Francesco Todisco sarà candidato”.

Resta solo da chiedersi, anche in vista della giornata di domani, 25 aprile, che senso vogliamo dare a questa democrazia.

Source: www.irpinia24.it