Cgil – Uil, oggi il focus sul lavoro. Altieri: “Andiamoli a prendere sui partiti”

Al tavolo di discussione Luigi Simeone e Vincenzo Petruzziello per presentare l'evento del 1 Maggio prossimo.

image1 (1)Avellino – Di questo pomeriggio il Focus sul tema del lavoro organizzato dai sindacalisti della Cgil e della Uil di Avellino, in vista del 1 Maggio.

Luigi Simeone ha introdotto il dibattito, venendo subito al nocciolo delle questioni primarie: “Alla luce del dramma accaduto nel Mediterraneo abbiamo deciso di presidiare la Prefettura. Proveremo a porre allo Stato l’inadeguatezza dell’Ue rispetto ai fatti accaduti, perché pare che siamo ormai condannati a contare le salme. Come sempre in Italia riusciamo a far diventare battaglia politica anche questo. La solidarietà e l’integrazione sembrano quasi un’immagine profetica sul nostro tavolo. Da tempo riteniamo che la gente scappi dall’Italia Meridionale perché non c’è integrazione, non c’è sviluppo e non c’è lavoro.

Questo fenomeno riguarda i nostri giovani e centinaia di migliaia di persone al di fuori del contesto italiano.

Il lavoro, però, non si crea con gli strumenti legislativi, oggi viviamo il dramma che esiste nel dramma del lavoro, ossia le persone espulse dal mondo dell’occupazione, i cinquantenni che non hanno diritto ad alcun tipo di assistenza.

Se in questo Paese ancora nulla è successo è perché c’è ancora una funzione che i sindacati riescono a svolgere. Quando non c’è più un sistema di relazioni accade come sta accadendo che la politica presenzi solo in campagna elettorale, mentre il sindacato la sua parte l’ha fatta e continuerà a farla. Il primo elemento che dobbiamo porre all’attenzione è che in questo Stato è stata prodotta un’inversione culturale tra l’impresa e il lavoro. Al primo posto ormai ci sono le imprese, tutti gli interventi sono pregni di una imprenditorialità sconosciuta a questo Paese. Le imprese devono essere uno strumento non il fine. Si può ripartire solo dal lavoro.

Metà dell’occupazione e metà della massa salariale, gli occupati rimasti lavorano di più e guadagnano di meno. Quando c’è un momento di recessione lo Stato dovrebbe intervenire con la “buona” spesa pubblica.

Il lavoro a nostro avviso è messo proprio in cattive mani, il Def fa fede a un aumento del Pil, ma se l’aumento non c’è scattano le norma di salvaguardia, il che vuol dire aumento dell’Iva e rischio di deflazione.

Tanti aspetti dequalificano la struttura di questo Stato, perciò il 1 Maggio andremo a rivendicare un Paese normale”.

A seguire l’intervento di Enzo Petruzziello, che così ha esordito: “Se ai dati riferiti aggiorniamo quelli della Sanità il quadro è più che drammatico. Il diritto alla salute è venuto quasi meno, Caldoro dice che ha risanato tutto, ma un minuto dopo il Ministro ha commissariato la Campania. Se parliamo dei trasporti sono nulli, non abbiamo stazione ferroviaria, sono state chiuse tutte le tratte e Vetrella dice che tutto va bene quando ha mandato in fallimento l’Eav. L’Irisbus che sembrava dovesse riaprire è ancora un fantasma, le scuole cadono a pezzi”.

“Questa Regione in 5 anni ci ha messo in ginocchio” – ha continuato il segretario provinciale della Cgil, non rimarcando però che quanto si oppone oggi al governo Caldoro, è frutto di quella stessa scuola renziana che il suo sindacato sembri aver detto più volte di disprezzare.

Il segretario Petruzziello ha poi concluso: “E’ sbagliato mettere la testa sotto la sabbia, vogliamo utilizzare il 1 Maggio per riportare al centro le questioni del lavoro, confrontandoci con tutti.

Possibile che non si prenda atto che Mare Nostrum non funziona? L’Europa deve intervenire. Intanto c’è un giro d’affari di miliardi ma in 4 mesi sono morte 1500 persone. Il nostro è un appello alle istituzioni, alla politica tutta, la solidarietà ci può accomunare. Non possiamo stare a guardare, dobbiamo metterci la faccia. Un Paese senza giovani non ha futuro. Come facciamo a fermarli? La sola risposta è l’occupazione, gli investimenti, non l’austerità”.

Il Focus ha visto anche la presenza di Nino Altieri, che con non poco sdegno ha commentato i dati riguardanti la mobilità dei lavoratori: “Circa 2300 lavoratori sono in mobilità e i quarantacinquenni con figli a carico rischiano sempre più numerosi di restare senza alcun sostegno al reddito. Siamo in un Paese dove i figli vengono a chiedere il posto di lavoro per il padre. E’ più che evidente che c’è la necessità di rilanciare la vertenza dei nostri lavoratori. 
Non si può vivere solo di politiche passive e di sussidi si devono studiare misure per la ricollocazione di questi lavoratori, anche bonus per chi recupera un lavoratore dalle liste di mobilità. 
C’è una totale indifferenza delle imprese, basti pensare che in questi mesi si è parlato tanto della Ema, che ha avuto finanziamento di 20 milioni di euro con decreto che l’azienda si rivolgesse ai cassintegrati ma l’azienda ha fatto capire di non averne alcuna intenzione, nonostante qualche smentita.
È una vergogna e la politica gira la faccia dall’altra parte, il sindacato deve portare in piazza questo problema, perché si candidi a diventare la grande questione di questa provincia. Dobbiamo andarli a prendere sui partiti, è una battaglia di dignità”. 

Source: www.irpinia24.it