“Le Troiane: Istruzioni per l’uso”: un’ode alla compassione dei vinti

Il Teatro Stabile d’Innovazione “Galleria Toledo” di Napoli ospita la rivisitazione del regista Roberto Tarasco della tragedia euripidea

andromaca1Napoli – “Le Troiane: Istruzioni per l’uso”, in scena a Galleria Toledo dal 24 al 29 marzo, è uno spettacolo prodotto da Nidodiragno, diretto da Roberto Tarasco e interpretato da Sara Bertelà.

“Le Troiane” è una tragedia di Euripide, rappresentata per la prima volta  nel 415 a. C. Troia, dopo la decennale guerra, cade sconfitta. Tutti gli uomini sono stati uccisi, mentre le donne, misere superstiti, vengono assegnate come schiave ai vincitori. Cassandra viene assegnata ad Agamennone, Andromaca a Neottolemo e Ecuba ad Odisseo. Elena invece ritorna come nulla fosse accaduto col suo sposo Menelao. Ma non basta aver sconfitto i troiani, bisogna porre fine alla loro stirpe. Così, Astianatte, figlio di Andromaca e del già defunto Ettore, viene fatto crudelmente precipitare dalle mura di Troia, che viene data alle fiamme, mentre le prigioniere, portate via in lacrime, salutano per l’ultima volta la loro terra natia.

La versione di Tarasco della tragedia di Euripide si basa su un riesame dei personaggi attraverso le categorie comportamentali individuate da Henri Laborit, intellettuale francese dedito alla biologia, all’etologia e alla filosofia, autore dell’ Elogio della Fuga (Oscar saggi Mondadori, 1990). Laborit identifica in Ecuba, Cassandra, Elena e Andromaca, le quattro protagoniste della tragedia, quattro modelli comportamentali femminili che si realizzano in risposta ad un’aggressione: l’accettazione in Ecuba, la lotta in Cassandra, l’inibizione in Andromaca e la fuga in Elena.

Queste quattro donne sono l’incarnazione di diverse declinazioni di un universo femminile espresso dall’interpretazione di Sara Bertelà, che ha il compito di trasmettere le diverse sfumature emotive, di cui le quattro troiane sono portatrici. L’intera rappresentazione è intrisa da un dolore crudo e pungente, che assurge come valore eroico delle sventurate protagoniste, che anche nell’estrema sofferenza conservano la loro dignità. “Le Troiane” è una tragedia che dà voce ai vinti, non celebra i vincitori.

Alla fine dello spettacolo, c’è un esplicito e pertinente riferimento al mondo contemporaneo, in cui gli esuli vinti, a cui si tenta di dar voce, sono i migranti, che, spinti dalla povertà e dalle guerre nei loro paesi di origine, finiscono nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) privati della loro stessa dignità. Con questo riferimento, il teatro conserva il suo sempiterno valore didascalico.

di Davide MARENA

Source: www.irpinia24.it