La voce del Comitato della Lip: “la conoscenza è un diritto inalienabile”

L'incontro che si è tenuto al circolo della stampa di Avellino ha ospitato Marina Boscaino, del Fatto Quotidiano, ed Enrico Grillo, presidente regionale della Flc -Cgil.

image1 (4)Avellino – Si è tenuto oggi il preannunciato appuntamento al Circolo della Stampa sul tema scuola e precisamente sulla questione delicata, tuttavia poco trasparente, dei decreti d’urgenza del governo Renzi.

L’incontro, nato dalla volontà dell’Unione degli Studenti e di Sel di Avellino, ha visto tra i protagonisti anche Marina Boscaino, giornalista del Fatto Quotidiano e componente dell’Associazione ‘Per la scuola della Repubblica’, e Enrico Grillo, il segretario generale della FLC – CGIL Campania.

Ha aperto la discussione Erika Picariello, di Sel, ribadendo la ratio del dibattito: “Questa non è una passerella, è un’assemblea pubblica che si pone l’obiettivo di essere solo il primo di tanti momenti dedicati alle sorti della scuola pubblica statale. Se siamo qui è perchè abbiamo a cuore i diritti di tutti, degli insegnanti, degli studenti. La scuola non può essere ridotta a logiche padronali. Il disegno di legge sulla scuola ha dentro il ricatto delle assunzioni, che possono essere, anzi che dovrebbero essere separate da quello che è il discorso scolastico vero e proprio. Noi crediamo negli strumenti di partecipazione dal basso, nella democrazia, per questo proponiamo la Lip, che potrà certo essere oggetto di migliorie concordate in maniera collegiale. La collegialità è il requisito base per la funzionalità delle istituzioni scolastiche. Abbiamo voluto invitare perciò realtà associative che si sono occupate di beni comuni, perchè la scuola si deve anch’essa considerare come tale. Bisogna uscire da una visione ombellicale, cioè volta agli interessi personali, e occuparsi degli interessi generali. Questa non è una lotta tra personale scolastico e dirigenti, o ne usciamo tutti divisi e un pò più deboli, o tutti insieme e un pò più forti”. 

A seguire è intervenuta la giovane Margherita Iommazzo, dell’Uds di Avellino, che così si è espressa: “Il comitato per noi studenti è l’alternativa al piano scuola di Renzi, che non tiene conto del diritto allo studio. Molto spesso ci viene detto di non essere concreti e di avere idee utopistiche, ma noi  abbiamo proposto la Lip e crediamo in una  visione diversa della scuola. La partecipazione democratica è cosa diversa da quella che il governo vuol far credere, l’abbiamo vista nelle piazze italiane, tra gli scioperi e le innumerevoli manifestazioni, nei momenti di occupazione o autogestione degli istituti scolastici. Il governo dovrebbe mettere all’ordine del giorno le nostre proposte, non preconfezionare un pacchetto per gli studenti. Occorrono investimenti seri, non belle parole. Noi studenti non ci fermiamo, continueremo a riempire le piazze”.

La Picariello e la Iommazzo hanno volutamente scelto la brevità, in quanto avevano già espresso le loro prerogative il 2 Marzo scorso, presentando i punti focali del dibattito odierno. 

Se prendiamo il documento Pdf sul quale Renzi articolerà la sua proposta ci renderemo conto che le parole sono pietre - ha esordito in questo modo Marina Boscaino - la parola valutazione compare 51 volte, la parola impresa 19 volte, la parola merito compare 8 volte, la parola competizione compare 5 volte, compaiono una sola volta le parole condivisione e collegiale, risultano assenti le parole cooperazione, compresenze e alunni per classe. La parola costituzione compare una sola volta e più clamorosa è l’assenza del primo comma dell’articolo 33, oltre il fatto che non appare mai il diritto allo studio. Questa è proprio la scuola che noi non vogliamo. Negli anni abbiamo parlato sempre di tagli, qui si tratta di un modello ideologico che viene giustapposto in quello che dovrebbe essere il luogo della democrazia, perciò è importantissimo incominciare un discorso da protagonisti da parte di coloro che la scuola la fanno ogni giorno. Già ai tempi della riforma Moratti, non dicemmo solo no, ma proponemmo qualcosa di alternativo.

La velocità, come la modernità, non sono sempre valori, specie se si parla di scuola. L’istituzione scolastica è una struttura complessa che richiede tempo. La legge d’iniziativa popolare allora decadde, poichè non calendarizzata, e poi perchè ci fu il governo Berlusconi e tutto ciò che ci ha condotti al presente. Abbiamo chiesto ai parlamentari di adottare la lip scuola e di proporla come disegno di legge, azione sostenuta da Sel, dal M5S e dal Gruppo misto che l’hanno depositata sia al Senato che alla Camera. Il direttore generale del Miur ha richiesto alle scuole il dibattito nelle scuole sul progetto di Renzi, noi lo abbiamo fatto, ma ai loro dibattiti non erano invitati se non coloro che volevano invitare. Abbiamo raccolto le mozioni dei docenti, purtroppo tardivamente, tutte contrarie alla buona scuola di Renzi. Siamo andati allora davanti al Miur con gli studenti e siamo stati accolti da 4 file di armati in tenuta antisommossa, per aver portato qualcosa che ci era stato indicato dal Miur. La consultazione on-line non è stata che un falso, rispetto alla quale la Giannini ha dichiarato una partecipazione di 200.000 utenze, quando due giorni prima se ne erano registrate 65.000. 

Abbiamo già fondato 16 comitati e speriamo di allargarci per ridiscutere le norme, raccogliendo le proposte di tutti per mantenere inalterato il piano di principi. La polpetta è più che avvelenata, c’è il ricatto della delega in bianco, dell’assunzione dei precari con gravi decurtazioni. Intanto è in gioco l’altra partita, quella delle scuola paritarie a cui si pensa a concedere invece sgravi fiscali, che non è solo un’urgenza negativa dei principi, ma un’urgenza economica. Anche se è una battaglia con poche possibilità di successo dobbiamo crederci, se vogliamo mantenere salda questa istituzione dello Stato quale la scuola, che ha un ruolo fondamentale per la formazione del cittadino”.

Ha preso poi la parola Enrico Grillo che ha dichiarato: “ La conoscenza è un diritto inalienabile, è più importante del pane. Una scuola che insegna la democrazia, deve essere una scuola democratica, mentre dove c’è l’autoritarismo del dirigente si è di fronte a una scuola anticostituzionale. In Campania dal 2013 non si erogano i fondi per il diritto allo studio e qualcuno crede che il diritto allo studio universitario si possa tagliare senza ripercussioni sulla società civile. Impedire l’esercizio di un diritto costituzionale a un’intelligenza significa che tra qualche anno l’Italia non produrrà più quella classe di ricercatori tanto stimati in tutto il mondo. Si tagliano i diritti in maniera furibonda e si distrugge la scuola. Siamo preoccupati, la scuola non può essere un prodotto a consumo. Quando nelle scuole si fa il corso di inglese a pagamento, passa l’idea gravissima che chi paga può accedere all’istruzione, a danno dell’intero gruppo di alunni. La nostra organizzazione ha denunciato che se noi in Italia dovessimo spendere la media di quanto si spende in Europa per l’istruzione dovremmo usufruire di altri 17 miliardi. Dobbiamo scegliere se vogliamo una società inclusiva, dove chi resta indietro riceve la mano di qualcuno che lo aiuta a crescere, o una società esclusiva, dove regna l’idea dell’istruzione come un’esigenza individuale e non collettiva”. 

Ha chiuso la lunga discussione che ha visto la partecipazione degli insegnanti in platea, la cui posizione è ben espressa dal calibro argomentativo degli interventi, l’On. Giancarlo Giordano. “La scuola è la colonna portante della società - ha osservato il parlamentare avellinese – perché al suo interno si plasmano le future classi dirigenti. La riforma che il governo ha proposto ci sembra certamente propagandistica e precipitosa. La Lip vuole configurarsi come un’alternativa  che introduca degli elementi di positività per salvaguardare la qualità della formazione e la natura pubblica dell’istituzione”.

Source: www.irpinia24.it