“Quarta Fase” – Un’idea diversa di comunità e di politica

Francesco Barra e Teresa Mele hanno presentato oggi un nuovo progetto culturale che interpreti le necessità di un Mezzogiorno e di una società in crisi.

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Avellino – La nuova associazione culturale Quarta Fase, che vede la collaborazione di Teresa Mele con il Professore Francesco Barra, ha presentato questo pomeriggio, al circolo della stampa, “Democrazia Compiuta”, che è la rivista di riferimento dell’associazione.

La Mele nell’iniziare ha tenuto a specificare che non si tratta di un’ennesima corrente all’interno del Pd: “Si tratta di un progetto culturale, che risale a più di un anno fa, ma che si affaccia ora sul territorio per via di qualche difficoltà nella realizzazione. L’Associazione deve il nome alla ‘quarta fase’ di Aldo Moro, che è certamente ragione di ispirazione. Abbiamo intenzione di richiamare tutti i cittadini alla vita politica, economica, culturale e sociale dei nostri territori. Con la rivista affrontiamo problematiche e questioni che dalla politica spesso non sono prese in considerazione, vogliamo dare voce a chi a non ce l’ha. Solo con la cultura possiamo avere la possibilità di migliorare e di progredire, non possiamo vivere in una società in cui la mediocrità paga. La nostra iniziativa di oggi vuole avere la funzione di invitare la comunità a partecipare attivamente al progetto. Rivolgo particolari ringraziamenti al Prof. Barra che ha ospitato le riunioni dell’associazione a casa sua e grazie anche al Sindaco che ha rilasciato un’intervista sul futuro della città di Avellino alla nostra rivista”.

Presenti alla presentazione l’On. Enzo De Luca, il segretario Carmine De Blasio e il Sindaco Paolo Foti, nonché la società civile, che hanno plaudito Teresa Mele prima dell’intervento di Francesco Barra.

Quella delle correnti è una lacuna a cui auspico che Quarta Fase sopravviva – ha esordito così il professore Barra, con fare di battuta indirizzata a quanti ritengano l’associazione una nuova compagine del Pd – la nostra iniziativa è un fatto politico-culturale , politico nella misura in cui si aprirà un discorso per la città e per la comunità, culturale non in senso separativo, ma piuttosto integrativo, perché le difficoltà di oggi sono certamente figlie della scissione che spesso viene operata tra i due campi, come se fossero due mondi lontanissimi.

Per cultura ovviamente vada intesa la coltivazione profonda dello spirito e l’intelligenza di ciascuno. Questa associazione è uno strumento che nasce nel deserto della cultura, nell’estraniamento della politica dai problemi di fondo della società. Il nostro discorso si rivolge dunque anche all’aspetto della cultura politica, della politologia, inquadrata nella crisi attuale dei partiti, ma necessaria a riportare l’attenzione ai fondamentali, alla sfera concettuale. Si potrebbe fare l’esempio delle Primarie consumatesi di recente, che sono uno strumento di democrazia partecipativa, ma che necessitano di un approfondimento critico, istituzionale. Pensiamo di dedicare alla questione anche qualche convegno, seminario che sia molto allargato e qualificato. Vediamo la crisi della Provincia con le istituzioni, senza comprenderne i passaggi essenziali.

La Provincia di Avellino ha svolto un ruolo fondamentale, ha sostenuto la comunità per due secoli, ha fondato il Museo e la Biblioteca Provinciale, quest’ultima la più grande del Mezzogiorno d’Italia per numero di pubblicazioni a stampa e per archivi. Questi due enormi giacimenti sono un patrimonio dell’Irpinia e pensare che possa essere delegato non si sa bene a chi sarebbe un danno enorme per tutti.

Cercheremo di essere uno strumento di comprensione della politica presente e futura delle istituzioni a tutti i livelli, ponendo particolare attenzione sulla città di Avellino e il suo hinterland. Quello che chiediamo con forza alla politica è di tener presente il quadro istituzionale, perché attorno non c’è una cornice efficace. Non pretendiamo istituzioni perfette e già confezionate, ma vogliamo che sulle grandi questioni, che non sono correntizie o partitiche, ma politiche nel senso più nobile del termine, ci sia un approfondimento e un dibattito.

L’associazione non è un fine, ma un servizio, un mezzo di diffusione di idee. Questa è la nostra ambizione. ‘Democrazia compiuta’ non è una realtà effettuale ma una tensione da realizzare, l’idea di una democrazia diffusa e partecipata che porti all’alternanza non di chi vince e di chi perde, ma all’alternanza che nasce dal confronto delle idee. La comunità in questo momento di crisi ha profondo bisogno di incontrarsi e di riflettersi su questioni concrete senza barriere ideologiche e di stampo personalistico”.

Ha chiuso così Francesco Barra, ricevendo il caloroso applauso dei presenti.

Hanno rivolto i loro saluti, prima della fine, anche il Sindaco Foti, Carmine De Blasio ed Enzo de Luca.

Partecipo con piacere all’iniziativa perché si incrocia con l’esigenza di questa città, ossia quella di una riflessione politica partecipata. Questi sono i luoghi attraverso i quali i cittadini possono incrociare la politica – si è espresso con queste parole il Sindaco di Avellino, continuando – non voglio essere nostalgico ma rintraccio nel logo della locandina un riferimento alla democrazia cristiana, nella persona di Aldo Moro. Come ha spiegato ottimamente il professore Barra c’è una profonda crisi, perciò mi auguro che l’associazione possa svolgere il ruolo importante che si presta ad avere nel tempo. Noi ci apprestiamo a portare in consiglio un’idea di città e il nostro piano strategico potrà essere un argomento di dibattito per questa e altre associazioni, in modo che la comunità possa partecipare.

Subito dopo il Sindaco, ha preso la parola Carmine De Blasio che ha dichiarato: “La quarta fase non è un tuffo nel passato, deve essere piuttosto una curiosità per il futuro. La presenza del professore Barra certifica la qualità di questo progetto culturale. Il problema del cambiamento è che dicono ci sia, ma non si riesce a decifrarlo e c’è una via, quella culturale, che è un’opportunità di comprendere. Non so se occorrano più o meno correnti, certamente le correnti sono il tentativo disperato di sopravvivere politicamente, questo è il dato negativo.

Non si apre invece il confronto necessario sulle idee, quando c’è una bella proposta non c’è bisogna di qualificarla con parole rumorose, perché si qualifica da sola e contribuisce a realizzare quell’alternanza di cui ha parlato Francesco Barra. Non è un’esclusiva irpina la carenza di cultura, ma la cifra di una condizione più generale di riferimenti perduti. Quarta fase può essere una chance per la comunità di riconoscersi. Per tanto tempo abbiamo creduto che la democrazia fosse solo partecipazione, senza lo slancio che il progetto si propone, ossia di interpretare quello che interessa davvero alla comunità”.

Ha concluso l’evento il saluto di Enzo De Luca che così si è rivolto alla platea:

Credo che l’associazione possa essere una straordinaria ricchezza. Lo scontro fra i partiti e dei partiti avviene sempre rispetto ai partiti e non c’è mai una riflessione alta circa il ruolo che la politica e le forze politiche dovrebbero avere. La rivista non ha nulla a che fare ovviamente col Partito Democratico, ma anzi è un’opportunità di aiuto in una fase estremamente complicata per la politica. Il Paese è in ritardo sul piano della stabilità democratica, purtroppo figure come Moro e Berlinguer che tenevano insieme il senso dello Stato sono venute a mancare. Il Paese ha bisogno di una voce in un clima diffuso di egoismi. Oggi può essere una bella giornata, non è di questi tempi mettersi in gioco sui temi della cultura e della politica. La politica non è solo una questione di numeri, ma un fatto interpretativo, di riflessioni mirate. Tutti sono chiamati oggi a dare il proprio contributo. Spero che questa nuova esperienza avrà vita lunga, perché può essere la prerogativa per una nuova stagione di civiltà e umanità. Questo Paese non può più stare fermo, basta con la società inerme che descrivono e raccontano continuamente i politologi”.

Source: www.irpinia24.it