Territorio, occupazione, futuro.L’Irpinia, una terra splendida da valorizzare ed amare

Intervista alla dott.ssa Silvia Curto, esperta Politiche del Lavoro.

dott.ssa_curtoAvellino – L’organo ufficiale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), “Sicurezza e Difesa”, ha pubblicato una intervista, curata  dal Direttore responsabile della rivista,  l’avellinese Antonio de Lieto, alla dott.ssa Silvia Curto, esperta in problematiche del lavoro sulla situazione economica  e  occupazionale della provincia di Avellino. de Lieto, nel presentare l’intervista, ha dichiarato: “Questa  “finestra”, sui problemi economici ed occupazionali dell’Irpinia, viene pubblicata sull’organo ufficiale di un Sindacato di Polizia, il LI.SI.PO,  che  ha sempre ritenuto gli operatori di Polizia, parte integrante del tessuto umano e sociale nel quale vivono. Gli uomini e le donne in  divisa, hanno gli stessi problemi degli altri cittadini, in quanto  cittadini,  figli, mogli, mariti, padri, nonni e l’elevato tasso di disoccupazione, il disagio  di tante famiglie, le problematiche  economiche  che portano alla chiusura di attività   di varia natura, la ripresa dell’occupazione, la povertà crescente ecc, . riguardano  anche loro  ed ecco perché  l’organo ufficiale del LI.SI.PO., ospita anche  l’esposizione di temi   non legati strettamente all’ordine e sicurezza pubblica. La dott.ssa Silvia Curto, nella sua intervista,  ha  analizzato, con estrema competenza, la crisi economica-sociale–occupazionale, dell’Irpinia, sotto vari aspetti  ed ha  evidenziato possibili iniziative, per ridare vigore e sprint  ad una terra, l’Irpinia, che ha  la voglia,  la bellezza, le risorse, l’operosità, per uscire dal tunnel della crisi”.

 Segue l’intervista completa alla dott.ssa Silvia Curto 

D. Quale è  la situazione economica  ed occupazionale  della provincia di Avellino? 

R. La Provincia di Avellino è caratterizzata, ormai da tempo, da un  persistente declino dell’ economia locale, il quale ha determinato e produce ancora  conseguenze negative a più livelli: dell’imprenditoria  che, sul nostro territorio,  è di piccole e medie proporzioni, del commercio, dei consumi in genere, del valore commerciale delle proprietà immobiliari  ed, in particolare, della dimensione occupazionale,sotto il profilo sia di lavoro autonomo che di quello  subordinato. Si assiste, da un lato, alle molteplici difficoltà d’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani (i quali, attualmente, costituiscono una grossa rosa d’intellettuali) e, dall’altro, alla perdita di occupazione da parte di soggetti over cinquantenni, molto spesso con prole a carico  e poco inclini a subire nuova formazione professionale.

D. Le norme vigenti in materia occupazionale  agevolano l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani e meno giovani? 

R.I provvedimenti legislativi che si sono succeduti nel tempo: Testo Unico sull’Apprendistato,  L.  Fornero, L. di Stabilità 2015, Jobs Act e decreti  attuativi dello stesso  prevedono la concessione di  particolari agevolazioni, normative, economiche, fiscali, a beneficio  di datori di  lavoro  intenzionati ad assumere  giovani, fino a ventinove anni   oppure favorevoli ad instaurare rapporti di lavoro con  donne,  da almeno sei mesi disoccupate, residenti nei territori delle c.d. “Regioni Convergenza“, oppure con  soggetti  che abbiano compiuti cinquant’anni di età. Si tratta di testi legislativi che prevedono, ricorrendone i presupposti, l’erogazione d’ incentivi,  i quali, in un clima di recessione economica, come quello in cui ci troviamo, sono stati concepiti come sprone all’assunzione.

 D. La politica dei “tagli” operati dai vari Governi nazionali che si sono succeduti e, di conseguenza, anche dalle Amministrazioni locali, quali riflessi hanno avuto sull’economia  e, ovviamente, sull’occupazione ?

R. La classe dirigente a livello nazionale, purtroppo,  non ha recepito il concetto che i vari tagli, attuati in maniera indiscriminata, senza programmazione e distinzione e la concessione d’ incentivi all’occupazione rappresentano  misure insufficienti, allorché  non sono adottate, contestualmente, anche  politiche finalizzate a mettere in moto l’economia ed i consumi. L’adozione, pertanto, delle suddette misure incentivanti  non ha determinato un rilevante  incremento dell’occupazione, ne’ sul territorio nazionale, né su quello della provincia di Avellino. La  nostra Irpinia, infatti, per  ripartire necessita della  volontà, da parte degli amministratori locali, di porre in essere concrete e variegate politiche:

- finalizzate  all’ ingresso  nell’ambito della stessa  di capitali, suscettibili di ulteriore investimento e, pertanto, idonei a   creare nuova occupazione,

 - di salvaguardia della vocazione del territorio, la quale è  essenzialmente   agricola   e, rappresentando l’identità dello  stesso, non va stravolta,

-  di valorizzazione dei prodotti delle nostre aree.

 D. Formazione ed occupazione, due facce cella stessa medaglia. Come procedere?

R. Necessita, altresì, di  ferrea intenzione di coniugare le Politiche Formative con quella Occupazionali, rimaste nel tempo sempre disgiunte. Sarebbe opportuno, in merito all’ingresso di capitali, promuovere  proprio nel capoluogo,  la costituzione di un’università tipicamente irpina, dotata delle Facoltà di Agraria, che risponderebbe alla  specifica vocazione agricola e  di Medicina, la quale godrebbe di  benefici, per la formazione professionale specifica, derivanti dalla presenza, nel medesimo comune, della struttura Ospedaliera polivalente “Moscati“, di recente costituzione. Giova ricordare, in merito  all’auspicabile istituzione della Facoltà di Agraria, che il corso accademico di VITICOLTURA, promosso nella città di Avellino, dipende dall’Università di Napoli e, pertanto, pur rappresentando un’iniziativa degna di rilievo è, ancora, una volta espressione sintomatica dell’assenza di una struttura universitaria tipicamente irpina. Sarebbe efficace, ulteriormente, per il soddisfacimento della medesima esigenza   di cui sopra, promuovere la  costituzione, accanto ad un’università  tipicamente irpina, di un’ Accademia di Studi “Teatro e Spettacolo”, anch’essa  squisitamente irpina, in considerazione  della presenza di strutture teatrali, come “Gesualdo”  in Avellino  e di  altre, sebbene più piccole, da un punto di vista dimensionale, in vari  comuni interni. L’ingresso di introiti economici ed il reinvestimento degli stessi  non solo creerebbero  occupazione, ma ridurrebbero anche i disagi economici delle famiglie, derivanti dal mantenimento dei figli, che proseguono gli studi in città diverse da quella di residenza e  consistenti nell’accollarsi ulteriori costi: di trasporto o di permanenza in   luoghi  diversi, con  eventuale corresponsione di canoni di  locazione  per  alloggi. Tali   politiche, in realtà, sono    strettamente   connesse a  quelle  specifiche  di valorizzazione del territorio  irpino, nel duplice  senso di tutela del patrimonio artistico, paesaggistico che  lo caratterizza  e di salvaguardia  della vocazione agricola.

D. La nostra Irpinia è terra splendida , con una forte vocazione turistica  e con notevoli  ed uniche testimonianze del passato, dai castelli alle Chiese  ed un territorio  unico e largamente incontaminato  e con prodotti  d’eccellenza: un mix ideale per  la promozione turistica. Cosa fare?

R. La nostra  Irpinia   vanta  una presenza non modica di castelli (in Lauro, in Summonte…..), chiese  antiche, famosi santuari,  come quelli siti  in Montevergine,  S.Angelo dei Lombardi, Materdomini  che determinano, durante l’anno, forme di pellegrinaggio e, quindi turismo, che risulta ancora contenuto, ma che con incremento  di strutture ricettive ,creazione di percorsi nel verde e di commercio attinente ad oggetti sacri  potrebbe raggiungere  un livello più elevato  ed offrire ancora una volta opportunità di lavoro. La vocazione agricola  della nostra verde provincia esige  rispetto, eliminazione di ogni forma di aggressione  e valorizzazione delle risorse e dei prodotti  irpini, in un’ ottica  di salvaguardia  dell’ ambiente,  tenendo conto che la “ Green Economy” sta assumendo  un ruolo centrale, grazie anche  al rafforzamento  dell’ espletamento, stabilito a livello centrale, da parte del Ministero competente, delle attività dirette a contrastare  comportamenti illeciti,concernenti il traffico di rifiuti e lo smaltimento illegale degli stessi, ossia a combattere la cd. “Ecomafia“.

D. Salvaguardia e sviluppo delle aree interne .Quali le possibilità di sostegni finanziari  a sostegno di iniziative  tesi a creare sviluppo ed occupazione?

R. La programmazione comunitaria 2014-2020 deve rappresentare un’ opportunità da  non perdere, la cui fruizione deve avvenire  per effettuare  interventi finanziati  destinati, in maniera prioritaria, alla salvaguardia ed allo sviluppo  delle aree interne. Si pensi all’ altopiano del  Laceno, in cui, negli anni  70, si creò una stazione sciistica, con pochi alberghi  ed alcuni ristoranti di cucina tipica, incrementatisi nel tempo; quest’ area interna, bella, ricca di boschi, dotata di lago spettacolare,  d’estate e d’inverno,  richiede ancora  oggi molto da progettare,   perché essa possa diventare un’autentica località turistica, con  risvolti positivi per l’inserimento nel mercato del lavoro. Attingere risorse economiche dai fondi strutturali di cui innanzi è, altresì, importante per  valorizzare i prodotti tipici irpini  (uva, castagne, nocciole, tartufi, e prodotti lavorati, come: caciocavallo, scamorze latticini, ecc),rendendoli fortemente competitivi sui mercati nazionali  ed internazionali,  conferendo ulteriore impulso alle attività artigianali di lavorazione degli stessi. Le Politiche Occupazionali e quelle  Formative, pertanto, non solo devono procedere in modo parallelo, ma devono rispecchiare , per essere efficaci,  la cd. ”Identità del Territorio“.

 D. Politiche formative ed occupazionali. Come procedere?

 R. E’ necessario promuovere la diffusione di una cultura d’IMPRESA ”, fondata su  corsi accademici, teorici e pratici, mirati, la quale   affianchi quella consolidata ed imperniata sul concetto di lavoro subordinato. E’ doveroso, poi, programmare una formazione professionale  di qualità, concepita come  strumento privilegiato, destinato a creare  personale su cui investire a medio ed a lungo termine. Ciò significa che bisogna  distinguere con rigore le Politiche Formative  da quelle Occupazionali   in senso lato; esse, nella  nostra regione, per anni sono state confuse, nel senso che le prime non sono state utilizzate per progettare un reale percorso di  FORMAZIONE IN ALTERNANZA,  ma come mero espediente per garantire l’ acquisizione  di forza lavoro eterodiretta a basso costo. Occorre, invece,  una rivisitazione delle stesse, le quali dovranno mirare a  creare profili professionali  assorbibili dall’ attuale mercato del lavoro, individuati  dopo aver compiuto  un’indagine  approfondita e capillare  sui  singoli settori  produttivi locali, di maggiore inserimento lavorativo e  sulle specifiche  professionalità  di cui questi siano carenti. Bisogna abbandonare le prassi del passato, che hanno caratterizzato in senso negativo  l’esperienza formativa in Campania, la quale ha rivelato, così come quella italiana nella sua interezza, secondo le affermazioni del giuslavorista De Luca – Tamaio  “una funzione soltanto oppiacea“, desumibile dalla triste e reale constatazione che  i giovani uscendo, con tante aspettative, dal mondo dell’ istruzione-formazione non hanno visto aprirsi le porte del mercato del lavoro. In conclusione, affinché la nostra  provincia possa auspicare ad un futuro  caratterizzato dalla creazione di occupazione, è  doveroso  programmare interventi destinati  a tutelare la vocazione territoriale, a formare professionalmente in conformità alle esigenze dei settori produttivi che la  contraddistinguono, tenendo in grande considerazione la cd. “GREEN ECONOMY“ ed  il  “TURISMO”, che potranno costituire grossi bacini d’inserimento lavorativo.

 D.  La disponibilità di risorse economiche è indispensabile, per intraprendere qualsiasi aspettativa, non crede  che bisognerebbe formare “esperti”   per operare in questo settore?

R. Certo, occorre, in  maniera prioritaria, formare “Esperti per la  fruizione di Fondi  Strutturali“ in grado  di accedervi in tempo utile ed in maniera corretta, con la precisa osservanza delle disposizioni prescritte, evitando,così,per l’avvenire che i suddetti fondi rimangano inutilizzati. Ritengo che, solo in questo modo, si potrà evitare di essere ciechi rispetto ad opportunità, che potranno rivelarsi,come è già avvenuto in altre realtà europee, fondamentali per la crescita economica della nostra verde Irpinia e, perciò dell’occupazione in senso lato.

 

Source: www.irpinia24.it