La Ternana ferma la corsa dei Lupi – al Partenio non si va oltre l’1-1

Castaldo illude dopo 25' ma Avenatti la sveglia poco dopo. I Lupi ci provano ma sbattono su Brignoli, annullato gol regolare all'ex-Stabia.

imagesAvellino  –  Per la legge dei grandi numeri, prima o poi l’Avellino avrebbe dovuto fermarsi  … provate a spiegarlo al Vicenza che ha collezionato ben 6 vittorie consecutive e che si sta candidando alle prime posizioni in classifica.

Al di là dei numeri l’Avellino è restata vittima di un’unica disattenzione che l’ha punita e successivamente, nonostante le grandi parate di Brignoli e un po’ di sfortuna, non ha avuto la tranquillità di ribaltare il pari, forse perché troppo presa dalla foga di doverci riuscire a tutti i costi. Niente è perduto, ne tanto meno il << sogno >> è finito ma a Carpi servirà più testa perché sarà una sfida che darà forti risposte a domande altrettanto pesanti.

IN CAMPO.  Formazioni a specchio per Rastelli e Tesser. Il tecnico bianco verde ritorna al 3-5-2 per fronteggiare squalifiche e forme fisiche precarie proponendo Almici sull’out destro (per lui prima da titolare) e Bittante sul sinistro. Davanti scalpita la coppia Castaldo-Trotta. In opposizione ai Lupi, la Ternana si presenta in terra irpino con un folto centrocampo amministrato da Viola in cabina di regia e la coppia Avenatti-Ceravolo davanti.

GRIMALDELLO.  Partita tattica al Partenio con la formazione di Tesser che si copre bene evitando di concedere troppo ai padroni di casa, i quali, pur se ispirati dalla piramide Sbaffo-Castaldo-Trotta non riescono a trovare il bandolo della matassa per scalfire le difese umbre.

Le occasioni non sono frequenti ma al 25’ un dai e vai di Trotta e Almici porta Crecco alla sciocchezza atterrando quest’ultimo in area di rigore: penalty sacrosanto che viene preso in consegna da Castaldo che spiazza Brignoli realizzando la quindicesima rete in campionato, la quale lo incorona sempre più capocannoniere di questo torneo.

SUPERFICIALITA’.  L’Avellino prova a infliggere subito il colpo del k.o. e si spinge all’attacco con Trotta che pescato da D’Angelo sul filo del fuorigioco (34’) non riesce a coordinarsi, pur trovandosi in posizione ghiotta, e conclude a lato.

Un giro di lancette e arriva la beffa. Un calcio piazzato di Viola dai trenta metri innesca Avenatti che, perso da Fabbro, di testa batte Gomis ristabilendo la parità.

EX DI TURNO. Nella ripresa Rastelli concede passerella a uno Sbaffo un po’ calato e inserisce l’ex di turno Zito che si presenta subito alla grande con un colpo di testa (65’) disinnescato però da un intervento miracoloso di Brignoli. Il numero 3 irpino prova a concretizzare il tap-in ma a praticamente un passo dalla porta centra il palo divorandosi la rete del vantaggio che avrebbe, inoltre, rivendicato il suo passato.

CUORE IRPINO.  Il cronometro scorre veloce ma l’Avellino non si arrende e continua a spingere attaccando a testa bassa. L’orgoglio del capitano, Angelo D’Angelo, si fa notare fino all’ultimo quando con una percussione personale sbaraglia la marcatura di Popescu (80’) e giunto a tu per tu con Brignoli tira d’istinto ma l’estremo difensore si supera nuovamente e con la punta del piede blinda nuovamente il risultato.

Un giro di lancette, l’Avellino ci riprova con Castaldo, il quale pescato da un cross di Regoli in sforbiciata mette in rete ma il guardalinee alza la bandierina e il signor Pezzuto di Lecce acconsente alla chiamata pur se restano i dubbi.

AMARO IN BOCCA.  L’assalto irpino continua fino all’ultimo secondo ma la manovra è confusionaria e statica. Ci prova Trotta allo scadere, il quale avrebbe voluto ripetere la magia di Livorno, ma la conclusione è debole e viene neutralizzata senza problemi da Brignoli, il quale a scanso di equivoci quest’oggi è stato eccezionale.

Resta un po’ di amaro in bocca considerando le sconfitte di Livorno e Bologna e l’ennesimo pareggio del Carpi … i Lupi avrebbero potuto portarsi al secondo posto aspettando il big match di martedì sera in quel di Carpi, fortino della prima della classe alle prese con un perdita d’identità.

Nonostante ciò nulla è perduto, resta il quinto risultato utile consecutivo e la consapevolezza che la strada sarà più tortuosa del previsto ma che l’Avellino sarà li.

di Michael Mambri

 

 

Source: www.irpinia24.it