Avellino – Mastroberardino presenta “Giro di vite”
Una scrittura ipnotica per un viaggio ai confini dell’io. Una famiglia che si ritrova a “fare i conti con un dramma i cui risvolti esterni si dimostrano cinici al punto da far ribollire il sangue in corpo”.
Avellino - Con il patrocinio della Provincia di Avellino, è stato presentato oggi, nell’Auditorium del Complesso Monumentale del Carcere Borbonico, il libro “Giro di vite”(ed. La Feltrinelli).
L’autore, Piero Mastroberardino, è docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università degli Studi di Foggia. Nonostante egli sia anche imprenditore della casa vinicola di Atripalda, nel testo non si parla di viti d’uva, ma della vita.
“È un libro molto particolare che impone una grande concentrazione nella lettura - ha esordito Domenico Gambacorta, Presidente della Provincia di Avellino – fin dalle prime battute emerge la sua complessità. Lingua corposa e concitata. Risuona lungo il romanzo la voce del narratore che non lascia una descrizione positiva degli eventi: una vita grigia e senza senso, con personaggi presi dal dolore e dal senso dell’insignificante. C’è una famiglia postmoderna e piccolo borghese, il cui figlio diventa responsabile di un grave incidente automobilistico. Una famiglia interessata alla difesa della propria immagine piuttosto che alla ricostruzione delle relazioni interne. Emerge una colossale stanchezza e male di vivere dei personaggi, con profonda solitudine e chiusura nei confronti di chi potrebbe aiutarli (come la piccola città di provincia)”.
“La vita, essendo un dono sacro, va riconsegnata né in condizioni migliori, né peggiori - ha sottolineato Generoso Picone – ogni scrittura nasce da una ferita che il narratore tende a ricucire attraverso l’opera creativa. La vita è un valore terreno certo, e non può sprecarsi. Nel testo, sia nella parte iniziale sia finale, viene messa in discussione la vita”.
“È un libro scritto con grande libertà e con capacità di scrittura che va al di là degli schemi narrativi consueti - ha descritto Lucio Rufolo – scrittura sicuramente impetuosa. Tema d’attualità quello della profonda scissione tra le sensazioni e le emozioni, sia dal punto di vista sentimentale che ideologico. Bulimia di sensazioni ipertrofiche che rischiano di essere considerate veri e propri sentimenti. Le emozioni qui non riescono ad essere espresse: è un romanzo sociale e d’introspezione psicologica. C’è una scissione dell’io: in molte circostanze della nostra vita il corpo e l’anima sono sospese”.
Piero Mastroberardino, dopo aver letto alcuni estratti del testo (legati alla sofferenza dell’individuo e al tema delle ‘terre di mezzo’) ha concluso: “il confronto culturale non altisonante va messo tra i nostri piedi per plasmarci, calando le mani nella terra. Il dialogo è ciò che si decide di mettere fuori dei nostri pensieri, a volte conflittuali e dubbiosi. Il dolore è il veicolo più profondo, capace d’espressione. La sofferenza è il momento di ricostruzione e rinascita”.