L’Italia di Sergio Mattarella. Oggi l’insediamento del Presidente
Il commento del Presidente: "Sono un arbitro a cui compete l'applicazione delle regole. L'arbitro deve essere e sarà imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza"
Roma - “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione” , 21 colpi a salve dal cannone della terrazza del Gianicolo e riprende a suonare la campana maggiore della torre di Montecitorio. L’Italia ha ufficialmente il suo dodicesimo presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella eletto sabato scorso con 665 voti e che governerà il Paese per i prossimi 7 anni.
Un Presidente “arbitro”, come lui stesso si è definito nel corso del suo intervento alla camera che ha bisogno dei suoi “giocatori”.
“Un saluto rispettoso a questa assemblea che parlamentari interpretano sovranità popolo e danno voce, ringrazio coloro preso parte al voto ed un pensiero ai miei predecessori Ciampi e Napolitano hanno svolto funzione con impegno e dedizione esemplare, al presidente Napolitano che e accettato onere di 2 mandato un ringraziamento intenso“. Così inizia il messaggio del neo presidente Mattarella.
“Avverto la responsabilità del compito che mi è stato affidato. La responsabilità di rappresentare unità nazionale che lega indissolubilmente da nord a sud e quella unità delle attese ed aspirazioni dei cittadini. Un’unità difficile, fragile, lontana dove deve esserci l’impegno di tutti per superare le difficoltà degli italiani e realizzare le speranze. La lunga crisi che ha inferto ferite al tessuto sociale del Paese ha messo a dura prova la tenuta del sistema produttivo ed ha generato nuove povertà, prodotto emarginazione e solitudine, il lavoro che manca ai giovani. Punti di un’agenda esigente, su cui viene misurata la distanza tra istituzioni e popolo. Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione ed impegnare la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano l’uguaglianza e la libertà”.
“Bisogna dare risposte efficaci ed adeguate alla comunità – continua il neo Presidente – Esistono energie che attendono modo esprimersi: giovani che coltivano talenti e che vorrebbero essere riconosciuti, imprese che trovano il coraggio di investire, innovare e competere nel mercato interno, pubbliche amministrazioni che devono declinare i principi istituzionali adeguandosi alle nuove tecnologie ed ai cittadini. Non servono generiche esortazioni a guardare al futuro ma tenacia e risorse. Bisogna ridare al Paese un orizzonte di speranza che non deve essere un’invocazione astratta costruendo legami tengono insieme società”.
Ed è qui che Mattarella, nel suo discorso, non fa mancare il riferimento ai politici definiti “rappresentanti del popolo italiano che hanno l’impegno di riaccostare gli italiani alle istituzioni ed intendere la politica come patrimonio di ognuno e di tutti, necessario a ricollegare le istituzioni ai cittadini che le avvertono lontane ed estranee. La democrazia non è la conquista definitiva ma è adeguarsi al mutamento dei tempi”.
Mattarella si vede come un “arbitro a cui compete l’applicazione delle regole. L’arbitro deve essere e sarà imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza. Il Presidente è garante della Costituzione che è garanzia e la garanzia più forte della Costituzione consiste nell’applicazione e nel viverla giorno per giorno. Garantirla significa garantire diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna, in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro, riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro, promuove una cultura diffusa e la ricerca dell’eccellenza usando le nuove tecnologie e superare il divario digitale. Significa amare i tesori ambientali ed artistici, ripudiare la guerra e promuovere la pace, garantire i diritti dei malati, che ciascuno concorra a spese della comunità nazionale con lealtà, che si possa ottenere giustizia tempi rapidi. Significa far sì che le donne non debbano avere paura di violenze e discriminazioni, significa rimuovere ogni barriera limita diritti persone disabili, sostenere la famiglia risorsa della società, garantire autonomia e principio di informazione, ricordare la resistenza e il sacrificio di tanti che 70 anni fa liberarono l’Italia dal nazi-fascismo. Significa libertà, pieno sviluppo dei diritti civili della sfera sociale-economica, personale-affettiva”.
Un discorso apparentemente lungo, quello di Mattarella, ma efficace che non ha tralasciato nulla al caso. Dalla necessità di affermare e diffondere un forte senso di legalità lottando contro le mafie ai rischi che minacciano il Paese primo tra tutti il terrorismo internazionale che “fa vittime innocenti“. Un discorso volto all’importanza di riflettere il volto degli italiani nelle istituzioni dal volto spensierato dei bambini a quello preoccupato degli anziani, di chi soffre, dei malati, delle famiglie dei giovani alla ricerca del lavoro e del volto di coloro che non si arrendono alla sopraffazione e chi cerca la via del riscatto. “Volti di uomini, donne, piccoli, anziani con differenti convinzioni. Volti e storie che raccontano di un popolo sempre più libero sicuro e solidale che senta la comunità e che cammini verso un nuovo orizzonte”.