Libertà di stampa – L’Itis incontra Bruno Manfellotto

Il commento dell'editorialista de "L'Espresso" sull'attentato al Charlie Hebdo: "Non possiamo accettare che qualcuno dica "questo non si fa" e lo dica con le armi"

bruno manfellotto espressoAvellino – “L’informazione è un puntello fondamentale del mondo occidentale e della democrazia, dobbiamo difenderlo ed utilizzarlo bene“. Questo il messaggio lanciato stamane dall’editorialista de L’Espresso, Bruno Manfellotto che ha preso parte all’incontro con i ragazzi dell’Itis Guido Dorso di Avellino per parlare di “Libertà di Stampa”.

Un tema importante, specie in quest’ultimo periodo e che come spiega il dirigente scolastico, Lo Iacono “nasce dall’esigenza di dare risposte ai programmi scolastici che prevedono una disciplina trasversale che è cittadinanza e costituzione e ci consente di ragionare di libertà, una libertà intesa oggi come libertà di espressione, e non solo, e far comprendere ai ragazzi che le libertà vanno conquistate. L’attualità con gli avvenimentidi  Charlie Hebdo  spingono ad interrogarci sulla necessità di intendere la libertà. Se questa vada intesa sempre più in senso ampio  o va anche mutuata, circostanziata tenendo conto delle libertà altrui perchè è giusto garantire tutte le libertà ma si deve pur tener conto delle sensibilità del nostro interlocutore”.

“Il terrorismo un simbolo delle istituzioni, della democrazia e della civiltà che è l’informazione -ha spiegato l’editorialista de L’Espresso, Bruno Manfellotto riferendosi agli attentati in Francia – Anche se quella presa di mira è una forma di informazione particolare come la satira che ha momenti e forme aspre che non ci piacciono, che ci lasciano dubitare, che offendono ma ciò non significa oscurare la possibilità di esprimersi. Non possiamo accettare che qualcuno dica “questo non si fa” e lo dica con le armi”.

La libertà di stampa va preservata e secondo Manfellotto qui in Italia la possibilità di esprimersi c’è “le potenzialità ci sono e i vincoli non sono tantissimi. I giornalisti alle volte non fanno il loro mestiere fino in fondo e si fermano davanti alla possibilità ed i rischi relativi a tutto questo e l’unico pericolo che vedo in questo momento è dato dalle proposte di modifica delle leggi sull’informazione, tra queste il rischio che la pubblicazione dei documenti giudiziari vengano vincolanti per i giornalisti fino alla fine dell’inchiesta. Questo non va bene, siamo consapevoli che c’è bisogno di una regolamentazione ma regolamentare non significa vietare e usare un equilibrio”. 

Source: www.irpinia24.it