Ecco le proposte del Pd sull’ATO rifiuti

de blasio pdDi seguito le proposte dei sindaci del Partito Democraico in merito all’organizzazione dell’ATO rifiuti. 

ATO RIFIUTI

La costituzione formale dell’ATO-Rifiuti in provincia di Avellino non significa la scelta della forma governance territoriale del nuovo ente ma soprattutto non vuol dire ancora la scelta del modello organizzativo e di gestione dei servizi.

La distinzione dei due essenziali momenti istituzionali non esclude tuttavia che si rappresenti , sebbene in forma sintetica, la visione che dal punto di vista del Partito Democratico irpino dovrà informare la discussione della prima assemblea dei sindaci dell’Ato all’indomani del suo insediamento, in vista dell’affidamento del fondamentale lavoro di stesura del piano del fabbisogno e del piano industriale d’ambito.

È evidente, che la formalizzazione in provincia di Avellino dell’ATO- RIFIUTI in applicazione della recente normativa regionale in materia, insieme all’elaborazione e alla definizione di un piano d’ambito provinciale per la gestione dei rifiuti, rappresentano il presupposto essenziale per una rapida attuazione e, in particolare, per garantire tempi celeri alla realizzazione e al rifunzionalizzazione degli impianti necessari. Questo percorso, che naturalmente si basa su un’ampia condivisione da parte degli amministratori irpini, va rafforzato da un’azione di coinvolgimento diretto di tutti i cittadini affinché vengano sostenuti i buoni principi di riduzione, riuso, riciclo e recupero dei rifiuti. Soltanto il Piano del Fabbisogno e, quindi, il Piano Industriale potranno far emergere il modello organizzativo e gestionale che meglio garantirà, a scala di sistema, la soddisfazione dei principi di Economia, Efficacia ed Efficienza. Alla luce di quanto emerso e prodotto in sede di Conferenza Programmatica, però, il Partito Democratico ritiene di poter avanzare, una visione di sintesi verso cui tendere.

  • E’ necessario organizzare i servizi e la gestione dei rifiuti, verso il “ciclo chiuso” ed in un’ottica di “filiera corta”, con la consapevolezza di tutti gli strumenti necessari a renderli tali.

  • È auspicabile puntare ad una raccolta differenziata “spinta” nell’ordine del 70-80% e, finalmente, riconoscere la positività dei risultati raggiunti, sulla base dei rifiuti differenziati “effettivamente smaltiti” e non più su quelli solo “raccolti”.

  • A tale scopo, potrà essere utile pensare a un sistema di premialità per le comunità virtuose con tariffazioni che permettano di apprezzare l’impegno dei propri cittadini e che si traducano in un’effettiva diminuzione dei costi del servizio. Questo può essere ottenuto, ad esempio, pensando ad un graduale passaggio verso la cosiddetta “tariffa puntuale”.

  • D’altro canto, la realizzazione di “centri di riuso” può rappresentare uno strumento funzionale importante per conseguire uno degli obiettivi fondamentali: la diminuzione della produzione dei rifiuti, unico fattore in grado di portare alla conseguente diminuzione dei costi di gestione e smaltimento.

  • La promozione dell’industria legata allo sfruttamento energetico dei rifiuti, completa il ciclo produttivo in maniera virtuosa.

  • Il modello di gestione deve conservare l’intero ATO provinciale come riferimento pubblico pensando alle esigenze dell’intera comunità irpina e differenziandosi tra STO e STO solo per aspetti di dettaglio che tengano conto delle specificità territoriali.

  • Al fine della creazione di virtuosa concorrenza, orientata alla ottimizzazione dei processi, il modello verso cui tendere dovrà prevedere la distinzione della gestione dei servizi di raccolta e spazzamento strade, da quelli di conferimento agli impianti e gestione degli impianti.

  • In particolare i servizi di conferimento e di gestione degli impianti devono mantenere una connotazione essenzialmente unitaria

  • Resta inteso che, al di là della forma di affidamento scelta, fondamentale è il compito di controllo e la garanzia di trasparenza esercitata dall’ATO provinciale, nelle forme che riterrà più opportune.