Centro Dorso, Cassese: “Maccanico coltivava ragionevoli speranze”

Dopo l’incontro mattutino su Carlo Muscetta, nel pomeriggio il Centro di ricerca Guido Dorso ha ricordato l’avellinese Maccanico (nato nel 1924 e morto a Roma nel 2013).

giannola cassese capone biancoAvellino  - Antonio Maccanico, segretario generale del Quirinale con Pertini, più volte ministro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Ciampi, presidente di Mediobanca, è stato presidente del Centro “Guido Dorso” per ventiquattro anni, Centro che oggi lo ha voluto ricordare nella sala conferenze della Camera di Commercio.

“Maccanico era lo Stato che amava trovare le soluzioni nel rispetto della controparte - ha esordito il presidente della CCIAA di Avellino, Costantino Capone – trasmettere il racconto di cosa sono stati gli irpini illustri è un obbligo responsabile nei confronti dei giovani per capire cos’è lo Stato”.

Sentii parlare di Maccanico a metà degli anni ’50, Sullo lo stimava - ha ricordato l’on. Gerardo Bianco, presidente dell’A.N.I.M.I (Associazione Nazionale degli Interessi del Mezzogiorno d’Italia) – nel 1968 divenni parlamentare e in Commissione si doveva chiedere pareri prima di intervenire. Maccanico fu per me pedagogo e mi disse ‘tu aspetta e quando credi che il tempo sia maturo chiedi di intervenire’, ma dovetti aspettare la legislatura seguente perché Andreotti non era favorevole ad un mio intervento parlamentare. Maccanico agiva sulle seconde linee, ma nei fatti incideva nelle prime. Io rispettavo l’autorità, ma volevo anche sfidarla senza definirmi stista. Ero reggente del gruppo DC e avevo bisogno di consigli sui comportamenti da adottare in aula. Ci sembrava importante sostenere La Malfa alla presidenza della Repubblica, ma ebbe 30 voti contro i 180 di Pertini, che per me fu un grandissimo presidente, ma irruente (litigò con molti della DC). Maccanico, suo segretario, tamponava molto. Pertini non amava Fanfani, sostenuto da De Mita. E Maccanico mediò le divergenze Dc con Pertini per un senso alto delle istituzioni: la forza della Dc era necessaria per l’equilibrio del Paese. Maccanico fu un grandissimo segretario e tessitore, senza i lui non so come sarebbero andate le cose. Si occupò anche di 3 volumi sul contributo che il Mezzogiorno ha dato alla scienza”.  

Durante l’incontro sono stati segnalati i “Diari” (1978-1985) di Maccanico, pubblicati da Il Mulino (fortemente voluti dalla moglie Marina), dal titolo “Con Pertini al Quirinale”. E centrale è stato l’intervento del suo amico Sabino Cassese, professore della Scuola Normale Superiore di Pisa, giudice emerito della Corte costituzionale, nonché presidente del Centro Dorso: “nel ricostruire le biografie della classe dirigente irpina abbiamo iniziato da Antonio Maccanico. La sua vita è prodigiosa. Per 40 anni serve lo Stato (a 23 anni vince un concorso alla Camera dei deputati). Dal ’47 all’87 ha un cursus honorum notevole; dall’87 all’88 presiede il salotto buono della Mediobanca; e poi dall’89 al 2008 capace di adattarsi, ministro indispensabile per più presidenti del Consiglio. Paragonabile solo a Giovanni Giolitti che prima lavora nelle istituzioni e poi passa nel parlamento. Maccanico ha avuto ragionevoli speranze, non peccò né di utopia né di pessimismo. Era pronto a modificare le istituzioni”.

Se Bianco ha detto, conquistando gli applausi del pubblico, che “l’Italia avrebbe molto da guadagnare se Cassese fosse eletto presidente della Repubblica”, dal canto suo Cassese si è limitato a descrivere come “il Presidente della Repubblica in Italia è gestore delle crisi continuamente. Pertini dovette gestire 8 governi in 7 anni, con 2 scioglimenti del parlamento (morte di Calvi, terrorismo, etc.)! Pertini dovette conservare l’unità e l’omogeneità della repubblica, anche se Maccanico dovette mettere a posto i cocci perché, ad es., un giorno Pertini si recò senza avvertire a ‘La Repubblica’ e non trovò Scalfari. Maccanico, allora, inventò che Pertini era lì per incontrare i tipografi del giornale (altrimenti sarebbe emerso un conflitto). Non c’era chi passava a visitare Pertini che poi non visitasse Maccanico. Pertini non si occupò del CSM e delegò al vicepresidente e a Maccanico che garantì l’equlibrio della repubblica”. Infine Cassese ha detto: “Quello di Renzi è il 63esimo governo della Repubblica, invece quello della Merkel è il 23esimo governo tedesco. Un governo non può esserci se non c’è un accordo tra competitori: bisogna fare un contratto di coalizione, come le 185 pagine in Germania tra social democratici e cristiani democratici per governare. Grosse coalizioni servono in alcuni momenti storici. Nei diari di Maccanico, che consiglio vivamente di leggere, c’è lezione politica di Stato”. 

Maccanico fu ape operosa, meridionalista che interpreta la realtà italiana - ha detto infine Adriano Giannola, presidente della Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) – nell’89 ci fu una spedizione della Svimez a Milano per presentare il rapporto, perché non è un problema territoriale quello del Mezzogiorno, ma occorre una politica economica unitaria che non ghettizzi i territori. Maccanico nel ’99 capì che l’Europa sarebbe entrata ad occuparsi delle inefficienze nazionali, ed oggi il Mezzogiorno è affidato all’Europa. Maccanico capì che l’approdo definitivo dei fondi europei, però, è una politica rischiosa. Anche al Nord chiudono fabbriche. Maccanico fu ostile alla territorializzazione dei problemi. Fatta l’unità politica, bisogna fare l’unità economica altrimenti sarà uno Stato irresponsabile. Era scettico, dunque, sulla teoria dei tanti Mezzogiorno, era uno dei pochi nella Svimez a dire queste cose. Lui è uno degli artefici della riforma del titolo V, sul sistema del federalismo fiscale. L’art. 119 lo scrisse anche lui per contemperare le pulsioni di un centro-sinistra nordista. Collaborazioni fra regioni, non macroregioni. Se la classe dirigente italiana abdica alle sue responsabilità riduce i fondi strutturali alle politiche ordinarie. Il meridionalismo di Maccanico fu né localistico, né territoriale, ma di sviluppo nazionale”.

Source: www.irpini24.it