Scuola di Legalità – Soviero: “Cultura per contrastare la criminalità”

Il commento del sostituto procuratore di Napoli: "L'Italia è un Paese senza memoria. A volte dimentichiamo la reale importanza del fenomeno criminale e non ci si rende conto di come ormai la criminalità organizzata faccia parte della società già da tempo"

soviero procuratore dda napoliAvellino – Continuano gli appuntamenti con la scuola di legalità promossa dall’associazione Libera di Avellino in collaborazione con la Camera di Commercio.

Questo pomeriggio l’ottavo appuntamento dal titolo “Mafia Spa: Le relazioni tra mafia, politica e potere economico”. Protagonista dell’incontro il sostituto procuratore del DDA di Napoli, Francesco Soviero che ha spiegato come oggi la criminalità organizzata sia in continua evoluzione ed al passo con i tempi.

“Non possiamo pensare che il mafioso camorrista sia quello con la coppola e con la lupara. Ormai vestono il doppio petto e sono entrati direttamente o indirettamente negli enti locali, nel mondo dell’economia e delle imprese. L’Italia è un Paese senza memoria. A volte dimentichiamo la reale importanza del fenomeno criminale e non ci si rende conto di come ormai la criminalità organizzata faccia parte della società già da tempo”.

Soviero per raccontare ai ragazzi l’evoluzione della camorra in Campania prima e nell’intero Paese poi è partito da molto lontano fissandone le origini nel lontano 1820 quando “la camorra nacque con l’istituzione della “Bella società informata” che prelevava un dazio dalle attività illecite dell’epoca (prostituzione, droghe, contrabbando, ecc..) ed aveva sede nella Chiesa di S.Caterina Formiello a Porta Capuana. Da lì l’inizio della sua rivoluzione che visse il suo massimo splendore negli anni 80 quando i clan si posero al centro delle reti relazioni intessendo rapporti con imprenditoria e politica che li ha portati ad entrare direttamente nella società. E’ entrata negli enti locali e nelle imprese alterando le regole creando una sorta di “circolo vizioso” impresa-politica-criminalità organizzata che si basa sulla reciprocità dove ogni settore ha i suoi vantaggi: la politica ha un bacino elettorale più ampio, la camorra ha il controllo territoriale e si garantisce forme di protezione per “aggiustare” i processi,e gli imprenditori si garantiscono la sicurezza sui cantieri e l’assenza contenziosi con rappresentanti sindacali“.

Forme di illegalità che devono essere contrastate: “La criminalità organizzata non interessa solo omicidi ma anche il riciclaggio, l’usura, il traffico di rifiuti tossici. E’ importante – sottolinea il sostituto procuratore – che le azioni di contrasto provengano sia dal lato giudiziario colpendo il patrimonio delle organizzazioni criminali perchè ormai non basta più arrestare il singolo soggetto che dal lato dello Stato che deve consentire alle forze armate di poter operare per far sì che si affermi la legalità rafforzando l’efficienza della polizia della magistratura e del sistema penitenziario. Senza soldi la polizia non può effettuare le indagini, intercettare, uscire; non devono esserci difficoltà nei processi ed il sistema penitenziario deve essere rafforzato perchè la pena deve essere certa. La risposta dello Stato deve essere compatta nel reagire proteggendo i suoi servitori e spezzando quel legame Stato-Mafia. Non può mandarci allo sbaraglio tantomeno aspettare l’eroe di turno che con la bacchetta magica risolve il problema. Servono politiche utili ad occupare gli spazi dove il vuoto dello Stato favorisce il governo della camorra. Servono nuovi investimenti per nuovi posti di lavoro e bisogna superare il degrado ambientale e diffondere la cultura della legalità perchè il giudizio sui mali di Napoli e della Campania oltre all’incapacità di comprendere la reale portata della camorra vede da un lato la resa totale da parte del cittadino perchè pensa di doversi arrendere mentre dall’altro c’è chi vuole ancorarsi ad una visione ottimistica di una Napoli virtuosa che prima o poi prevarrà su quella plebea e camorristica. Per fare ciò ognuno deve dare il proprio contributo per governare questa trasformazione sottraendola a condizionamento camorra”

Nel corso dell’intervento di Soviero non sono mancati riferimenti alla situazione della provincia di Avellino. Il sostituto procuratore ha dato ai presenti una vera e propria mappa della criminalità in Irpinia. “Una criminalità diversa da quella di Caserta e di Napoli ma che non deve essere sottovalutata. Una criminalità presente in Valle Caudina, nel Vallo Lauro ad Avellino ed alcune forme si stanno installando anche in Alta Irpinia dove si distinguono i clan Pagnozzi, Genovese, Graziano, Cava. Clan a conduzione familiare che se da un lato sono destinati ad avere un ricambio minimale rispetto gli altri clan dall’altro è difficile trovare tra loro collaboratori di giustizia per dare una svolta alle indagini perchè essendo gruppi criminali a forte vocazione familiare non sono pronti a tradire le loro famiglie ed è difficile indagare senza che nessuno ci dia una mano per scovare le varie organizzazioni”.

Per non vanificare questa lotta alla criminalità Soviero ha la sua ricetta “Bisogna superare lo stereotipo della logica dell’emergneza che si pensa ad intervenire solo quando ci si trova dinnanzi a morti e quando si spara per le strade. In questo modo si possono invocare leggi speciali inutili, approvare la presenza dei soldati per le strade ma tutto questo non serve a nulla perchè una cosa è la sicurezza un’altra è la percezione della sicurezza. Dobbiamo tener presente che la camorra è parte integrante della società e non più una cosa estranea da noi. E’ importante insegnare la legalità -conclude rivolgendosi ai ragazzi – la lotta alla criminalità non è solo repressione,  non è solo affare della polizia o dei giudici ma riguarda la cultura dei cittadini ed in primo luogo giovani. Non bisogna mai abbassare la guardia. Solo così si può davvero far si che la legalità si affermi nel nostro Paese“.

 

di Dora Della Sala

Source: www.irpinia24.it