Sant’Andrea – Presentazione libro di Michele Mariano Iannicelli

Una “monade perduta” alla ricerca del mistero della vita

aperlibriSant’Andrea di Conza – Presentazione del libro di poesie “C’È L’IMPOSSIBILE” di Michele Mariano Iannicelli (Delta 3 Edizioni), a cura di Donato Luigi Cassese. In collaborazione con il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud (CDPS), Venerdì 2 gennaio ore 17:00 nella Sala Convegni dell’ex Fornace Via Monacacchio. Programma: Saluto del Sindaco Gerardo D’Angola. Interverranno: Paolo Saggese_Critico letterario, Direttore scientifico del CDPS; Giuseppe Iuliano_Presidente del CDPS; Alessandro Di Napoli_Responsabile sezione Letteratura del CDPS. Sarà presente l’Editore Silvio Sallicandro. Nel corso della manifestazione si terranno letture poetiche e sarà presentata l’Associazione Michele Mariano Iannnicelli. Sulla figura di Michele Mariano Iannicelli ha scritto Paolo Saggese; del saggio, che è anche introduzione al libro, si allega un breve stralcio: Sono una monade perduta in mille perdute città, Dentro ricordi cadenti sui marmi.

Tutto incompleto per poter dire che ci sarà sempre un dopo, Per negare la fine, Con l’immortalità del Sambuco ricolma del flusso eterno della sorgente (Michele Mariano Iannicelli, L’immortalità del Sambuco)

In punta dei piedi mi avvicino alla poesia di Michele Mariano Iannicelli (Sant’Andrea di Conza, 1954 – 2012), di cui la moglie, Maria Antonietta Scolamiero, e il figlio Francesco, per tramite prezioso di Donato Cassese, mi hanno fatto conoscere la produzione inedita. Professore di Lettere classiche presso i Licei della provincia di Potenza e Avellino, da ultimo docente storico del “De Sanctis” di Sant’Angelo dei Lombardi, ha dedicato le sue energie all’insegnamento, che Iannicelli sembra aver compiuto con passione e impegno lodevoli, allo studio e alla scrittura d’arte. Tra le sue opere, di cui mi ha dato ancora notizia e mi ha fornito copia l’amico Cassese, si segnalano i romanzi Pagato per uccidere – storia di un giovane che abbraccia la carriera militare -, pubblicato con lo pseudonimo Decio Rossi (Galzerano Editore, Casalvelino, Sa, 1987), Ipotesi sulle Ombre – Safar 1514, romanzo di fantascienza (Altromondo editore, 2009), Il figlio di Edmè, storia di un giovane trapiantato, per una specie di sortilegio, dal suo mondo antico al caos odierno, per lui ostile e incomprensibile (Urbone Publishing, 2013). Ha, inoltre, edito Li cunti antichi, raccolta di storie, leggende e testimonianze del mondo antico santandreano, in collaborazione con Raffaele De Liseo (grafiche F.lli Pannisco, Calitri, Av, 1993), Danubio. Memorie di un prigioniero, Prefazione di Giuseppe Gargani, raccolta dei ricordi di guerra e di prigionia del Secondo conflitto mondiale di Silvio Sessa (Guida, Napoli, 2000), la satira politica Il giudizio di Eaco ovvero Apocolocyntosis nupera, pubblicata con lo pseudonimo Matteo Bandello il giovane (Nicola Calabria editore, Patti, Me, 2004). Ha inoltre scritto commedie al momento inedite, che sono state rappresentate con la sua regia, dai giovani attori santandreani della “Compagnia Teatro Fonte”, durante le rassegne annuali “Estate ricreativa e culturale a Sant’Andrea di Conza” (anni ’80), ha prefato numerosi volumi di storia e poesia, ha fondato i periodici d’informazione e cultura “Il Crogiolo” (agosto 1989 – 1993) ed “EOS” (dicembre 2005 – dicembre 2008), è stato prima vice direttore e poi condirettore del periodico d’informazione e cultura “Il Seminario” (1997 – 2000).

All’interno di questa intensa attività intellettuale c’è stato spazio naturale per la poesia, con cui, del resto, Iannicelli si è confrontato ogni giorno, per tutta la vita, nei suoi studi e nel corso delle lezioni quotidiane con i suoi allievi. Per chi ha vissuto un’esistenza simile, ed ha sicuramente nutrito l’ambizione di fare della sua esistenza un’opera di poesia, diviene quasi un segno inevitabile del destino imbattersi nella Musa e coltivarne il fascino e la passione.

Del resto, la prima delle due sezioni della raccolta (Quel mondo a tutti ignoto. Poesie della scuola) è dedicata ai suoi allievi, giovani adolescenti descritti con amabile, elegante ironia e con affetto sinceri. Questi ragazzi, dallo sguardo sognante o accigliato, appassionato o distratto, sono rappresentati in istantanee irripetibili come irripetibile è la giovinezza: qui c’è un forte sapore leopardiano, riproposto tuttavia con ironia e con parodie omeriche, senza patemi o visioni tragiche dell’esistenza. Ci sono le illusioni, le aspettative, i sogni, le speranze, ma non c’è il dramma: questi esseri, che il professore, anziano e pur giovane come loro, descrive con grande affetto, sono compresi nelle loro confusioni e gioie, diventano persino compagni di viaggio. Parlavo di gusto parodistico, vivo ad esempio in Per Bush (Alfredo), dove il nomignolo attribuito al ragazzo dimostra l’affettuosa familiarità: il giovane appare un antieroe omerico, “l’esile Giuseppe alto chiomato”, che, preso da una noia oppressiva, “spalanca d’ippopotamo le fauci”! Lo stesso epiteto “alto chiomato” ritorna in Per Noemi. L’immagine degli “occhi” della Silvia leopardiana compare in Per Margherita; d’altra parte, spesso il poeta si sofferma, oltre che sugli occhi, sui capelli e sul viso degli alunni, sulle espressioni mutevoli e contraddittorie proprie di anime incerte e inconsapevoli.

Source: www.irpinia24.it