“Zia Lidia Social Club”, si conclude il cineforum sullo straniero

Emerge il desiderio di scambiarsi riflessioni su spunti che il film di turno ha trasmesso. Condividere e approfondire i temi: si raccoglie dal film qualcosa insieme che, magari, una visione in solitario non consentirebbe.

zia lidia a villa amendolaAvellino - È terminata poche ore fa la rassegna cinematografica “Tesori Diversi” dell’associazione culturale “Zia Lidia Social Club”, con il sostegno dell’Assessorato alla cultura, dedicata al tema dell’integrazione.

Sono state tre le proiezioni tenutesi in questi giorni a Villa Amendola. La prima, “Billo – Il Grand Dakhaar”, racconta la storia di Thierno, un ragazzo senegalese giunto in Italia sperando di lavorare nel mondo della moda. Tuttavia, finirà in carcere. Sebbene si sia innamorato di Laura, la sua famiglia lo rivuole in Africa per un matrimonio combinato con la cugina.

Il secondo film, “Azur e Asmar”, è ambientato nel medioevo francese. La trama vede protagonista una donna araba che fa da nutrice ad un bambino ricco, biondo e con gli occhi azzurri. Inoltre si prende cura, naturalmente, anche di suo figlio della stessa età, moro e con gli occhi scuri. I bimbi crescono insieme, ma verranno poi separati bruscamente… 

Infine, l’ultimo film proiettato è stato “Bashù, il piccolo straniero”. Qui nel contesto della storia si trova la guerra degli anni ‘80 tra Iran ed Iraq, durante la quale Bashù perde i genitori. Così, da solo, arriverà in una lontana fattoria, accolto da Naii, che diventerà la sua nuova madre. Una pellicola uscita circa 25 anni fa, visionabile con sottotitoli in italiano, ed arrivata ad Avellino grazie ad un prestito interbibliotecario che dimostra non solo passione per i film, ma anche per i dibattiti (questo è il cineforum). Un bambino orfano nero, dunque, viene accolto da una donna bianca che mostra grande forza contro le ostilità dei vicini nei confronti di Bashù, contro, cioè, la paura del diverso.

Roberto ed Antonio, tra i rappresentanti dello Zia Lidia, hanno tracciato un bilancio positivo delle tre proiezioni, con dibattiti partecipati. In sostanza, pur con pochi spettatori, emerge il desiderio di scambiarsi riflessioni su spunti che il film di turno ha trasmesso. Condividere e approfondire i temi: si raccoglie dal film qualcosa insieme che, magari, una visione in solitario non consentirebbe. 

Grazie a tre film può passare anche in città la cultura dell’integrazione dello straniero, ma, soprattutto, necessari sono lo spirito di partecipazione degli spettatori e la loro sensibilità al dialogo,

 

Source: www.irpinia24.it