Avellino – Presentato il calendario del centenario della Grande Guerra dell’Esercito

Ospiti di spicco per ricordare il centenario. Il Tenente Colonnello Paglia, medaglia d'oro al valore, ai giovani: "Fate il vostro dovere fino in fondo. Ciò vi renderà migliori"

calendario esercitoAvellino – E’ stato presentato stamane il calendario dell’Esercito Italiano. Tema di quest’anno il ricordo del centenario dell’inizio del primo conflitto mondiale. Il calendario “La Grande Guerra… un Popolo in Armi” ripercorre attraverso immagini, documenti e testimonianze quelli che, come ha spiegato il colonnello Francesco Pacillo del 232° reggimento trasmissioni della Caserma Berardi di Avellino: “sono stati i sentimenti, le emozioni, la passione e gli ideali che ancora oggi sono il fondamento e lo spirito degli uomini e delle donne dell’esercito italiano“.

Un’occasione importante quella del centenario del primo conflitto mondiale “che – ha rimarcato il Capitano del 232° reggimento trasmissioni, Giovanni Rinaudo – ha visto l’intero popolo italiano impegnato a partire dai soldati al fronte e non solo, ma anche i cittadini che lavoravano sul territorio per mantenere i nostri soldati al fronte, i cappellani militari, gli assistenti spirituali che lancia un messaggio importante pieno di quei valori che contraddistinguono lo status di militare e che fanno sì da tenere forte quel legame con la cittadinanza e le istituzioni“.

Nel calendario presenti spaccati di vita quotidiana dei soldati al fronte, uno spaccato della realtà di allora forte e deciso che non deve essere dimenticato. Ed è proprio l’importanza del ricordo e della memoria che ha caratterizzato gli interventi degli ospiti presenti in sala.

“Ricordare è la chiave per ricostruire il futuro delle nuove generazioni e non commettere più gli errori che sono stati commessi prima - ha esordito, introducendo i lavori, l’ex assessore politiche giovanili e pari opportunità, Lucia Vietri – E’ necessario riflettere sulla pace e sulle azioni da intraprendere per far si che questa duri nel tempo inculcando il valore del rispetto dell’altro”.

Pensiero rimarcato dal presidente del Carlo Gesualdo, Luca Cipriano: “Una guerra non si celebra ma si ricorda non solo per non commettere più gli errori fatti in precedenza ma anche per trovare la motivazione di andare avanti. La caserma Berardi rappresenta un importante snodo che da punto di presidio ha saputo reinventarsi modificando le funzioni, accogliendo migliaia di giovani che si avvicinano all’esercito”.

Presenti all’incontro gli studenti delle scuole superiori di ogni ordine e grado di Avellino e Benevento che hanno avuto la possibilità di prendere parte ad un’importantissima lectio magistralis a più voci raccogliendo i pareri di ospiti di spicco.
Primo tra tutti il professor Giovanni Turco dell’Università di Udine che ha sottolineato l’importanza della memoria storica e del peso che essa ha nel tempo: ” Il passato si fa presente e futuro nella memoria. La memoria storica -ha dichiarato il ricercatore di Filosofia Politica – è concreta e veritiera perchè trasmette ciò che è stato, cio che appartiene al bagaglio di gesti ed espressioni del volere in quanto trasmettiamo ciò che vale ed è degno di essere trasmesso e ricordato”.

All’avvocato Raffaele Soddu cassazionista del Foro di Avellino ed appartenente al Mibc l’arduo compito di spiegare la guerra sotto l’aspetto giuridico interrogandosi sulla legittimità degli interventi umanitari. Partendo dagli articoli 10 ed 11 della costituzione italiana e l’art 5 del trattato nato, spiegando interventi di peace keeping e peace enforcement soffermandosi sull’importanza di proteggere l’altro.

Anche l’assessore alla cultura del comune di Avellino, Nunzio Cignarella ha voluto portare all’attenzione dei presenti il suo pensiero su quella che è stata la prima guerra mondiale riportando i ricordi del nonno che ancora in giovane età ha partecipato al conflitto mondiale prestando servizio in Francia. “Lui, non mi ha mai detto nulla di quella che è stata la guerra e dei suoi sentimenti al fronte – ha raccontato Cignarella – ma i suoi silenzi mi facevano capire che la guerra è stata brutta ed i suoi sguardi erano dicevano molto più che mille parole”.

Importantissima la testimonianza del Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, ufficiale dell’ 8° Reggimento di Caserta e medaglia d’oro al valore che con la sua testimonianza da militare in missione ha conquistato l’intera platea che, al termine del suo intervento, si è alzata in piedi per applaudirlo.

Il Tenente Colonnello Paglia è stato ferito nel corso della missione di pace in Somalia nel 1993 “da allora – ha raccontato -la mia vita è cambiata ma sono riuscito a fare esattamente quello che volevo fare: tornare ad indossare l’uniforme nonostante la carrozzina ed avere l’opportunità di continuare a servire il mio Paese andando in giro nelle varie missioni umanitarie nonostante non potessi essere più operativo ma ogni volta che tornavo a casa dalle mie missioni tornavo carico, ricco, perchè avevo l’opportunità di capire cosa avevo in Italia e cosa non avevano gli altri paesi martoriati dalla guerra”.

“Spesso ci si chiede a cosa servano le missioni di pace – prosegue – ed io rispondo sempre che queste missioni servono per dare la possibilità ai ragazzini che vivono l’orrore della guerra di ritornare a sorridere ed avere anch’essi la speranza di un futuro migliore”.

“Oggi noi diamo tutto per scontato ma per gli altri non lo è. Ciò che conta davvero – conclude Paglia lanciando un messaggio agli studenti - è quello di fare sempre il proprio dovere con lealtà ed onore. E’ importante andare in giro con la consapevolezza di aver fatto il proprio dovere fino in fondo ed è questo ciò che vi renderà migliore di altri”.

Spazio anche alle attività svolte dalle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana al servizio della marina militare nell’operazione umanitaria “Mare Nostrum”. “Dal 1908 – ha comentato la viceispettrice del corpo delle infermiere volontarie, Antonella Russo - siamo il corpo ausiliario delle forze armate e da allora siamo impegnate costantemente all’assistenza medica e sanitaria delle vittime di guerre. In questi anni abbiamo prestato soccorso a milioni di profughi che sono sbarcati sulle nostre coste per sfuggire dalla guerra e ci siamo trovati davanti a situazioni inimmaginabili, donne violate, bambini trucidati, persone sofferenti alle quali abbiamo offerto le nostre cure e continueremo a farlo al fianco delle forze armate”.

I giovani presenti in sala non solo hanno avuto modo di conoscere più da vicino quella che è stata la prima guerra mondiale e quelle che ancor oggi sono le guerre da combattere e da scongiurare ma hanno potuto tastare con mano quello che potrà essere il loro futuro nel caso in cui vogliano intraprendere la carriera militare.

All’ingresso del teatro, insieme ai ricordi che ripercorrono la storia dell’esercito italiano ad Avellino con la nascita della caserma Berardi, presente un infopoint attraverso il quale i ragazzi potevano conoscere più da vicino la realtà militare.

“La scelta di dotarci di un infopoint di orientamento e reclutamento alle forze armate -ha spiegato il Capitano del 232° reggimento, Giovanni Rinaudo – è nata dalla necessità di dare la possibilità ai giovani di conoscere meglio la strada da perseguire per poter intraprendere la carriera militare sia che essa sia nell’esercito italiano che nelle altre forze di polizia. Scelta data soprattutto dal notevole incremento delle domande da parte dei giovani. E’ necessario che quest’attenzione da parte loro venga ripagata con la giusta informazione che lo Stato maggiore e l’esercito stanno offrendo in questi ultimi tempi”.

 

di Dora Della Sala

Source: www.irpinia24.it