Dall’incontro allo scontro: “Primo movimento verso l’Autodafè”
Roberto Azzurro e Gea Martire sul palcoscenico del Teatro nel cuore del Rione Sanità in uno spettacolo ispirato ad Elias Canetti
Napoli – In scena, dal 5 al 7 dicembre, al Nuovo Teatro Sanità “Primo movimento verso l’Autodafè”, progetto e Regia di Roberto Azzurro. Lo spettacolo nasce dall’omonimo romanzo di Elias Canetti, scritto nel 1935. Nelle note di regie, Roberto Azzurro spiega il significato del titolo dello spettacolo, infatti dice: “L’autdoafé era una cerimonia pubblica in cui veniva eseguita la condanna e la punizione di un condannato. Spesso l’epilogo prevedeva che il condannato fosse addirittura arso vivo”.
Lo spettacolo è costruito su un intenso e rocambolesco dialogo tra i due protagonisti, Kien e Therese, interpretati con pathos dallo stesso Roberto Azzurro e la carismatica e poliedrica Gea Martire. Nell’interazione dialogica tra i due personaggi è possibile ricostruire tutte le fasi di un rapporto tra due persone, che finisce per arrivare ad un inevitabile punto di rottura, quando, ormai lo scontro appare definitivo ed irreversibile. Il signor Peter Kien è un noto uomo di cultura, intrappolato in una burbera solitudine, che lo imprigiona in una forma di maniacale isolamento. L’unico mezzo di evasione è dato dalla sua immensa biblioteca privata, composta da un’immensità di volumi, verso i quali nutre un amore viscerale e spasmodico. Rintanato nel suo delirante isolamento, Kien finisce per cedere e cadere prigioniero della rete della sua domestica, Therese Krummholtz, che sposa, finendo per essere privato di ogni suo avere. Alla fine non c’è redenzione, il miraggio del paradiso si trasforma presto e in maniera definitiva nella certezza dell’inferno.
Lo spettacolo si caratterizza per una forte immedesimazione degli spettatori nei personaggi, travolti, attraverso l’intensità di dialogo, nelle vicissitudini dei protagonisti, raggiungendo un elevato grado di empatia. Tra le vorticose battute di scena emergono anche sottili perle di ironia che inducono lo spettatore ad un sorriso velato, preannunciando l’imminente catastrofe, per la forte tensione emotiva prodotta dai due attori.
di Davide MARENA