Sciopero Generale Cgil-Uil – A Napoli per cambiare l’Italia

30 i pullman diretti a Napoli il prossimo 12 dicembre. I sindacati: "Riempiamo le piazze, svuotiamo gli uffici.La possibilità di svolta c'è bisogna crederci"

cgil uil scioperoAvellino – “Così non va! Abbiamo proposte concrete per cambiare l’Italia”. Questo il titolo dello sciopero generale nazionale della Cgil e Uil presentato stamane nel corso dell’attivo unitario all’ex Asilo Patria e Lavoro di Avellino.

Jobs act, legge di stabilità, politiche economiche e pubblica amministrazione questi i punti sui quali ci si soffermerà il prossimo 12 dicembre quando le sigle sindacali ed i lavoratori saranno presenti a Napoli. Trenta i pullman previsti che partiranno da ogni parte della Provincia.

“Dobbiamo riempire le piazze e svuotare gli uffici. Il Governo parla solo con Confindustria e fa ciò perchè ha fatto una scelta di campo – ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Vincenzo Petruzziello -mettendo da parte lavoratori e sindacati ma noi non ci fermiamo ed andiamo avanti perchè abbiamo il dovere di farci carico dei problemi che riguardano l’equilibrio tra le forze di questo paese che oggi sono divise una parte al governo e un’altra parte non hanno titolo di Patria”.

“Noi – commenta il segretario generale della Uil, Luigi Simeone – volevamo parlare di sviluppo del Paese con chi non vuole parlare con noi. Il premier è arrivato in elicottero perchè se voleva venire da Napoli a Morra ci volevano 3 ore e nel suo discorso ha sottolineato che il Mezzogiorno non è un problema per l’Italia ma ha dimenticato che il Mezzogiorno d’Italia non è Grosseto. Avellino non è l’Ema ma una serie di occasioni. Le zone interne del Mezzogiorno d’Italia non hanno i problemi di Siena e Firenze. I problemi di Avellino e Benevento interessano la disoccupazione a doppia cifra che sale e non solo questo. Fare gli interessi del lavoro significa fare gli interessi delle imprese ma fare gli interessi delle imprese, purtroppo, non significa fare quelli dei lavoratori. La possibilità di svolta c’è bisogna crederci”.

All’attivo di stamattina molte le voci che si sono succedute da quelle dei forestali che continuano ad avere seri problemi con la Regione “che deve smettere di fare demagogia e campagna elettorale sulle spalle dei forestali. Il Presidente della Regione ha anche dato disposizione di una rimodulazione dei fondi 2007-2013 che spettano ai forestali ma senza vincolarli“, i pensionati che ormai non riescono ad arrivare alla fine del mese, ai metalmeccanici, agli operai che sono costretti a vedere le aziende chiudere e trovarsi in mezzo ad una strada ai giovani che per loro il futuro non è per nulla roseo.

“Oltre allo sciopero – ha affermato Marco D’acunto della Fp Cgil – bisogna chiedere le dimissioni del ministro del lavoro. Non è solo Renzi il problema ma tutto l’entourage. Stanno concretizzando il vecchio programma della P2″. “Attaccare il sindacato significa attaccare il mondo del lavoro – ha proseguito Sergio Scarpa della Fiom Cgil - Con tutte le nostre pecche dobbiamo dare segnale di unitarietà forte, anche se tra i lavoratori ci sono spaccature. Se fallisce lo sciopero non finiranno gli attacchi al lavoro“.

Pensieri, questi, pienamente condivisi dalla segretaria generale della Cgil Benevento Rosita Galdiero che ha dichiarato:”Questo partito non ci rappresenta più. L’ articolo 18 già è stato rimodellato dalla riforma Fornero, questa è solo una battaglia ideologica. Non ci si può sottrarre. Dobbiamo dire alla gente che “da domani il padrone che decide di demenzionarti non ti tutela”".

“Noi saremo in piazza contro la politica economica ed a difesa del lavoro e riempiremo le piazze anche per la cisl, che – ha spiegato amareggiata la segretaria regionale della Uil Campania, Anna Rea - non si comprende perché abbia preso una strada separata. Da soli non si va da nessuna parte. E’ in momenti come questi che l’unione fa la forza. Il Sud ha bisogno di maggior rispetto. Per noi non ci sono risorse, anche se il 40% degli investimenti dovrebbe andare al mezzogiorno ne riceve meno di un terzo destinato a progetti approvati dal Cipe. Ogni governo ha cambiato gli strumenti nelle politiche del lavoro e non solo ma questo atteggiamento non serve più. Non bisogna cambiare gli strumenti – incalza - occorre investire. investire nella sanità, nei trasporti, nell’istruzione e nella formazione perché il posto fisso è una chimera e sono tutti precari a tempo o con finte partite iva”.

“E’ finito già da un pezzo tempo delle chiacchiere Renzi deve smetterla perché non abbiamo bisogno di cantastorie ma di rappresentanti che con intelligenza è responsabilità facciano il proprio mestiere. Il sistema istituzionale e politico fa acqua da tutte le parti e bisogna pensare alle vere priorità di questo Paese che non è l’articolo 18 ma fare leggi sugli appalti e sul controllo della giustizia. Non si può continuare a tirare la corda, nel Paese la tensione è alta e c’è ancora chi, nonostante tutto, continua ad approfittare di questa situazione. Credevamo che il cambiamento fosse possibile ma non è stato così il Sud è stato cancellato, negato. Il Governo non è solo la Toscana, la Lombardia e l’Emilia Romagna”.

“La ricetta utilizzata finora – conclude il segretario regionale della Cgil Campania, Franco Tavella - non ha sortito nessun effetto sperato anzi, ha regalato, alla Campania, il 55% della disoccupazione giovanile e continuare ad accanirsi sulle vecchie idee significa dividere il Paese. Se lo Stato non capisce che l’unica strada da seguire è l’investimento, purtroppo, ci penserà qualcun’altro e quel qualcun’altro sarà la camorra. E’ ora di intervenire. non possiamo più aspettare”.

Source: www.irpinia24.it