Todisco chiama Foti: “Si ricominci a fare politica elaborando un pensiero di città”
Bove(Circolo Foa): "Noi siamo pronti ragionare. Il tempo delle chiacchiere finito e non accettiamo tergiversamenti. Servono parole chiare, azioni concrete altrimenti condanneremo la città a mantenersi sull'indistinto."
Avellino – “E’ stata sprecata un’altra occasione per la città. E’ mancata la politica nella gestione di questa fase. Le voci di incertezza emerse non fanno nient’altro che parlare di una conservazione. Foti avrebbe dovuto avere il coraggio di dire che la crisi in cui siamo non è frutto delle elezioni provinciali ma viene da lontano, viene da una crisi politica che non ha ancora avuto un riscontro sul fatto che i problemi che abbiamo oggi non sono nient’altro che il furtto di una paura che ha attanagliato il PD l’anno scorso che invece di cogliere l’istanza di rinnovamento proveniente dalla città ha scelto la strada più semplice nonostante questa scelta avrebbe comportato problemi di governabilità”. Parole dure quelle espresse stamane al circolo Foa dal presidente del circolo, Giovanni Bove in merito alla situazione politico amministrativa della città di Avellino.
“In questo modo - continua Bove – stiamo rischiando di scrivere una nuova pagina brutta di vita amministrativa. Noi non siamo interessati al balletto delle poltrone anzi, siamo interessati a discutere del bene comune per questa città. Ci saremmo aspettati dal sindaco, in merito alle scelte prese nella formazione della nuova giunta, una scelta maturata dopo la condivisione di un percorso contenutistico rispondendo alla domanda: “quale tipo di città vogliamo?” se quella del popolo o quella delle delle nicchie degli ordini professionali e quant’altro“.
I toni utilizzati non sono stati altro che piacevoli, anzi. Bove ha sottolineato come le decisioni prese in questi quaranta giorni non facciano nient’altro che lasciare aperte numerose questioni a partire dalla relazione del sindaco ritenuta debole perchè “ci si aspettava qualcosa di più in riferimento alla tempistica. L’esperienza amministrativa deve partire quanto prima altrimenti non andiamo da nessuna parte. La campanella della ricreazione è suonata da tempo non si può più aspettare perchè se a questi programmi non seguono fatti concreti ed immediati ci troviamo in difficoltà” passando per l’errata scelta di cacciare via la barra solo perchè “aveva espresso il suo dissenso in riferimento alla questione di alcune transazioni” alla necessità di mettere in campo azioni certe e concrete in riferimento all’esproprio dell’Isochimica e alle perplessità sulla questione della cultura cittadina che “nonostante pulluli di esperienze associative e culturali si riducono sempre agli stessi attori che si dividono un pacchetto” senza dimenticare la questione urbanistica che “necessita di interventi mirati. Vogliamo capire dove e se c’è l’esigenza di un cambiamneto del puc, dove andiamo, con chi“.
“Se non torna la politica in aula consiliare non possiamo aspettarci nulla – incalza Fracesco Todisco - Il disegno non cambia, cambiano le posizioni delle caselle, ma il mosaico è sempre lo stesso. C’è bisogno di un cambio di tendenza bisogna ricominciare a fare politica a far sorgere le differenze elaborando un pensiero di città. Noi possiamo accompagnare questa amministrazione a cambiare strada sui contenuti, sulle questioni, sui metodi e sui comportamenti perchè, purtroppo la stagione Galasso vive ancora. Foti deve decidere se cadere nel dimenticatoio o essere quel sindaco che determini la cesura rispetto Galasso”.
“Avellino - conclude - non è voti, tessere, numeri ma è una comunità che ha bisogno di riscattarsi. Il PD ha il dovere di suscitare un dibattito politico umile in città che cerchi il riscatto con la nostra comunità“.