A lezione di legalità – Lepore: “Abbiate il coraggio di non avere paura”

Alla camera di commercio la presentazione del libro dell'ex procuratore capo di Napoli "Questa è giustizia se vi pare". Il Procuratore Cantelmo: "E' finito il tempo di stare alla finestra e guardare con indifferenza quello che succede intorno a noi. Bisogna rispondere con impegno e non dire "sono affari loro" ma ciascuno di noi deve fare sua piccola parte"

liberaAvellino – “Non abbassate la guardia ed abbiate il coraggio di non avere paura“. Così l’ex viceprocuratore di Napoli, Giandomenico Lepore intervenuto ad Avellino per la presentazione del suo libro “Chiamatela pure giustizia…se vi pare”. Un libro-intervista che ripercorre i cinquant’anni di servizio di Lepore che l’hanno visto rivestire anche i panni di Procuratore Capo a Napoli , nel periodo storico più turbolento, riportando la tranquillità in seno alla procura governando la magistratura con concertazione di tutti i palazzi ( forze dell’ordine, carabinieri , guardia di finanza…) dandole nuova vita.

L’intervento di Lepore fa parte del terzo appuntamento del progetto di Libera e Confcommercio “A lezione di legalità”. Tema di questa sera “Le radici della mafia: il consenso”. Ospiti insieme all’ex procuratore Lepore il procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, il presidente della camera di commercio, Costantino Capone ed il giornalista scrittore Nico Pirozzi. 

Il libro di Lepore, come ha spiegato Pirozzi “nasce per entrare nella profondità di quelli che sono i mali della giustizia e poi alla fine ti rendi conto che non è una questione cosi semplice come si vuole apparire ma è una crisi che affonda in quella che è la politica di questo paese che, purtroppo, non si scopre oggi ma che parte da lontano“.

Due le parti sostanziali nelle quali si può dividere la fatica letteraria di Lepore da un lato i grossi temi della giustizia e dall’altro le questioni legate alle realtà dove l’ex procuratore capo di Napoli ha operato come camorra e terra fuochi.

La camorra – chiosa Pirozzi riferendosi alla questione del consenso dato alla camorra - è come un tavolo pieno di buche dove versi un bicchiere d’acqua e la camorra è quell’acqua che si infiltra nelle buche e se ne impadronisce. La camorra purtroppo oltre ad essersi impadronita del sistema economico e politico si è impadronita anche del sistema culturale ed è un grande disastro perchè se noi possiamo intervenire sul sistema politico ed economico come possiamo intervenire sul sistema culturale?”.

“Oggi le mafie non sono più quelle tradizionali ma hanno assunto nuove vesti – ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Costantino Capone – quelle della giacca e cravatta che mette a disposizione immensi capitali e potere contrattuale nei confronti dell’impresa. Queste nuove mafie muovono barche di soldi e sono pronti ad insinuarsi nelle piccole imprese. Bisogna elevare l’attenzione alle mafie, bisogna assumersi le proprie responsabilità sapendo che solo insieme si può vincere”.  

Molti gli interventi che hanno accompagnato la presentazione primo tra tutti quello del Procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, che è stato per sette anni sotto la guida di Lepore “Ho cercato di imparare da lui il mestiere di procuratore. Nel mio percorso ho avuto una serie di superiori gerarchici ma solo due sono le persone nelle quali ho riconosciuto l’autorevolezza del capo uno di questi è Lepore. In quegli anni il procuratore ha fatto rinascere la Procura della Repubblica di Napoli che all’epoca era una cittadella assediata con macerie fumanti dove le istituzioni non contavano nulla. Eravamo isolati dalla città ma con lui siamo arrivati a livelli di capacità investigativa mai verificati prima d’ora“.

Cantelmo ha percorso attraverso le parole del libro di Lepore i suoi anni a Napoli e di come il consenso della società abbia giocato un ruolo importante per la latitanza dei capiclan. Un esempio la latitanza dei fratelli Russo: “Loro cambiavano casa ogni tre quattro giorni, avevano persone che li accompagnavano e che mettevano a disposizione le loro abitazioni, che li accudivano. Uno dei due fratelli è stato addirittura sottoposto ad un intervento chirurgico in Francia e tutto questo perchè è stato coperto dal contesto. A questo punto il discorso assume un risvolto più ampio e cioè quale atteggiamento abbiamo noi rispetto la criminalità organizzata”.

La risposta purtroppo è facile: rassegnazione, indifferenza, tolleranza, accondiscendenza, consenso perchè “come scrivono alcuni bambini la camorra ci sta ma ci protegge ma è finito il tempo di stare alla finestra e guardare con indifferenza quello che succede intorno a noi. Oggi la camorra è un’entità economica particolarmente complicata, offre servizi, esegue sentenze, recupera crediti , impone pace sociale nelle imprese. A tutto questo – incalza Cantelmo – bisogna rispondere con impegno e non dire “sono affari loro” ma ciascuno di noi deve fare sua piccola parte“.

 

Source: www.irpinia24.it