Ad Avellino paga dazio anche il Catania, Castaldo di un’altra categoria!

castaldoAvellino -  Il Commendatore Antonio Sibilia lassù dal Paradiso sarà certamente contento: la sua Avellino, quella che ha amato fino alla fine dei suoi giorni, terminati il 29 Ottobre c.a., ha battuto anche il Catania dando l’ennesimo segnale di forza al campionato cadetto. In una giornata talmente suggestiva non si poteva commettere un passo falso … le streghe di Halloween sono state scacciate da Castaldo, per gli etnei di Sannino, invece, restando in tema macabro, si parla di fantasmi che sono tornati a bussare alla sua porta e che manifestano la difficoltà del Catania a fare risultato lontano dal Cibali.

IN CAMPO.  Rastelli, il quale ha ribadito alla vigilia quanto fosse pericoloso il Catania, si affida agli uomini più in forma per assemblare il suo 3-5-2 preferendo ancora una volta Arrighini ad un Comi non al top. Kone in cabina di regia e Visconti ancora una volta rileva Zito sull’out sinistro. Sannino non si fida dei Lupi, rispettandoli e, giustamente, temendoli e si presenta in terra irpina con un robusto 4-4-2 sostenuto dal tandem Leto-Calaiò.

RITMI ALTI.  Gara divertente con tratti frenetici al Partenio giustificata dagli eccessivi spazi che permettono le scorribande di Marthino e Arrighini combinate a qualche amnesia difensiva nella fase di non possesso.

L’Avellino apre le danze al 22’, percussione di Arrighini, lanciato da Kone, che fa fuori Peruzzi, si accentra in area e pur se calcia male permette a Castaldo di intervenire sulla sfera prima di Frison che goffamente lo atterra. Penalty sacrosanto! Dagli 11 metri il solito bomber irpino non sbaglia raggiungendo quota 8 gol in campionato.

OCCHIO ALLO SPRECO.  Gli spazi si allargano e le occasioni piovono da una parte e dall’altra senza sosta, unica nota stonata è l’infortunio di Vergara, al suo posto Bittante che si posiziona sul centro destra facendo scalare Pisacane in mezzo, e quello di Peruzzi al quale subentra Marcelinho.

Alla mezz’ora, su schema da calcio d’angolo, Regoli verticalizza per Castaldo che a tu per tu col portiere, quasi sorpreso dell’arrivo della sfera, cicca incredibilmente divorandosi il gol del raddoppio. Un giro di lancette, si capovolge l’antefatto: Sauro, da calcio d’angolo impegna Gomis con un incornata velenosa ma la manona del portierone irpino devia in corner blindando il risultato.

CALAIO’ DOVE SEI ?.  Nella ripresa i ritmi non si abbassano, al contrario restano elettrizzanti,  ed il Catania attacca a testa bassa spinto dalla forza della disperazione. Calaiò, grande latitante di giornata, cede il testimone a Leto per la cronaca, il quale al 69’ scambia con Monzon che però colpisce troppo debolmente facendosi neutralizzare la conclusione da Gomis.

Segue un forte pressing degli etnei che ci provano con tutto il potenziale offensivo a disposizione; Sannino, a tal proposito, getta anche Cani ( giocatore seguito dall’Avellino nella finestra di mercato estivo ) nella mischia.

LA LEGGE DEL PARTENIO.  Finisce così, neanche il Catania rinato grazie alla cura Sannino riesce ad esorcizzare la famosa e ritrovata Legge del Partenio. Lupi ancora vittoriosi tra le mura amiche trascinati da un giocatore che settimana dopo settimana convince sempre di più gli esperti che con questa categoria ha davvero poco a che fare … questo giocatore si chiama Gigi Castaldo!

di Michael Mambri