Montella – Sagra della Castagna. Capone: “Politica intervenga per salvaguardia filiera”

montella sagraMontella – Non solo sagra ma un vero e proprio viaggio tra gusti, sapori di una terra pronta a raccontarsi soprattutto attraverso momenti di confronto e coinvolgimento che mirino alla salvaguardia della filiera castanicola. Questo è lo scopo della 32° sagra della castagna di Montella che partirà il prossimo 7 novembre e vedrà la partecipazione di 130 stand suddivisi per tipologie merceologiche coinvolgendo l’artigianato locale, l’enogastronomia e la vendita di prodotti tipici oltre che alla presenza di 150 operatori dello spettacolo sotto la direzione artistica di Roberto D’Agnese.

Grandi novità quest’anno a partire dal logo che vuole essere la sintesi grafica della parole Sagra della Castagna di Montella e dell’installazione presso palazzo Capone. “Un percorso multisensoriale – commenta il vicesindaco di Montella, Antonio Ziviello - che guiderà i visitatori alla scoperta in toto della filiera castanicola attraverso percorsi che mireranno allo sviluppo di un apposito senso che culminerà nel salone del gusto dove si potranno assaporare i prodotti”

Ma non finisce qui all’inaugurazione dell’ecomuseo della castagna previsto per il prossimo 7 novembre seguirà un convegno dal titolo: “castanicoltura…quali certezze” dove, come spiega il primo cittadino di Montella, Ferruccio Capone: “si coinvolgeranno esperti e politici che ora come non mai sono invitati a lasciar perdere le passerelle e ad assumere un impegno reale, certo e concreto per sostenere la filiera e consentire la conservazione di un marchio e di un’economia importante per la nostra realtà territoriale”.

I dati riportati, in riferimento alla produzione di castagne, sono ancora una volta allarmanti e se l’anno scorso il problema principale era riconducibile al cinipide quest’anno nuove patologie, causate maggiormente dall’innalzamento delle temperature, hanno attaccato i castagneti montellesi fermando la produzione a quota 10%.

“Non c’è più tempo da perdere - sottolinea Capone -bisogna portare avanti non solo protocolli biologici di contrasto al cinipide ma anche protocolli integrati che mirino al restringimento dei tempo perchè non possiamo aspettare dieci anni, sono tempi troppo lunghi per i nostri castanicoltori che già adesso stanno decidendo di abbandonare i nostri boschi e ciò non porterà solo ad un ulteriore crollo di produzione con conseguente danno economico ma causerà problemi sotto l’aspetto idrogeologico. E’ necessario che questo indotto abbia un’inversione di tendenza che venga considerata non solo dal governo regionale ma anche da quello nazionale ed europeo. Rappresentiamo il 55% della produzione castanicola regionale ed il 15% della produzione nazionale – conclude – e questi dati non possono non essere considerati, non possiamo rimanere da soli”.

Anche per quest’anno, inoltre, è stato predisposto un piano di sicurezza che prevederà oltre ai parcheggi per auto, moto e diversamente abili, punti per emergenze ed un probabile campus medico.