Sanità – Dettori(CGIL FP): “Basta con appalti e corruzione. Si ridia centralità all’individuo”

cgilAvellino –  L’individuo deve diventare nuovamente il punto di riferimento attorno al quale deve ruotare tutto il servizio sanitario e non viceversa. Questo, il messaggio lanciato stamane dalla segretaria nazionale della Cgil Fp, Rossana Dettori nel corso del convegno dal tema: “Avellino è in Salute?- Riorganizzazione dei servizi per un modello sostenibile di sanità“.

La Dettori, ha utilizzato parole dure contro un servizio ormai in stasi, un servizio che necessita di una scossa forte, un servizio “che deve superare assolutamente il sistema degli appalti e della corruzione e mettere definitivamente al centro di tutto il diritto alla salute pretendendo dal Governo finanziamenti necessari ed indispensabili al servizio sanitario nazionale perchè non è più possibile ragionare in termini di riduzione del finanziamento dato che nonostante siamo uno dei Paesi dove il rapporto PIL e finanziamento del servizio sanitario non è tra i più alti, allo stesso tempo, siamo uno dei Paesi che offre una sanità migliore. Pretendiamo inoltre che la Regione faccia il suo dovere attraverso la creazione di un piano sanitario regionale che metta al centro il diritto alla salute del cittadino e non gli interessi del singolo a seconda delle situazioni. Bisogna smetterla con i commissariamenti – incalza il segretario generale – bisogna avere un responsabile certo del sistema sanitario regionale ed avere il coraggio di cambiare l’ottica del servizio che rimetta al centro la cura, la prevenzione e la riabilitazione ed investire su meccanismi e piani di prevenzione, per esempio battaglie contro l’inquinamento che porta allo sviluppo di patologie gravi, ecc, che consentono un giovamento alla spesa sanitaria. Inoltre bisogna che i sindaci riprendano il proprio ruolo di mediatori sui bisogni della salute dei cittadini”.

Pensiero sposato in pieno dal segretario provinciale di Fp Cgil, Marco D’Acunto: “sembra esserci un parallelismo tra la questione sanitaria e quella del lavoro. La salute ormai non vale più nulla perchè la persona non vale più nulla – accusa – La salute non solo è un bene da difendere ma è un bene complesso che si costruisce restituendo ai comuni, alle comunità piena titolarità sulla salute che in questi anni ha perso terreno da fase diventando subordinata a qualsiasi cosa: limiti economici, sviluppo produttivo, competitività, speculazione, corruzione, malaffare e larghe intese. Lo stesso, si può dire per il lavoro in quanto si ragiona solo in termini di giusta merce abbandonando il ruolo sociale che svolge il lavoro come la realizzazione dell’individuo, e la salvaguardia della dignità di quest’ultimo”.

Bisogna aprire una seconda fase che vede portare avanti una vera e propria vertenza irpina – rilancia il segretario generale Cgil, Vincenzo Petruzziello – perchè la salute in Irpinia non è più accettabile. In Irpinia il diritto alla salute, dopo i tagli indiscriminati perpetrati nel corso degli anni, non esiste più. E’ ora di andare avanti ed avere il coraggio di proseguire per la nostra strada e combattere una battaglia che risponda una volta per tutte al problema sanità perchè non è più possibile tergiversare”.

La situazione sanitaria irpina, infatti, è drammatica così come ha riportato la coordinatrice aziendale dell’Asl, Nancy Palladino: “L’Asl, come detto più volte, è un sistema organizzativo impazzito che si estende a tutte le aziende che erogano servizi sanitari sul territorio. Dal 2009 la Regione Campania attraverso l’applicazione di misure straordinarie in campo sanitario ha fatto pagare all’Irpinia il prezzo maggiore da due asl, un’azienda ospedaliera e quattro presidi ospedalieri ad Ariano, Bisaccia, Solofra e S.Angelo dei Lombardi ha restituito un’Asl, un’azienda ospedaliera, ha chiuso l’ospedale di Bisaccia, ha abbattuto numerosi posti letto che significa meno servizi e maggiori criticità all’utenza e ha costretto alla chiusura di alcuni reparti per mancanza di personale oltre che a liste di attesa per interventi chirurgici improbabili, per non parlare dell’aumento dei ticket, del blocco del turn over o della soppressione quasi totale dell’assistenza domiciliare. Il Governo – conclude la Palladino – deve prendere atto che la politica calata dall’alto non produce effetti positivi perchè questi modelli se non contestualizzati sono inefficaci ma bisogna  far sì che un gruppo di esperti crei una strategia nei contesti aziendali che gestisca tatticamente il tutto. Speriamo di ripartire, con il nuovo manager, da un tavolo di concertazione che abbia interesse a camminare lungo una prospettiva sostenibile senza penalizzare utenti e personale”.