TFR – Simeone (UIL) “Speculazione a vantaggio dello Stato”

simeoneLa manovra del Governo Renzi sul TFR rappresenta per i lavoratori che sperano di arrivare ad avere una retribuzione e una pensione dignitosa una vera e propria speculazione a vantaggio delle casse dello Stato. Cosi in una nota Luigi Simeone Segretario Generale della Uil Avellino Benevento.

Oggi il lavoratore può liberamente destinare il proprio TFR alla Previdenza Complementare o diversamente decidere di lasciarlo nella disponibilità dell’azienda, – che nel caso di realtà con più di 49 addetti lo deve versare al “Fondo Tesoreria” c/o il MEF gestito dall’INPS (destinato ad investimenti infrastrutturali), se con meno di 50 addetti lo trattiene con le modalità previste per la sua liquidazione – se dovesse invece scegliere di averlo in busta paga di certo non vedrà migliorare la propria situazione economica esposto come sarà ad una tassazione che alla data di quiescenza avrebbe regimi fiscali vantaggiosi.

Da una simulazione operata dalla Uil di Avellino Benevento in collaborazione con il Centro Fiscale CAF di Avellino, su tre diverse fasce di reddito si evince in tutti i casi una perdita secca di retribuzione per lla scelta del TFR in busta paga, con un amento dell’imponibile fiscale, una rinuncia alla riserva accantonata, senza nessun incremento salariale e demolendo ulteriormente il secondo pilastro previdenziale indispensabile soprattutto per le nuove generazioni.

Dalla tabella si evince che in due casi su tre esaminati la scelta del TFR in busta paga determina il passaggio di scaglione dell’aliquota Irpef con il rischio anche di perdere sussidi come assegni familiari, mensa e tasse universitaria e/o scolastica, nonché il bonus di 80€.

Considerato che la scelta del TFR in busta paga è volontaria ma IRREVERSIBILE fino a giugno 2018, tenuto conto che  l’ammontare complessivo del TFR in Italia è stimato in circa 24 mld di euro all’anno, ipotizzando che il 50% dei lavoratori dovesse aderire alla scelta, questo determinerebbe cassa per lo Stato e tassazione per i lavoratori dipendenti stimabile in ulteriori 10 mld di euro fino al 2018.

Sul versante del mondo delle imprese, invece, si registrano grandi condivisioni anche alla luce dell’intesa tra Governo e ABI per garantire  i flussi occorrenti all’erogazione TFR  in aziende con meno di 50 dipendenti che permetterà alle banche di non avere aggravi sotto il profilo patrimoniale, con una remunerazione che sarà in linea con quella prevista attualmente per il Tfr “lasciato in azienda” (1,5%+0.75%) e con l’ulteriore garanzia dell’intervento del “fondo di garanzia del TFR” in casi di fallimenti. Per il lavoratore, invece, al danno per un’anticipata  e maggiorata tassazione vanno considerate  le perdite della mancata rivalutazione del TFR che per la necessità di avere una piccola liquidità si ritroverebbero obbligati  a rinunciare ad un diritto e un’opportunità costruita negli anni.

Per la Uil quindi, le valutazioni di ognuno non possono che confermare i dubbi e la contrarietà già espressa circa gli aspetti specifici della manovra  che non potevano avere segno diverso, vista la natura delle condivisioni ed anche delle avversioni degli industriali.

A tal proposito la UIL apre una campagna di informazione ai lavoratori attraverso le proprie strutture territoriali e di assistenza fiscale per una scelta consapevole e coerente con le esigenze e le aspettative di ognuno.