Spettacolo al San Nicola: Orgoglio Avellino ma il Bari è più cinico, stavolta vince Mangia

BARI BRESCIA serie B nella foto Ciccio Caputo mentre saluta i tifosi della curva nord a fine partita Foto ArcieriBari –   Alla vigilia Rastelli parlava di rispetto, di quanto l’Avellino ne avesse accumulato per gli eccellenti risultati ottenuti tra stagione passata e quella in corso e soprattutto di rispetto verso un’avversaria costruita per conquistare la serie A.

I disordini della Coppa Italia ( morso alla Suarez di Comi verso De Luca ) sfociano nel dimenticatoio e la gara infinita tra Bari ed Avellino fa divertire la platea strapiena del San Nicola. I padroni di casa portano a casa tre punti importanti ma l’Avellino, pur afflitta a tratti da svariate e gravi amnesie difensive è in partita fino all’ultimo … finchè il giudice di gara non concede allo scadere un penalty farlocco ai pugliesi per un tocco (inesistente) di Pisacane su Sciaudone. Stavolta Gomis, per niente sugli scudi … al contrario tra i peggiori, non riesce ad ipnotizzare Caputo e il Bari fa 4-2.

AMNESIA.  I primi 15’ sono da film horror per i duemila irpini giunti a Bari perché i Lupi si ritrovano subito sotto di due gol. Rodizi (7’) apre le danze con un bolide dal limite dell’area, reo Gomis … la palla era centrale. Successivamente Sciaudone ara Pisacane e mette in mezzo per Caputo che si inserisce tra Ely e Chiosa e fa 2-0 (15’).

ORGOGLIO.  Ci vuole ben altro per far gettare la spugna ai Lupi di Rastelli ed infatti, una magia di Castaldo riporta l’Avellino in partita (26’). Il bomber di Giugliano raggira la marcatura e pennella per Comi che puntuale nell’inserimento batte Donnarumma.

Donnarumma, grande protagonista in positivo, aveva salvato poco prima su una mazzata di Kone, si era sull’1-0, volando all’altezza del sette e nella ripresa dice di no a Comi, il quale sfrutta un calcio piazzato dalla destra inserendosi perfettamente, ma l’estremo difensore pugliese in chiusura è più perfetto di lui.

DAI E VAI.  Ad inizio ripresa il Bari trova il 3-1 su un’azione spettacolo a cura del tandem Caputo-Sabelli i quali con scambi veloci umiliano la difesa irpina ed il centrocampista trovatosi solo dinnanzi a Gomis non sbaglia.

Rastelli intanto mischia le carte e manda in campo Soumarè e Pozzebon, quest ultimo forse frutto di una decisione scaramantica in quanto in Coppa Italia fu lui a stendere il Bari.

Il nuovo assetto tattico crea problemi al Bari che soffre spesso le scorribande di Visconti il quale al 69’ sforna un altro cross sublime che trova la testa di Castaldo il quale accorcia nuovamente le distanze.

ANCORA DONNARUMMA.  Mangia fiuta il pericolo ed inserisce un centrocampista ed un difensore per rafforzare mediana e difesa ma è ancora Donnarumma a guadagnarsi gli onori deviando in corner un tiro velenosissimo di Soumarè.

Allo scadere, il direttore di gara, fino a quel punto impeccabile, distrugge le speranze dell’Avellino di un arrembaggio disperato verso la porta dei padroni di casa concedendo un calcio di rigore inesistente al Bari per un tocco ( che non c’è ) di Pisacane su Sciaudone. Dagli 11 m Caputo esorcizza il maleficio di Gomis, il quale aveva già ipnotizzato Coralli e Ardemagni, e fa 4-2 realizzando la sua doppietta personale, la quale fa impazzire il San Nicola.

A TESTA ALTA.  Se si guardano i numeri il Bari ha dimostrato di essere la squadra temibile che Rastelli si aspettava ma purtroppo gli errori individuali e le amnesie difensive del primo quarto d’ora hanno influito molto sul match. Un Avellino che indubbiamente ha giocato una buona gara e che sicuramente non ha perso neanche un pezzetto del rispetto di cui parlavamo in precedenza ma i campanelli d’allarme che sembravano essere scomparsi sono riemersi, eccome se sono riemersi … conoscendo Rastelli già starà spiegando alla squadra dove migliorare, per i Lupi sarà un’intensa settimana di lavoro aspettando la prossima sfida. L’ospite di turno che affronterà i Lupi all’ombra del Partenio sabato prossimo sarà il Lanciano, compagine che proprio ieri ha fermato il Perugia, mica roba da niente.

di Michael Mambri