Avellino – Sel in festa, aperta al confronto con il Pd

festa sel 27 09Avellino - Da ieri la federazione Sel Avellino ha iniziato 3 giorni di riflessioni, sulla scorta della festa nazionale di Sel “ADELANTE!” (cioè: avanti verso un cambiamento che non si attorcigli nella frenesia finendo per girare a vuoto e che non lasci indietro nessuno). “L’appuntamento - come ha spiegato recentemente il segretario provinciale Aurisicchio - cade in un periodo cruciale per l’Irpinia vista la prossimità con le elezioni provinciali. Lo scopo è quello di dare l’idea di un partito che affronta le questioni, che è attivo sul territorio ed è in grado di dialogare con le altre forze politiche, con i rappresentanti istituzionali e con le forze sindacali”.

“Lavoro, sviluppo, Mezzogiorno”: questi i temi all’ordine del giorno, in un sabato sera di fine settembre. All’ex asilo Patria e Lavoro oggi non sono mancati il segretario provinciale della CGIL Vincenzo Petruzziello, il presidente dell’Alto calore Raffaello De Stefano, gli assessori La Verde e Cignarella, il segretario del circolo Pd “Foa” Giovanni Bove. Ma c’era anche il candidato Pd a presidente della Provincia, Paolo Foti, che ha riflettuto sulla necessità per il centrosinistra di focalizzarsi su “le ragioni per ritrovarsi”.

Il governo è assente. Da una riforma al mese si è passati a 1000 giorni, la politica è lenta e al Mezzogiorno c’è il tasso più alto di disoccupazione - ha dichiarato il segretario cittadino Sel Roberto Montefuscoc’è un altro modello di governo possibile e Vendola è un esempio per la Puglia. Per quanto riguarda l’art. 18 si rappresenta il sindacato come una forza incapace d’interpretare le modifiche del mercato del lavoro, ma non ci si rende conto che ci sono state politiche che hanno portato alla precarietà. Evasione fiscale, rendite, eguaglianza sociale che fine hanno fatto? A giorni avremo una battaglia politica da compiere insieme a Maurizio Landini, Civati del Pd e Maltese (lista Tsipras): non si esce, infatti, dalla crisi senza il diritto al lavoro”.

Poi, Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera dei Deputati, ha sostenuto che c’è una grande sottovalutazione della situazione economica: “la legge di stabilità probabilmente taglierà 20 miliardi dalla spesa pubblica (sanità, trasporto pubblico locale, forse la scuola, e le pensioni se si segue il fondo monetario europeo). In Europa non è cambiato nulla: sono rimasti gli uomini della Merkel in parlamento. C’è un corto circuito ancora non colmato. L’Europa deve salvare la sua ispirazione originaria. Dal semestre europeo, purtroppo, ci sono risultati deboli, fragili, quasi impercettibili. C’è, inoltre, carenza di formazione politica capace di rappresentare i diritti. Il 40 % è una speranza per Renzi di cambiare tutto, ma andare negli Stati Uniti è significato incontrare Marchionne che ha portato la FIAT fuori, combattendo il sindacato, senza dimenticare che lui ha residenza in Svizzera e non può rappresentare il made in Italy”.

Per ripartire è ovvio che bisogna rimettere un pò di denaro in circolo (lo dicono anche economisti di destra) – ha affermato Alfredo D’Attorre,festa sel 27 sett componente Pd nella Commissione Affari Istituzionali – la sconfitta di Renzi metterebbe comunque la sinistra in condizione di governare la crisi. Qui non è il tema delle scissioni o del nuovo partito, ma di come interpretare le cose. Il debito pubblico è cresciuto di oltre 10 punti in percentuale e non si può estirpare la storia del movimentismo dei lavoratori. Come ha sostenuto il segretario CEI Galantino, è finito il tempo delle frasi ad effetto: occorre sobrietà e concretezza. Il tema non è il fiscal compact, ma come cambiare le sue regole altrimenti la destra populista rischia di affermarsi dappertutto. La storia dell’art. 18 è l’ultima cosa di cui il Paese ha bisogno: basterebbe che Renzi passasse più tempo in alcune zone del Mezzogiorno”.

L’art. 18 (della legge 20 maggio 1970, n. 300, “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”, nota appunto come statuto dei lavoratori) costituisce applicazione della tutela reale disciplinando il caso di licenziamento illegittimo (ovvero effettuato senza comunicazione dei motivi, ingiustificato o discriminatorio) di un lavoratore. Dall’inizio del XXI sec., vari governi italiani hanno tentato di riformarlo. Tuttavia i sindacati si sono sempre opposti ad ognuno di essi, temendo un allentamento della tutela dei lavoratori.

Secondo Rita Labruna del coordinamento provinciale di Sel Avellino “l’art. 18 è un falso problema: ha consentito una vita dignitosa alla generazione dei miei genitori”.

Si è aperto anche un dibattito in cui Annibale Cogliano, non iscritto a Sel, ha chiesto: “se sono truffe o errori quelli di Renzi possiamo convincerlo a cambiare idea?”. D’Attorre, allora, ha risposto che “alla durezza di chi non riesce ad intendere sarà la realtà stessa a determinare un cambiamento. Il pd quando ha appoggiato Monti ha fallito politicamente. E la sinistra europea è in macerie. Se, quindi, il panorama è terremotato, bisogna puntare non su scelte geometriche, ma su quelle concrete che aiutino a ricostruire l’assetto sociale”.