Acs – Pronto lo sciopero del 3 ottobre. I sindacati:”Intervenire prima che sia troppo tardi”
Avellino – “L’Acs sta morendo dobbiamo scongiurare che questo accada”. Questo il grido d’allarme lanciato questo pomeriggio dai segretari generali di Filctem Cgil, Franco Fiordellisi, Femca Cisl, Antonio Olivieri, Uiltec Uil, Ciro Taccone ed Energia Ugl, Francesco Saccardo che hanno indetto per il prossimo 3 ottobre uno sciopero che chiede maggiori garanzie sia da parte dell’azienda ma soprattutto da parte della regione.
“Una Regione che attraverso la norma dello scorso agosto rischia di mettere in ginocchio un intero sistema.Ciò che chiediamo – spiega Franco Fiordellisi di Filctem Cgil – è quanto abbiamo chiesto finora e cioè maggiori certezze per il futuro di questa società, un piano industriale e chiarezza su come ci si vuole organizzare per mantenere il servizio idrico integrato. Abbiamo bisogno di essere ascoltati. Oggi c’è il bisogno urgente di rivisitare le reti ormai obsolete ed azioni mirate a ridurre i costi complessivi in azienda determinati a mancanze di investimenti non fatti negli anni, ma è anche vero che la Regione sta concentrando tutti gli investimenti sulle aree metropolitane anzichè intervenire sulle nostre reti”.
“Il trend dei debiti dell’Acs è in costante: 104milioni di euro a cui si aggiunge il deficit gestionale che a netto della capitalizzazione porta ad un trend negativo di un milione e mezzo all’anno. L’Acs non riesce a superare lo scotto delle difficoltà gestionale -sottolinea Ciro Taccone della Uiltec Uil – Con il nuovo cda abbiamo deciso di aprire un confronto serio a tutto tondo sull’efficentamento, sull’organizzazione attività, su tutti quei punti che fungono da capisaldi per il funzionamento dell’azienda. Abbiamo inoltre chiesto un piano industriale che consenta di presentare gli orientamenti per un piano strategico di salvataggio ed ottenere credito dalle banche per risollevare l’azienda che si trova in questa situazione a causa di scelte sbagliate trascinatesi nel corso degli anni. Adesso – continua - la situazione da gravissima è diventata drammatica, di questo passo il futuro dell’Acs è in serio pericolo”.
“L’Acs rende un servizio ineccepibile sia in termini di qualità che di puntualità – interviene Francesco Saccardo di Energia Ugl - Dal gennaio 1994 l’ente è in sofferenza ma non c si arrende. Un ente fiore all’occhiello che a causa di una politica scellerata ora è in agonia. L’appello che rivolgiamo a sindaci soci, politici regionali, parlamentari è quello di scendere in campo per far qualcosa per la nostra Provincia e per questo ente che distribuisce un bene di prima necessità.La Regione finanzi i progetti per il rifacimento degli impianti che sono veri e propri colabrodo in quanto hanno più di quarant’anni con macchine di nuova generazione che consentono consumi energetici minori. E’ un sogno ma bisogna far sì che questo ente continui sua storia. “
“Noi non siamo più disposti a dare deleghe in bianco -chiosa Antonio Olivieri di Femca Cisl – ma eserciteremo il nostro controllo democratico. Noi siamo pronti a portare avanti un’azione nei confronti deirappresentanti istituzionali, incontrarli e capire se loro sono ancora del parere di mantenere l’impegno referendario e se cosi fosse allora dobbiamo capire perchè la vertenza altocalore non è più presente nell’agenda politica. Portare l’Altocalore in uan condizione diversa da quella attuale è un’impresa faraonica ma noi ci crediamo. Il nostro sciopero non vuole essere contro nessuno ma a difesa dell’Acs dato che nessuno si vuole spendere più. Noi stiamo sulla trincea ed intendiamo andare avanti”.