Provincia di Avellino: al voto il 12 ottobre. Ecco il toto presidenti tra i partiti.

Ilde angelis1 percorso per la trasformazione delle Province in enti territoriali di secondo livello è irta di incertezze ma una cosa è certa si voterà il 12 ottobre. Le Province non saranno più enti  eletti dal popolo ma dagli amministratori locali. Una sorta di condominio dei comuni. Il Consiglio provinciale di Avellino, nello specifico, sarà composto da 12 esponenti più il nuovo presidente.
Le regole sono chiare anche se il rinvio della data delle elezioni prima previste per il 28 settembre e ora aggiornate al 12 ottobre fanno slittare i tempi. Le  liste di candidati devono essere composte da un massimo di 12 e un minimo di 6 con almeno il 15 per cento di firme dell’intero corpo elettorale.
Ancora nel pieno dell’estate già impazza il toto presidenti per il nuovo Ente di area Vasta.
In casa Pd, che dovrebbe avere la maggioranza nel voto ponderato, i nomi in corso sono molteplici:
Il  Sindaco di Avellino Paolo Foti,  dopo lo smacco dell’Ato, potrebbe provare a candidarsi alla Presidenza della provincia, godrebbe dell’appoggio dei “vecchi” del partito ma su di lui molte incognite: dalla incapacità amministrativa al pasticcio Ato, convocato dallo stesso più volte senza i crismi della regolarità. Approssimazioni che potrebbero costare care anche alla luce della evidente complessità del nuovo ente di secondo livello.
Poi c’è il Sindaco di Sant’Angelo, Rosanna Repole, eletta con meno del 40%, meno della metà del corpo elettorale, vanta il sostegno della D’Amelio, ma la ventata giovanilista del renzismo e la forte caratterizzazione politica potrebbe essere da ostacolo.
In casa Renzi c’è il giovane sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri, inesperienza in ambito provinciale e la complessità del nuovo ente non sembrano essere conformi alla sua discesa in campo.
Mario Bianchino, redivivo, dopo  esser stato segretario generale della Provincia in epoca centrosinistra, potrebbe trovare la sponda della sinistra ma incognite pesano sul suo nome: la forte caratterizzazione politica di sinistra, il passato di Segretario nell’Ente e  voci di “contenziosi” con l’Ente provincia lo allontano oggettivamente dallo scranno di palazzo Caracciolo.
Nell’Udc impera Ciriaco De Mita, molti lo vorrebbero presidente come suggello della carriera, ma i veti incrociati e  il peso politico dell’Udc che in provincia sembra sempre più assottigliarsi, dilatano i tempi per una discesa senza garanzie.
In casa Forza Italia tre nomi: Flavio Petraccione, braccio destro di Sibilia ma con scarsa aderenza tra le compagini politiche; lo stesso Sibilia è in corsa ma dopo il pasticcio del commissariamento non lascia un bel ricordo; Mimmo Gambacorta sindaco di Ariano, secondo centro della Provincia anche se su di lui i dubbi del centrosinistra dopo l’abbandono dell’Ato.
NCD con Pietro Foglia  sta attentamente intessendo rapporti tra gli amministratori e il suo peso cresce, potrebbe lanciare una candidatura nuova super partes per la Provincia tale da scompaginare i giochi.
Il centro sinistra alternativo vanta pochissimi amministratori quindi in termini di voto ponderato è pressoché nullo. La compagine potrebbe optare per il sostegno ad un centrosinistra organico e non un’alleanza per le larghe intese.
Scelta civica potrebbe optare per Spagnulo, sindaco di Atripalda,  ma l’incarico al piano di zona ostacola le mire del partito che fa capo all’on. D’Agostino.
Poi vi sono tanti battitori liberi come il Sindaco di Mercogliano e di Lauro ma come si diceva la difficoltà del voto per peso abitativo rende impossibile una loro affermazione.
Un nome potrebbe emergere proprio in ragione della sua indipendenza e competenza, ovvero quello del prof. De Angelis, giovanissimo sindaco di Chiusano, iscritto al Pd, e tra i massimi esperti in tema di province. Le sue idee sulla legge Delrio sono sempre state chiare ed e’ difficile non ammettere che il suo ruolo nell’ente sarebbe il più idoneo  sia perché in sede Upi ha già dimostrato grande spessore e spirito battagliero, sia per le sue conoscenze in materia.  Su di lui tanti apprezzamenti, anche alla luce dell’ottimo lavoro che sta svolgendo a Chiusano, ma anche “molte invidie”. De Angelis  è spirito libero, super partes, un probabile presidente istituzionale  che saprebbe incarnare al meglio il ruolo del nuovo Ente, ma che per l’entourage storico del Pd potrebbe essere indigesto.
Tanti nomi, poche idee per la Provincia che rischia di diventare un ente inutile e soprattutto terreno di scontro in vista delle regionali. Manca poco per la presentazione delle liste ( 22 settembre) e i giochi sotterranei già emergono. La cosa certa è che il nuovo ente richiede competenza, conoscenza e soprattutto una vocazione che supera i partiti vista la natura di coordinamento territoriale .