Bonito – Celebrati 150 anni dalla nascita del musicista Crescenzo Buongiorno
Bonito - Nel corso dell’estate bonitese, la nuova amministrazione comunale ha incontrato i cittadini nei pressi della casa comunale, per scoprire il mezzo busto dedicato al musicista Crescenzo Buongiorno, a giusto 150 anni dal 1864, anno della sua nascita a Bonito da Ambrogio Buongiorno e Gaetana Marenghi. Il mezzo busto è stato modificato ed abbellito nel suo basamento dall’artista Fiore Iorillo.
Dopo un saluto del sindaco Giuseppe De Pasquale che ha sottolineato l’importanza di iniziative a costo zero, come questa, che con entusiasmo l’amministrazione sta portando avanti, il consigliere Valerio M. Miletti ha tracciato un profilo storico del maestro Buongiorno: “mostratosi ben presto dotato di un talento musicale non comune, iniziò a suonare il piffero eseguendo dei pezzi della locale banda musicale e fu notato dal podestà di Bonito che prese a cuore la sua passione. Il giovane Crescenzo fu inviato a studiare presso il Conservatorio ‘San Pietro a Majella’ di Napoli, a spese del Comune, ed ebbe come insegnante di composizione il Maestro Paolo Serrao, e di violoncello, il Maestro Laboccetta. Come compagni di studi ebbe Giordano, Spinelli, Cilea, Cesi, nomi tutt’altro che sconosciuti. Le premesse erano ottime e infatti si diplomò con successo il 31 maggio 1886 in violoncello e composizione, con l’Etelka, opera tragica in due atti, messa in scena nel teatro del Conservatorio, su libretto di Enrico Golisciani, poi ampliata in tre atti e riproposta a Praga nel 1894, con libretto di Hartmann. Per la sua particolare bravura nelle esecuzioni al violoncello, persino la regina Margherita volle complimentarsi con il giovane musicista. E fu sempre la sua bravura a far si che venisse invitato, come alunno onorario, presso il Conservatorio Imperiale di San Pietroburgo”.
In seguito Miletti ha ricordato alcuni passaggi della vita artistica del musicista: “rimasto presso il Conservatorio di Napoli, con l’incoraggiamento di Francesco De Sanctis, allora ministro della Pubblica Istruzione, compose La Pia dei Tolomei’ opera in quattro atti, ricca di passione, su libretto sempre di Golisciani. Ma la vita di un musicista era difficile anche nella Napoli di fine Ottocento e così Buongiorno, anche se con ritrosia, si trovò ad accettare l’ingaggio del Teatro napoletano La Fenice, rivale del San Carlino, per il quale compose un considerevole numero di operette, (ben 18 scritte tra il 1889 e il 1894) tra cui strepitoso successo ottennero ‘Una Santarella’, ‘Abukabuz’, ‘La zingara’ e ‘Il diavolo zoppo’. Tali operette, alcune composte anche per Eduardo Scarpetta, dalla musica elegante, brillante, briosa, furono replicate numerosissime volte su richiesta del pubblico. Tuttavia, per ottenere maggiori successi, fu esortato da critica e stampa a recarsi in Germania ove si diceva che i compositori fossero meglio compresi ed apprezzati, e così fece il Maestro Buongiorno. Lasciata l’Italia con una compagnia da concerto, della quale si assunse la direzione, il musicista fu in Svizzera, in Austria e infine a Dresda, dove trovò l’apprezzamento e la protezione del barone Serge von Huppmann Valbella che lo introdusse negli ambienti artistici tedeschi. In Germania, terra di Beethoven e di Wagner, trovò davvero tutto ciò che cercava: ispirazione, apprezzamento e amore. Conobbe e sposò, infatti, la prussiana Anna Maddalena Berndorf che gli dette due figlie, Italia nel 1896 e Alba nel 1898″.
Infine Miletti si è concentrato sugli ultimi anni dell’esistenza terrena di Buongiorno: “nella sua nuova patria riprese la produzione di opere con la nuova edizione dell’Etelka e poi con ‘La festa del Carro”- libretto di Ferdinando Stiatti – (ispirata alla famosa festa mirabellana), rappresentata al Teatro Nuovo di Lipsia il 24 maggio 1896. Buongiorno, infatti, era molto legato a Mirabella dove, contrariamente a Bonito, aveva trovato un ambiente favorevole e dove trascorreva delle ore felici, soprattutto durante i mesi di vacanza. Nel 1901 componendo un’altra opera, ‘Il cuor delle fanciulle’ su libretto di Luigi Illica, librettista di Puccini, lavoro in quattro atti rappresentato per la prima volta presso il Teatro Reale di Kassel il 16 febbraio 1901, con trionfale successo, e poi a Dresda il 5 maggio dello stesso anno, e ancora presso il Teatro Municipale di Piacenza, il 22 gennaio 1903, con replica della settimana successiva. Proprio comunicando questo grande successo alla sorella Rosaria in Bonito, con una lettera del 22 febbraio 1901, il Maestro Buongiorno, annunciò di essere stato colpito “da un male terribile” che non gli lascerà scampo. Nonostante la malattia che lo consumava lentamente, riuscì ancora a dare sfogo alla sua vena artistica con un’ultima opera, ‘Michelangelo e Rolla’, su libretto sempre di Ferdinando Stiatti, che fu rappresentata con successo al Teatro Reale di Kassel il 29 gennaio 1903, e successivamente a Lipsia e a Piacenza, pochi mesi prima della sua morte che avvenne, a soli 39 anni, il 7 novembre dello stesso anno, a Dresda, assistito da una domestica e dalla baronessa vedova Von Philipson, sua amica ed estimatrice. I suoi resti mortali furono tumulati nella città che lo aveva ospitato per più di un decennio, proprio nella tomba del barone Von Philipson”.
Oggi documenti, foto, appunti manoscritti, partiture, articoli di giornale, effetti personali e strumenti musicali del Maestro Buongiorno sono gelosamente custoditi dagli eredi e discendenti del grande compositore, in parte a Bonito presso la Prof.ssa Ermelinda Pagella, e in parte a Genova presso la famiglia di Massimo Santamaria. Infine è stata stampata anche l’autobiografia del maestro, a cura della Delta 3 Edizioni di Grottaminarda (del dott. Silvio Sallicandro).