La Cisl incontra … il Territorio!

18_luglio_-_area_Fortore-Tammaro-Medio_Calore_(BN)Baselice – Le  manovre economiche  degli ultimi anni  hanno  colpito in modo inaccettabile le  prospettive delle famiglie, dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani, rendendo estremamente  difficili le condizioni di vita  nel  Paese, nel Mezzogiorno ed in  particolare  nel territorio della  Campania.

Il costo medio che caratterizza oggi la pressione fiscale è  per molti  campani insostenibile, soprattutto se si prendono in esame le imposte e le tasse comunali (Irpef comunale, Irpef regionale, IMU,  Tari,Tasi ecc. ).

Il decentramento di competenze  e la maggiore autonomia finanziarie  inducono le Amministrazioni locali attraverso le politiche di bilancio e reperimento delle risorse adincidere  in modo determinante sulle condizioni di reddito, sull’attuazione dei diritti sociali, sull’assetto del territorio, sulla crescita e sulla qualità dello sviluppo e della vita in generale.

Tale drammatica situazione di  crisi generale e strutturale ha motivato il Sindacato  provinciale  Cisl  della Campania a promuovere e praticare nuove modalità di concertazione e negoziazione territoriale coinvolgendo  amministrati, amministratori ed operatori.

L’obiettivo prioritario è lapromozione di  incontri di concertazione  su negoziazione sociale, a livello territoriale, per definire piattaforme,  orientamenti e indirizzi con i cittadini e le istituzioni, da proporre ai Sindaci dei Comuni interessati, interpretando al meglio i nuovi bisogni e la nuova domanda sociale,  con la partecipazione consapevole delle  comunità locali.

 Lo scopo è quello di incidere positivamente   sulle  condizioni reali di reddito e sulla qualità della vita, definendo il  paniere(territoriale) dei diritti essenziali che debbono essere  garantiti attraverso un universalismo equo, (con la consapevolezza che l’universalismo non può più essere inteso come  tutto a tutti) negoziando quindi condizioni agevolate  che assicurino risposte positive ai più immediati bisogni delle fasce deboli della popolazione, e allo stesso tempo favoriscano la crescita economica e sociale  delle città  anche in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando.

Il confronto, attraverso il metodo concertativo sugli indirizzi e sulle scelte, a partire dalle politiche di bilancio, fermo restando il ruolo e l’autonomia decisionale delle Amministrazioni, è lo strumento  per una più efficace valutazione dei bisogni, per l’individuazione di obiettivi, priorità e  scelte condivise.

Questa Piattaforma sarà la base di partenza per una discussione che vedrà coinvolte le rappresentanze locali del  Sindacato , le lavoratrici , i lavoratori, le imprese ed i commercianti, la cittadinanza attiva, l’Associazionismo cittadino laico e religioso, i pensionati, i giovani, i disabili, gli immigrati e le loro famiglie per raccogliere proposte ed istanze.

Tale percorso deve portare alla definizione di una reale negoziazione sui temi dipolitica fiscale e tariffaria, di welfare e di sviluppo del territorio.

 Le politiche di gestione delle Amministrazioni locali attraverso il lavoro di partecipazione e di controllo della società civile, ad oggi senza voce o falsamente ascoltata in grandi assemblee pubbliche, devono diventare concrete ed attuabili politiche di progetto.

POLITICHE ECONOMICHE: FISCO E TARIFFE

 Tutte le tasse e le tariffe devono rispettare il principio della progressività previsto dall’art. 53 della Carta Costituzionale.

 1) Attuazione e diffusione di Osservatori sui pubblici servizi locali che ne consentano un monitoraggio costante aprendo  un confronto con le aziende erogatrici dei servizi idrici, energetici, del trasporto pubblico locale e dell’igiene urbana per rendere più efficienti i servizi e per discutere l’introduzione di tariffe sociali.

2) Patti anti-evasione: attuati attraverso un piano di rivisitazione delle politiche fiscali e tariffarie per contrastare  l’elusione e l’evasione dei tributi locali, che può determinare un consistente aumento delle entrate, tale da garantire il contenimento degli aumenti e soprattutto l’implementazione dei servizi. A tal fine riteniamo utile che gli Enti Locali predispongano protocolli antievasione d’intesa con la Guardia di Finanza e con l’ Agenzia delle Entrate cosi come previsto dalla legge 133 del 2008, prevedendo la costituzione di task force a ciò dedicate. In tal modo sarà possibile realizzare una maggiore equità, sia sul versante del prelievo fiscale che rispetto alla sua funzione redistributiva ( metà da essere destinato alla riduzione dei tributi locali e delle tariffe e   l’altra metà all’implementazione dei servizi sociali)

3) Bilanci Comunali: prima di procedere all’approvazione dei bilanci di previsione, si propone che i singoli Enti convochino le Parti Sociali per discutere delle fonti di finanziamento e dell’allocazione complessiva delle risorse stanziate, nonché della loro ripartizione all’interno politiche sociali, della entità e sostenibilità delle tariffe e dei livelli d’imposizione fiscale locale.

4) Addizionale IRPEF comunale: prevedere l’esenzione per la prima fascia di reddito ed il criterio di progressività per le altre .  Sia l’introduzione della fascia esente che la progressività devono essere valutate sotto il profilo del costo per l’Amministrazione e del beneficio per lavoratori e pensionati.

5) IMU  prima casa:  L’IMU prima casa è stata eliminata definitivamente a settembre  2013 (Dl 133/13). Dal 2014 sulla prima casa si pagherà la Tasi.

6) IMU seconda casa: per istituire una differenziazione delle aliquote IMU sulla seconda casa ed anche al fine di favorire l’emersione del fenomeno degli affitti irregolari, occorre applicare una doppia aliquota in base al fatto che l’abitazione sia data in affitto o resti a disposizione. Si propone di istituire un’aliquota ridotta sia per gli immobili ad uso abitativo concessi in comodato gratuito a parenti in linea retta entro il primo grado, sia per gli immobili locati con contratto di affitto agevolato e concordato. Ragionare inoltre anche per gli altri immobili che non siano abitazione (es. negozi) la cui lievitazione delle aliquote comporta inesorabilmente un innalzamento dei  prezzi al consumo che  rallenta  lo sviluppo

7) TARES: concertare il REGOLAMENTO per  prevedere accordi atti ad agevolare i cittadini a basso reddito e cercando di contenere quanto più possibile le    tariffe per le utenze commerciali   per creare le condizioni per un rilancio delle attività produttive e la conseguente ricaduta sociale su tutti i cittadini

8) TASI : concertare il REGOLAMENTO COMUNALE e prevedere accordi  per agevolare i cittadini (lavoratori, pensionati e negozianti) a basso reddito . Prevedere a carico dell’affittuario la quota minima del 10%;

WELFARE SOCIALE

Equità e Servizi a domanda individuale: si propone l’armonizzazione  dei criteri di accesso ad interventi e servizi e l’utilizzo e l’estensione dell’ISEE-  per quanto attiene ai criteri economici – alla generalità delle prestazioni agevolate socio-assistenziali e socio-sanitarie. Vanno concertati i nuovi regolamenti relativi all’introduzione del nuovo indicatore garantendo equità e non riducendo il sistema di welfare locale, garantendo in particolare le famiglie “mono-personali” e  numerose.  Effettuare un controllo sistematico e puntuale  delle autodichiarazioni presentate  per evitare gli abusi.

   Monitoraggio degli interventi e dei servizi: diffusione di tavoli di controllo e valutazione dei servizi per verificarne sia l’esigibilità e la reale corrispondenza ai bisogni del territorio e sia per la diffusione delle condizioni migliori sperimentate.

   Assistenza  domiciliare e servizi socio sanitari: potenziamento dell’attività di assistenza e di aiuto a domicilio delle persone non autosufficienti, anziane o disabili e miglioramento dell’integrazione socio-sanitaria, a partire dal sistema di accesso e presa in carico, per garantire continuità assistenziale ed appropriatezza. Vanno adottati precisi indicatori di offerta e standard di qualità per il servizio di assistenza domiciliare.

   Compartecipazione: adozione di regolamenti di compartecipazione ai servizi con fissazione di una fascia esente dal pagamento e condizioni migliori e più favorevoli per le fasce deboli, attraverso un sistema fondato sulla progressività e la perequazione sociale. Una giusta tariffazione deve essere concertata tenendo conto della sostenibilità economica per le famiglie, dei costi industriali del servizio, dei prezzi di mercato del medesimo servizio e dall’introito atteso dall’ente locale.

   Disabilità e non autosufficienza:  politiche atte ad intervenire in relazione all’assistenza e alla promozione sociale, alla conoscenza e all’istruzione, alla mobilità, a percorsi formativi per inserimenti lavorativi, all’accesso e alla fruizione della cultura e dello sport. Sperimentare percorsi di autonomia e vita indipendente. Sulla non autosufficienza individuare i livelli essenziali delle prestazioni sociali e socio sanitarie capaci di dare risposta ai bisogni/diritti delle persone e delle famiglie.

   Infanzia: il piano per l’infanzia deve diventare un punto centrale delle politiche di contrattazione territoriale a partire dall’aumento dei posti per gli asili nido pubblici e dalla articolazione e qualificazione dell’offerta.  Gli enti locali devono assicurare una regìa pubblica per un’integrazione tra nidi d’infanzia pubblici e convenzionati controllando che gli standard dell’offerta educativa siano garantiti. L’Italia ed in particolare il Mezzogiorno, è molto lontano dagli obiettivi di Lisbona.

   Immigrati: contrasto e rimozione di ogni forma di discriminazione e di differenziazione, favorendo processi d’integrazione a partire dalla conoscenza della lingua e garantire pari accesso nell’assegnazione delle case popolari, asili nido, contributi alle famiglie e ai figli.

   Politiche giovanili: garanzia della costruzione di un proprio progetto di lavoro e di vita, intervenendo con gli Enti locali e la scuola sul diritto allo studio, l’accesso al lavoro, servizi e tariffe agevolate, casa, aggregazione e cultura e favorendo politiche di formazione scolastica e post scolastica.

Avviare , secondo i principi dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e del 14 settembre 2011 , e del Contratto Campania del 24 ottobre 2011, iniziative territoriali tra istituzioni  locali , imprese e sindacati   che perseguendo indirizzi di efficienza, sicurezza, modernizzazione e sviluppo  delle aziende che insistono sul territorio  sperimentino  modelli per il sostegno all’impresa, l’organizzazione del lavoro e la salvaguardia dei livelli occupazionali e costruiscano  quelle condizioni “di contesto”  necessarie per  favorire   nuovi insediamenti produttivi.

Tali protocolli dovranno   prefiggersi  di :

 Stabilire procedure semplificate in materia di appalti, start-up e riavvio di imprese, favorendo  accordi  con i comuni per il raggiungimento della “  burocrazia zero ”  ;

  Effettuare la ricognizione sul territorio delle aree disponibili e delle aree industriali dismesse e conseguentemente attivare  idonee iniziative territoriali capaci di garantire attrattività degli investimenti;

 Concertare con le amministrazioni  dilazione e/o abbattimento della tassazione e tariffazione locale per   le nuove imprese , per i  primi dodici mesi di attività , facilitando nel contempo l’accesso   all’eventuale credito d’imposta;

 Verificare lapossibilità dell’utilizzo dei fondi strutturali europei per lo svolgimento dei progetti presentati dall’Amministrazione e non attuati per l’impedimento delle regole derivanti dall’osservanza del patto di stabilità, considerando, principalmente, per la conclamata intenzionalità della politica dell’attuale governo, quelli afferenti l’edilizia scolastica eventualmente svincolabili  dalle direttive europee.

 Accompagnare il processo di  decentramento amministrativo delle funzioni istituzionali favorendo  l’accorpamento e l’efficienza delle partecipate pubbliche

 Concordare  con le imprese ed  in sinergia con gli enti bilaterali , il ricorso ad un contratto unico di lavoro, quale l’apprendistato nelle sue varie tipologie,, che azzeri gli oneri contributivi a carico dell’azienda, assicuri un percorso formativo qualificante per il lavoratore e garantisca la continuità occupazionale.